Pesca alla traina: come scegliere l’attrezzatura

La pesca alla traina è una di quelle attività complementari a cui ci si dedica con piacere durante una crociera o un trasferimento a bordo di una barca a vela. Ecco allora qualche suggerimento sull’attrezzatura da imbarcare, canne, lenze, esche e accessori.

Dentici, lampughe, occhiate, palamite, ricciole, spigole, tonni. A quanti diportisti non fanno gola questi pesci, soprattutto se si riescono a catturare mentre si naviga tranquilli a bordo di una barca a vela. Non necessariamente ogni velista è un bravo pescatore ma sicuramente su quasi tutti i cabinati a vela stivati in qualche gavone ci sono una lenza e qualche amo con cui praticare la pesca alla traina. La barca a vela infatti per sua natura, date le velocità contenute, si presta a questo tipo di pesca. Certo, manovrando le vele non è proprio facilissimo tenere un’andatura regolare, tuttavia è proprio la velocità dello scafo a selezionare il tipo di preda che può essere catturata. In genere la velocità di traina accettabile è compresa tra i 2,5 e i 4 nodi. Con andature maggiori, diciamo fino a 7-8 nodi, si può sperare di catturare i grandi pesci pelagici, come i tonni o le ricciole. Al di là di questi valori, diventa difficile gestire la lenza in modo corretto e le possibilità di cattura diventa più accidentali.

Vediamo allora qual’è il kit ideale per dedicarsi alla pesca alla traina da bordo di un’imbarcazione a vela durante una crociera o un trasferimento: canne da pesca, lenze, ami e qualche accessorio tecnico per il velista-pescatore che non deve mancare a bordo.

Pesca alla traina

Canna e mulinello rendono tutto più facile

La cattura di un pesce è sempre una festa perché oltre a vivacizzare la giornata di navigazione contribuisce ad arricchire il menù del giorno. Vale la pena allora imbarcare qualche attrezzatura un po’ più evoluta della classica bobina di filo avvolta su una tavoletta di sughero. L’ideale sarebbe dotarsi di una canna adeguata e un mulinello. La canna infatti è in grado di ammortizzare la tensione sulla lenza e gli strattoni che provoca la navigazione a vela, inoltre la sua oscillazione e il rumore della frizione del mulinello sono un efficace segnale che la preda ha abboccato. Altro vantaggio del mulinello è che permette di recuperare agilmente anche grosse prede: regolando infatti la forza della frizione del mulinello si può lascare la lenza se se il pesce tira troppo evitando la rottura del filo e quindi assecondando i guizzi del pesce.

Sul mercato ci sono molti modelli di canne da pesca e di mulinelli ognuno adatto a un particolare utilizzo e con dimensioni che variano in base al tipo di prede che si vogliono catturare. La canna da pesca è costituita da due elementi, il manico e cimino o fusto ed è classificata in base alla sua potenza espressa in libbre. I materiali più usati sono la fibra di vetro, il carbonio e la grafite. Se si vogliono contenere le spese ci si può dotare di una canna di fibra di vetro con potenza dalle 30 alle 50 libbre di lunghezza compresa tra 1,60 e 2,10 metri. Il mulinello deve essere dimensionato alla canna. Tra i vari modelli meglio orientarsi su una bobina rotante, meno veloce di quella fissa, ma più potente. La potenza del mulinello è indicata da un numero seguito da uno 0 (il 6/0 per esempio è adatto per una canna da 50 libbre).

Mulinello canna

Lenze e terminali: materiali, diametro e colori

Anche di lenze ce ne sono una grande varietà, secondo l’ambiente di pesca in cui si opera. Le misure del filo sono espresse in centesimi di millimetro e indicate sulla bobina insieme al carico di rottura. Per la traina in mare si può usare come lenza principale un monofilo trasparente di nylon o fluoro carbon da 0,60 o una treccia in dacron con anima piombata. A questa va collegato un terminale di una decina di metri di nylon in genere di dimensioni inferiori (diametro da 0,20 per mare calmo e da 0,25 con mare mosso) e l’unione va effettuata con una “girella” per evitare che la rotazione dell’esca si trasmetta a tutta la lenza.

Per quanto riguarda il colore del nylon per realizzare i terminali è esclusivamente neutro, mentre per la lenza madre è a discrezione del pescatore. In genere è meglio utilizzare colori accesi e ben visibili in modo da riuscire a individuare facilmente la direzione della lenza. Ai fini della cattura sarà invece ininfluente scegliere un colore rispetto a un altro perché la parte che dovremo rendere invisibile all’occhio del pesce sarà il terminale.

Esca

Per ogni pesce la sua esca

Per quanto riguarda invece le esche, queste vanno scelte secondo il tipo di pesce da catturare. In generale quelle artificiali sono più pratiche rispetto all’esca viva. Le più utilizzate per la traina sono le piume con amo, i cucchiaini rotanti e ondulanti e gli “octopus”, che somigliano a polpi o seppie, infine i pesci finti. Ci sono esche galleggianti o affondanti: meglio averne più di una di diverse grandezze

Se invece si scelgono le esche vive occorre ricorrere al tradizionale amo. Gli ami hanno diverse forme e grandezze fino a 3,5 centimetri. Sono contraddistinti da una numerazione decrescente da 1 (il più grande) a 26 (il più piccolo). Quelli maggiori di 3,5 cm invece hanno il numero abbinato a uno 0. Anche in questo caso meglio averne un minimo di assortimento.

Pesca traina

Accessori e manutenzione dell’attrezzatura

A completare l’attrezzatura c’è poi un affondatore ovvero qualcosa in grado di portare lenza ed esca alla profondità desiderata: può trattarsi dei classici piombi oppure fili autoaffondanti o ancora i cosiddetti “stim”, piccoli oggetti di plastica che quando sono trainati si immergono e rimangono a una profondità costante. Infine per il perfetto kit da traina del velista-pescatore non può mancare un guadino per recuperare le prede, un coltello multiuso e ricambi vari da conservare in una di quelle apposite cassette multi scomparto. Può essere utile anche procurarsi un reggicanna da fissare alla battagliola della barca.

Dopo ogni battuta di pesca, coronata o meno dalla cattura di un bel pesce, occorre prendersi cura della propria attrezzatura. Il salino infatti secca e rovina le nostre lenze, oltre che il mulinello e le canne da pesca. Si consiglia quindi di sciacquare sempre il filo del mulinello con acqua dolce facendo scorrerlo su un panno per asciugarlo. Inoltre è sempre bene pulire con un panno umido il mulinello esternamente e sciacquare la canna.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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