Obbligatorio dal 2 maggio 2016 per gli equipaggi che prendono parte alle regate d’altura in tutto il mondo, lo Sprayhood è un cappuccio che viene collegato o è parte integrante dei giubbotti salvagente e che impedisce all’acqua nebulizzata per le onde o il vento di ostruire le vie respiratorie del naufrago. Un accessorio che potrebbe salvare la vita anche ai diportisti.
Cadere fuori bordo mentre si è in navigazione su una barca è uno degli incubi di chi va per mare. Un’evenienza tutt’altro che remota soprattutto quando le condizioni meteorologiche sono impegnative: la barca che sbanda, il deck bagnato che diventa sdrucciolevole, un piede in fallo su una manovra o su una cima, un colpo accidentale del boma, oppure un frangente che si abbatte sulla coperta spazzando via tutto ciò che incontra, compreso l’equipaggio. È un attimo, si perde l’equilibrio, si manca un appiglio e in pochi secondi ci si ritrova in acqua.
Prima regola, indossare il giubbotto di salvataggio
Per questo motivo è obbligatorio quando c’è maltempo e nelle fasi notturne della navigazione, a maggior ragione in caso di equipaggi ridotti o addirittura in solitario, essere sempre assicurati alla life line, una cima o nastro che scorre lungo tutta la coperta della barca da prua a poppa. La connessione uomo-lifeline avviene tramite il cordone ombelicale ovvero un nastro rigido o elastico dotato di moschettoni di sicurezza che si agganciano alla lifeline da un lato e all’imbragatura della cintura di sicurezza o del giubbotto di salvataggio dall’altro. La soluzione che offre più sicurezza è ovviamente quella del salvagente autogonfiabile con anello di sicurezza integrato. Gli attuali modelli essendo pratici, leggeri e compatti dovrebbero essere sempre indossati durante la navigazione soprattuto in condizioni meteomarine avverse.

Quando il salvagente non basta
E tuttavia pensare che il solo salvagente nella sciagurata ipotesi si cada fuori bordo possa di per sé salvare la vita, è un errore che chiunque vada per mare conosce bene. La capacità di galleggiare del dispositivo (espressa in Newton e che distingue i giubbotti di salvataggio veri e propri dai cosiddetti “aiuti al galleggiamento”) è fondamentale per risparmiare le energie, mantenersi a galla nonostante il peso degli abiti bagnati, aumentare la propria visibilità e le operazioni di recupero. Purtroppo però non è raro che dopo una caduta il naufrago perda conoscenza, magari per aver ricevuto un colpo, oppure a causa dell’acqua gelida o ancora quando si rimanga in acqua per lunghi periodi. Facile quindi che in questi casi il giubbotto di salvataggio non possa evitare al naufrago di girarsi con il viso sott’acqua con l’impossibilità di respirare.
Attualmente il mercato offre modelli che hanno la capacità di ruotarsi automaticamente se il soggetto ha il viso in acqua, ma non tutti i salvagente, specialmente se datati, hanno questa caratteristica.
Acqua nebulizzata? Indossa lo Sprayhood
Un’altra evenienza altrettanto pericolosa sono gli spruzzi nebulizzati di acqua che si verificano soprattutto in caso di frangenti grandi e ripetuti oppure per il forte vento. Questa “schiuma”, nonostante il naufrago stia con la testa fuori dall’acqua, può impedire al naufrago di respirare correttamente. Il problema è stato preso molto seriamente dalla Federazione Internazionale della Vela (World Sailing) che dopo una serie di studi in materia ha deciso di inserire un’apposita normativa all’interno del World Sailing Offshore Special Regulations, il sistema di norme che definisce gli standard di navigazione, attrezzature ed equipaggiamento per i monoscafi e i multiscafi che prendono parte a competizioni d’altura. A partire dal 2 maggio 2016 è entrata così in vigore la norma che stabilisce che tutte le barche impegnate in regate d’altura in classe 0, 1, 2 e 3 debbano obbligatoriamente avere a bordo cinture salvagente con cappuccio integrale. Di cosa si tratta?

Cappuccio paraspruzzi, il massimo della sicurezza
Meglio conosciuto come Sprayhood, il cappuccio paraspruzzi è un cappuccio per l’appunto realizzato in materiale trasparente morbido che è collegato o parte integrante del giubbotto salvagente. Serve in pratica a proteggere il viso del naufrago impedendo agli spruzzi d’acqua di raggiungere e ostruire le vie respiratorie (naso e bocca) eliminando il rischio di annegamento. Questa speciale camera protettiva mantiene allo stesso tempo al proprio interno una temperatura più alta dell’esterno aumentando il comfort del naufrago anche in situazioni di acqua fredda o esposizione prolungata agli agenti atmosferici.
Lo Sprayhood è quindi obbligatorio per tutti quegli equipaggi che partecipano a regate d’altura, come per esempio la Giraglia Rolex Cup o la Middle Sea Race qui in Italia, o addirittura a chi prende parte al giro del mondo.
Una sicurezza in più e un dispositivo dal costo contenuto che potrebbe essere utilmente impiegato anche da chi non effettua regate, ma vuole navigare senza patemi e affrontare anche il più terribile degli imprevisti, quello di cadere fuori bordo.