Lavori in testa d’albero: la sicurezza prima di tutto

Due casi di cronaca di marinai schiantatisi sul ponte delle barche mentre eseguivano lavori in testa d’albero sono preziosi spunti di riflessione sui rischi di tale attività per cui, ricordiamo, in Italia serve un apposito patentino. Per il resto bisogna affidarsi ad attrezzatura adeguata, fare scrupolose verifiche e avere massima prudenza.

Un urlo e poi lo schianto sul ponte dello schooner Germania Nova, su cui era imbarcata come marinaio. È morta così Bethany Smith, una ragazza di 18 anni che lo scorso 14 marzo è caduta dall’albero maestro dell’imbarcazione a vela lunga 60 metri mentre era impegnata in alcuni lavori di pulizia e manutenzione. Gli altri equipaggi ormeggiati nell’Errol Flynn Marina di Porto Antonio, in Jamaica, raccontano che la cima che la sorreggeva si è mollata di colpo facendola precipitare. Subito soccorsa, Bethany non è sopravvissuta alle lesioni multiple riportate nel terribile incidente ed è morta poco dopo in ospedale. Una distrazione? Un errore umano? Certo è che al di là del dolore per la tragedia che ha colpito questa giovane ragazza e la sua famiglia di velisti giramondo originari del Galles, l’incidente fa riflettere sull’importanza della sicurezza a bordo e sui rischi delle attività di manutenzione alle barche, in particolare i lavori sul rigging che si esercitano su alberi, crocette e sartiame e che quasi sempre si svolgono a decine di metri di altezza. Serve esperienza, attrezzatura adeguata e una serie di precauzioni, come per esempio quella di non fare tutto da soli. Un errore, anche banale, in questi casi infatti si paga caro.

Qui in Italia tutti ricordano la morte del noto rigger di Savona Giuliano Gallo, esperto velista e regatante, nonché titolare della ditta Nautilia di Genova che nel 2008 a soli 48 anni è precipitato dall’albero di una barca di 24 metri su cui stava lavorando. Era salito fino alla seconda crocetta per mettere in tensione le sartie per sostenere l´albero. Anche in quel caso qualcosa è andato storto: Giuliano si è legato da solo e i colleghi lo hanno tirato su con il verricello, ma il nodo del suo imbrago all’improvviso si è sciolto facendolo cadere da un’altezza di 15 metri.

Testa d'albero

 

In Italia quello del rigger rientra tra i “lavori in quota”

In realtà i lavori di manutenzione e di pulizia all’albero sono operazioni di routine che qualsiasi armatore con un po’ di dimestichezza e capacità manuale affronta periodicamente per far fronte a comuni esigenze: controllare le pulegge delle drizze, lubrificare la rotaia della randa, verificare la tensione delle sartie, ispezionare la stazione del vento, sistemare l’antenna del vhf, etc.

Eppure i rischi di tali attività sono reali e qui in Italia risultano oggetto di un’apposita normativa, il D.Lgs 81/2008 (c.d. Testo Unico della Sicurezza – Ex Legge 626) che li definisce e li disciplina. In particolare la legge fa rientrare queste attività tra i cosiddetti “lavori in quota” che espongono i lavoratori al rischio di caduta da una quota posta a un’altezza superiore ai 2 metri rispetto ad un piano stabile (art. 107) e prevede un particolare addestramento all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale anticaduta, previo rilascio di un patentino obbligatorio.

Lavori in quota
Per i lavori in testa d’albero si dovrebbe sempre poter contare sull’assistenza di qualcuno sul ponte.

 

Un corso di addestramento e apposito patentino

Il corso per ottenere questo titolo si chiama “Corso per addetti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi“, dura circa 4 giorni (32 ore) e riguarda le seguenti materie: conoscenza della normativa generale in materia di sicurezza e salute nel lavoro con particolare riferimento ai lavori temporanei in quota, corretto utilizzo dei principali dispositivi di protezione individuale anticaduta, salita e discesa in sicurezza in modalità autonoma o assistita dalla testa d’albero, corretta tecnica di lavoro in posizionamento anche per tempi prolungati e gestione delle misure di emergenza e autosoccorso in caso di infortunio.

Al di la della legge, in linea generale chi sale in testa d’albero deve sapere di affrontare un’operazione delicata che impone serietà, buona salute fisica e massima attenzione. Imperativo è pianificare attentamente le mansioni da svolgere e soprattutto le operazioni di salita e discesa, eseguendo scrupolose verifiche su materiali e attrezzature utilizzate. Mai fidarsi, doppio check sempre.

Bansigo
Il classico bansigo è uno dei dispositivi che agevola i lavori in testa d’albero in sicurezza anche per tempi prolungati.

 

Protezioni, attrezzature specifiche e buon senso

Importante è anche indossare vestiti comodi e adeguati: scarpe con un buon grip per aumentare la presa e proteggere i piedi da eventuali contusioni e abrasioni; una maglietta e pantaloncini anche in estate per sopportare la frizione dell’imbragatura e della cintura di sicurezza, guanti a mezze dita per proteggere le mani. Non è una cattiva idea usare anche delle ginocchiere.

Quali sono le attrezzature necessarie per salire in testa d’albero? Il mercato offre ormai numerosi dispositivi per agevolare questa operazione: cinture di sicurezza, imbragature, cime da 10 mm, moschettoni, bozzelli, scale, pioli da fissare all’albero, speciali paranchi, congegni tecnologici presi in prestito dall’alpinismo e soprattutto il bansigo, uno speciale seggiolino fissato a un’imbragatura che offre una postura comoda e permette di lavorare anche per alcune ore.

Dotarsi di attrezzatura nuova e adeguata è il primo passo per svolgere questo tipo di attività in completa sicurezza, ma l’accessorio più importante di tutti rimane la prudenza. Buon lavoro!

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

4 Comments
  1. Potete dare qualche riferimento di chi è dove si svolgono i corsi per i lavori in quota per la nautica?

    1. Ciao Alberto, ti segnalo un corso attivo presso lo Yacht Club Italiano (www.yachtclubitaliano.it) con sede a Genova e altri corsi disponibili sia presso la Scuola Sicurezza (www.scuolasicurezza.it) con varie sedi in tutta Italia, sia presso la Vega Formazione (www.vegaformazione.it) con sede a Venezia/Mestre. Ti segnalo che per la parte teorica alcuni di questi corsi possono svolgersi anche in videoconferenza. Sui relativi siti internet trovi tutte le informazioni e i contatti. Grazie dell’attenzione e buon vento!

  2. l’immagine è decisamente forviate…. chi opera in testa d’albero deve obbligatoriamente indossare un’imbragatura da lavoro.

    1. Ciao Daniele, osservazione giusta. Troppo spesso si sottovalutano i rischi di di una salita in testa d’albero, a partire dall’osservanza dei requisiti minimi di sicurezza: imbragatura, guanti, scarpe, etc.

Leave a Reply

Your email address will not be published.