Motore che non parte? Il Check si esegue così

Il motore di bordo è un insieme complesso di parti meccaniche ed elettroniche, ma non deve intimorire il diportista. Di fronte a un’anomalia o un guasto occorre indagarne le cause analizzando i vari componenti e procedendo per esclusione.

Di quanto il motore di un’imbarcazione sia prezioso ce accorgiamo soprattutto quando non funziona. Se l’inconveniente si presenta quando ci si appresta a lasciare la banchina si può risolvere facilmente. Più problematico è invece se rifiuta di avviarsi durante la navigazione o al momento di rientrare in porto. Cosa fare? Innanzitutto mantenere il governo della barca ponendosi lontano da possibili ostacoli o pericoli. Quindi procedere a individuare la causa del guasto.

Motore che non parte: caccia al guasto

La ricerca del guarsto è abbastanza complessa considerando che il propulsore è un insieme di molte parti meccaniche ed elettroniche. In ogni caso è bene procedere per esclusione. Per esempio, se il motore non da alcun cenno di movimento ai ripetuti tentativi di accensione si dovrebbe iniziare con il controllo dell’impianto elettrico a partire dallo stato di carica della batteria, ma anche alla ricerca di possibili falsi contatti per verificare che la tensione arrivi correttamente fino al motorino di avviamento. Se questo avviene regolarmente l’attenzione dovrà essere concentrata proprio su quest’ultimo componente, i cui ingranaggi possono essere soggetti a inceppamento.

Per ogni avaria la sua causa

Se invece il motorino di avviamento gira correttamente, ma il motore non vuole più saperne di partire, per risalire al problema occorrerà procedere a uno screening accurato iniziando dalle cause più probabili: motore ingolfato (attendere qualche minuto e provare a riavviare), bolle d’aria nel circuito di alimentazione (procedere allo spurgo), filtro dell’aria otturato (pulirlo e ripristinare), filtro del carburante ostruito (anche qui pulire e ripristinare), carburante sporco o con acqua (se il quantitativo è modesto si può risolvere con un additivo specifico versato nel serbatoio).

Surriscaldamento: un allarme da non sottovalutare

Spesso a dare l’allarme che qualcosa non va è la spia del quadro motore. Ma può essere anche la mano dello skipper che poggiata per un controllo sulla testata del motore in funzione nel circuito di raffreddamento avverte un anomalo calore. Il motore che surriscalda è un pessimo segnale che non va sottovalutato, pena il rischio di provocare danni gravi.

Per prima cosa il propulsore va messo in folle al minimo e quindi spento per dargli il tempo di raffreddarsi. Quindi occorre indagare le cause dell’anomala temperatura. L’imputata numero uno è la girante che alimenta il circuito di raffreddamento, soggetta a usura, ma può essere anche la presa di pescaggio a mare otturata, il tubo di scarico ostruito, il filtro dell’aria sporco, il termostato difettoso, lo scambiatore di calore ossidato e così via.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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