Una buona manutenzione della barca si gioca anche a livello di attrezzature di coperta che periodicamente è sempre bene aggiornare non solo per migliorare le prestazioni ma anche la gestione delle manovre e il comfort in navigazione. Ecco allora una guida su come scegliere i winch e altri fondamentali accessori come paranchi, bozzelli, carrelli e rotaie.
Per un velista è quasi impossibile resistere alla tentazione di migliorare l’attrezzatura di coperta. Qualsiasi barca si possieda, nuova o vecchia, deriva o cabinato, prima o poi si accende il desiderio di imbarcare un prodotto nuovo con l’obiettivo di ottenere prestazioni migliori, diminuire la fatica fisica durante le manovre e in generale migliorare il comfort e la qualità della navigazione. Se l’armatore è un regatante, l’aggiornamento frequente delle attrezzature è obbligatorio. Se invece siamo di fronte a un velista che si dedica soprattutto alle crociere, alcuni ritocchi alla coperta della barca potranno migliorare decisamente le sue prestazioni e dargli nuovo brio.
In ogni caso non va trascurato che un corretto turn over delle attrezzature di bordo fa parte di un saggio programma di manutenzione a cui ogni skipper dovrebbe attenersi per conservare la piena efficienza e affidabilità della propria barca.
Dal mercato nuovi design, fibre esotiche e super prestazioni
Spesso nel rinnovare le attrezzature di coperta non ci si limita a sostituire questa o quella manovra, ma si può rivedere totalmente il piano di coperta. Del resto l’offerta di nuovi prodotti in questo settore è continua e sempre molto allettante. Non a caso gli accessori di coperta alimentano un giro di affari che nel nostro Paese corrisponde a circa un terzo dell’intero fatturato del comparto nautico. Il settore dei winch, bozzelli, rinvii, carrelli, rotaie e stopper è in costante evoluzione: si va verso scelte che facilitano la conduzione della barca, anche con equipaggio ridotto. Al di là dell’adozione di motorizzazioni per verricelli e sistemi idraulici, adatti soprattutto a scafi di grandi dimensioni, oggi le innovazioni sono indirizzate verso l’utilizzo di materiali esotici o fibre sempre più leggere ma con straordinarie resistenze ai carichi.
La ricerca tecnologia in questo settore nautico è tutta all’insegna della massima riduzione dei pesi unita all’elevata resistenza all’usura. Una spinta verso l’innovazione arriva dalle grandi regate, Coppa America e Volvo Ocean Race in testa, da sempre laboratori e campi di sperimentazione privilegiati dall’industria nautica.
Materiali hi-tech: carbonio e leghe di alluminio evolute
Tra i materiali più utilizzati, oltre al carbonio per i prodotti di alta gamma, c’è ancora la lega di alluminio che però viene lavorata in forme e spessori che permettono di contenerne il peso e viene associata a materiali plastici isolanti come il teflon per ridurne le ossidazioni. Lo stesso alluminio viene trattato con anodizzazioni sempre più accurate per garantire la massima protezione dai raggi solari, il suo nemico più temibile. Inoltre è sempre più diffusa l’adozione di cuscinetti a sfera e rulli di nuove materie plastiche, come il Derlin, il Torlon, etc. C’è poi grande evoluzione nel design di bozzelli, verricelli, rinvii e carrelli che è una ricerca non solo estetica, ma piuttosto ergonomica e che punta a ottenere una maggiore resistenza, maneggevolezza e funzionalità.
Manovre di coperta: prima studiare, poi comprare
Quello che va sottolineato è che le attrezzature di coperta sono un settore tecnico in cui gli armatori riescono a destreggiarsi solo se ben preparati. Occorre innazitutto conoscere bene le attuali attrezzature imbarcate e lo schema della propria coperta. Di ognuna a fronte di nuovi acquisti sarebbe bene disporre di alcune annotazioni importanti: modello, dimensioni, peso e portata per il diametro di cavo di manovra previsto. Poi è necessario consultare i cataloghi e le schede tecniche, visitare i siti internet dei produttori e magari chiedere consigli al personale tecnico, piuttosto che affidarsi a scambi di commenti sui forum o sui social, nonché tra vicini di banchina. Insomma l’acquisto di attrezzature di coperta è solo la fase finale di una ricerca che deve essere molto accurata.
Sulla coperta di una barca a vela le manovre vengono utilizzate per regolare le vele muovendo i cavi attraverso deviatori, bozzelli, passascotte, paranchi, etc. Le manovre devono essere rinviate in pozzetto nel modo più lineare possibile, quindi con i corretti orientamenti e angoli, per poi essere bloccate su adeguati strozzatori o gallocce. Sui cabinati più grandi questo avviene con l’ausilio dei winch, ma sono importanti anche i paranchi, i carrelli, le rotaie, etc.
Winch a misura: imperativo ridurre i pesi
Al di là del costo dei singoli pezzi che può arrivare anche a svariate centinaia di euro e che quindi pone il proprio budget come fattore importante che condiziona la scelta, decidere quali verricelli imbarcare non può prescindere da un attento studio delle proprie esigenze di bordo e dalle caratteristiche tecniche di questi dispositivi. Per scegliere i verricelli giusti per la propria barca infatti occorre tener conto di una serie di elementi che vanno dalle dimensioni della barca e della superficie velica, al tipo di armo, frazionato o in testa d’albero, alle diverse tipologie di manovre (vele di prua, fiocchi, genoa, spinnaker, randa), i carichi in gioco, nonché i tipi di scotta e drizza con cui andranno a lavorare.
Per i winch l’obiettivo costante dei produttori è contenere il peso e ottenere massima velocità e usura minima. Lo stesso velista non deve mai perdere di vista il peso di questi tipi di attrezzatura, considerando che ogni grammo in più che si porta a borda diventa una zavorra che compromette prestazioni ed equilibrio della barca in navigazione. E questo vale naturalmente soprattutto per chi fa regate, ma anche per i croceristi che possono fare a meno di chili inutili a bordo. Proprio al fine di contenere i pesi dei winch si adottano ormai materiali innovativi che hanno in parte sostituito i più tradizionali acciaio, bronzo e alluminio. La tecnologia di questi dispositivi è tutt’ora quelle delle meccaniche di precisione a controllo numerico ma in queste officine meccaniche sono diventate protagoniste plastiche speciali caricate al vetro oppure resine avanzatissime come il Torlon e il Derlin con le quali si realizzano le sfere e i rulli.
Allora dovendo scegliere dei winch a parità di peso occorre imparare a leggere gli altri parametri che sono i rapporti di potenza e velocità dei verricelli. In generale la filosofia dovrebbe essere quella di scegliere il winch più leggero con una maggiore potenza e velocità. Sono dei calcoli che si possono fare senza essere ingegneri, con un semplice studio delle tabelle tecniche che accompagnano questi prodotti. Ogni catalogo riporta guide apposite e suggerimenti, così come i siti internet dei vari produttori dove è possibile ance chiedere delucidazioni a personale tecnico.
Paranco: amico dello skipper, nemico della fatica
Il paranco è il migliore amico del velista perché gli permette di gestire manovre ad alto carico con il minimo sforzo. Conoscere i principi che caratterizzano un paranco è fondamentale per la scelta del nostro piano di coperta sia per le derive che per le imbarcazioni di maggiori dimensioni. Infatti conoscendo questo principio si arriva a stabilire l’esatto carico di lavoro di ogni manovra e quindi a effettuare la scelta degli accessori giusti.
Per scegliere lo schema di paranco adeguato che permetterà la migliore regolazione con il minore sforzo occorre valutare la forza e l’angolo del tiro della manovra e rapportarla alle dimensioni della barca, della superficie velica, nonché alla conformazione del pozzetto. Oltre ai vari schemi dei paranchi occorre conoscere i carichi delle pulegge e soprattutto i carichi di rottura delle manovre. Per avere un’idea si possono vedere le varie opzioni del paranco Harken della scotta della randa: il paranco con schema 4:1 è il più diffuso tra le barche di lunghezza inferiore a 8,5 mt, lo schema 6:1 viene spesso utilizzato sulle barche con randa fino a 35 metri quadrati, lo schema 8:1 viene utilizzato per la scotta randa di catamarani fino a 6 mt, mentre i sistemi a cascata 6:1/24:1 sono progettati per barche con randa fino a 25,5 metri quadrati.
A ogni manovra il suo bozzello
Quasi tutte le manovre di una barca a vela si muovono grazie ai bozzelli, ciascuno con la propria tipologia e destinazione: i tradizionali bozzelli a frizione sono i più adatti a sopportare carichi in posizione statica (drizze o paterazzo), o in quei punti dove non c’è un carico diretto (barber, rinvii a piede d’albero); i modelli a sfera (o cuscinetti) assicurando una forte riduzione dell’attrito sono ideali laddove servono velocità e la facilità di regolazione (scotta di randa, genoa e spinnaker, volanti, carrello della randa); i bozzelli apribili, o dotati di strozzatore esterno, risultano infine particolarmente utili per riprendere una manovra sotto carico o per sostituire al volo un bozzello rotto.
Per quanto riguarda i materiali, i principali produttori affiancano ormai ai modelli tradizionali in plastica e alluminio anche bozzelli in materiali compositi che uniscono assicurano estrema leggerezza e grande resistenza ai carichi. I nuovi materiali plastici più utilizzati sono il Torlon (per i rulli), in grado di garantire una tenuta nel tempo anche per i carichi più elevati, e il Delrin (per le sfere), che offre un’ottima resistenza alla deformazione. Per i corpi invece si va dall’alluminio anodizzato fino al titanio, leghe che permettono di essere forate o raggiate con un notevole ripsrmio di peso. Sempre più adottati infine i sistemi di attacco di bozzelli per mezzo di stroppi in cavo tessile tipo Dyneema o Spectra.
Carrelli e rotaie: come calcolare i carichi
Bozzelli e winch consentono di ridurre al minimo le fatiche del velista ma senza carrelli che scorrono bene e rotaie con capacità di resistenza a carichi elevati tutto questo sarebbe inutile. Di solito carrelli e rotaie vengono proposti in abbinamento secondo le dimensioni della barca a cui sono destinati. Diventa quindi facile, una volta scelto il carrello, individuare la rotaia più adatta, sia questa per le vele di prua o per il trasto della randa. Per quest’ultimo c’è una ricca proposta di soluzioni anche di supporti rialzati per sistemare il trasto sulla tuga piuttosto che in pozzetto.
Per mantenere alto il fattore sicurezza, il massimo carico di lavoro dei carrelli deve risultare maggiore del carico massimo che pensate di poter raggiungere in navigazione. In caso di vento forte, il carrello verrà sottoposto a carichi elevati quando viene spostato – e questa è la situazione in cui il carrello deve lavorare perfettamente – quindi molti velisti preferiscono utilizzare un carrello in grado di sopportare un carico maggiore di quello necessario. Come si fa a calcolare i carichi delle vele della propria barca? In generale, il carico sulla cima di regolazione è il 30% circa del carico del carrello quando il carrello stesso fa lavorare la scotta con un angolo di 45° e il 50% se l’angolo è di 60°.
Importante naturalmente anche qui scegliere la misura giusta: il sistema più veloce per capire a quale gruppo appartiene la rotaia che avete in barca è quello di misurare la larghezza della rotaia nella parte superiore. Oggi grande spazio viene dato anche alle rotaie curve. Come fare a trovare il raggio di curvatura di una rotaia? Di solito, il raggio viene descritto in termini di lunghezza e profondità della corda. Utilizzando l’arco di St. Louis come esempio, la lunghezza della corda è la distanza tra le due estremità dell’arco che toccano terra (ossia la misura tra i due punti della superficie dove va montata la rotaia, mentre per la curvatura orizzontale, la misura dal punto interno del raggio della rotaia).
Per trovare il Raggio di Curvatura utilizzare la seguente formula: R=(L2+D2)/D2 dove R = raggio, L = lunghezza della corda, e D = altezza della corda.
Da valutare attentamente infine in quale punto della coperta montare le rotaie. Alcune parti della coperta potrebbero infatti non essere fatte per sopportare determinati carichi, quindi si suggerisce di fare un controllo accurato prima di praticare qualsiasi foro. Contro piastre o rinforzi possono contribuire a distribuire il carico su una superficie più ampia. Per stabilire quale tipo di rinforzo sia quello più adatto, è meglio contattare un rigger professionista.
Se tutte le scelte delle attrezzatura di coperta sono giuste, la barca avrà un altro passo e guadagnerà non solo in prestazioni ma anche in equilibrio e comfort in navigazione. Per non parlare della schiena del velista che finalmente non verrà più sottoposta a sforzi disumani.