Ispezione stagionale alle attrezzature di coperta

Siete sicuri che le attrezzature di coperta della vostra barca sono in ordine e perfettamente efficienti? Meglio fare una bella ispezione almeno ogni sei mesi. Si parte da prua verso poppa passando in rassegna ancora, rigging, manovre, ferramenta, osteriggi e cordami. Vediamo come procedere e soprattutto come intervenire in caso di problemi, usura e malfunzionamenti.

Tra i lavori di manutenzione ordinaria della barca ci sono i controlli stagionali alle attrezzatura di coperta: manovre, pulegge, verricelli, rigging, sartiame, ancora, etc. Sono operazioni importanti che servono ad avere il polso della situazione e dello stato di salute di queste preziose componenti. Spesso basta un controllo approfondito per prevenire guai seri, rotture improvvise e gravi avarie alla barca che come al solito in mare si presentano nei momenti meno opportuni.

Vediamo allora come procedere e soprattutto come intervenire in caso di problemi, usura e malfunzionamenti.

Ponte in vetroresina

Ponte in vetroresina o in teak?

Prima di tutto è bene sciacquare con acqua dolce tutto il ponte e già in questa fase è possibile effettuare un controllo superficiale delle singole componenti alla ricerca di qualche segnale evidente di usura. Se la coperta è in vetroresina si verifica che l’antisdrucciolo sia ancora efficiente. In caso contrario, si può ridipingere il ponte con le apposite vernici arricchite di additivi antiscivolo. Qualora invece la coperta sia in teak, basta un abbondante lavaggio con acqua di mare durante il quale si può verificare se ci sono infiltrazioni o macchie nere, sintomo di marcescenza del legno.

Spesso i diportisti non riescono a resistere alla tentazione di usare sbiancanti, coloranti e olii di ringiovanimento per il teak. Meglio in ogni caso procedere per prove su piccole porzioni di coperta o adoperare semplicemente dell’acido citrico diluito. Nel caso di coperte in ferro invece bisogna, come del resto su tutte le superfici delle barche costruite con questo materiale, cercare minuziosamente ogni traccia di ruggine per poter arrestare al più presto il processo di corrosione.

Battagliola

Candelieri, battagliola e pulpiti

Passiamo ora ad ispezionare la battagliola verificando che le basi dei candelieri siano ancora ben fissate in coperta e il bulloncino di fermo che impedisce agli stessi candelieri di sfilarsi faccia il suo lavoro. Stessa attenzione va posta sui cavi in metallo accertandosi che siano perfettamente integri e non presentino refoli sfilacciati. Durante questa operazione è sempre opportuno verificare anche che i pulpiti di prua e di poppa siano ben fissati nella loro posizione: ricordiamoci che battagliole e pulpiti rappresentano un’importante elemento per la sicurezza dell’equipaggio e sono sottoposti a dure prove di resistenza durante la navigazione e gli ormeggi.

Ultimati questi primi controlli, si può passare a ispezionare le attrezzature di manovra e la ferramenta di bordo partendo da prua e andando verso poppa. Il primo componente da controllare è l’ancora verificando che non sia arrugginita. Se presenta tracce di corrosione è il caso di procedere alla sua zincatura. Due sono le opzioni: la zincatura “a caldo” che risolve il problema in maniera durevole oppure quella a freddo che però va ripetuta come minimo ogni due stagioni.

Salpancora

Ancora e catena senza ruggine

Apriamo quindi il gavone dell’ancora e prendiamo la catena per ispezionarla attentamente. Deve presentare un buono stato generale e le sue parti arrugginite andrebbero sostituite. Particolare attenzione va posta sull’attacco al golfare fissato sul fondo del gavone, in genere costituito da un sagolino passato tre o quattro volte tra l’ultimo anello della catena e il golfare stesso, in modo che si possa tagliare facilmente in caso di necessità. Vanno controllati anche i segni che misurano il calumo della catena che possono essere realizzati con vernice da ferro oppure sagolini oppure fascette di plastica colorata. Sbarcando a terra la catena si può controllare al meglio anche lo stato del musone e il passa catena.

Un’attenta ispezione non può non interessare il salpancora. È bene in questa fase togliere la calotta che ricopre il motore elettrico per oliare il pignone e l’alberino di innesto. Poi bisogna controllare tutti i cavi elettrici e le prese, lubrificandoli con un pò di Crc. Verifichimo anche che il verricello sia messo bene a massa, pena un suo cattivo funzionamento. Quindi si possono ingrassare il barbottin e la campana del verricello facendo attenzione però a non mettere grasso anche sul sistema frenante.

Sartiame

Check up del sartiame

Passiamo quindi al sartiame. Dopo aver controllato che i cavi d’acciaio siano perfettamente integri e compatti e non vi sia neanche un trefolo rotto andiamo a osservare gli arridatoi e i relativi attacchi. Se sono, come è auspicabile, protetti da gomma, nastro adesivo speciale (grey-tape) o inserti di pelle varrà la pena di smontare le protezioni e controllare che non vi siano tracce di ruggine o crepe nelle pressature delle impiombature, e poi che dadi e controdadi siano ben stretti, che le coppiglie siano ritorte e in buono stato.

Controlliamo con cura anche l’uscita delle lande dallo scafo, verifichiamo che sia stagna e se vediamo che il silicone dà segni di cedimento togliamolo completamente e sostituiamolo. È importante che non vi siano dei rigonfiamenti in coperta in corrispondenza delle lande che rappresenta un brutto segno di cedimento strutturale.

Puleggia

Pulegge, rotaie, golfari e viteria

Per quanto riguarda le attrezzature di coperta, si controlla che le pulegge dei rinvii scorrano liberamente, le rotaie siano ben pulite e non presentino alcuna sorta di intoppo; anche i golfari devono essere ben fissati e i paranchi non devono presentare crepe o danneggiamenti. Controllate che tutte le viti in coperta che assicurano le attrezzature siano sempre ben serrate e che le guarnizioni siano integre. Se si nota che in certe parti il silicone non tiene più, è inutile applicarne di nuovo in superficie, bisognerà invece smontare il pezzo, pulire bene la superficie e rimontarlo con nuovo silicone.

manutenzione winch

La cura del winch: smontare, oliare, riassemblare

I winches devono essere lubrificati almeno una volta l’anno. L’operazione è abbastanza delicata ma alla portata di chiunque sia attento e scrupoloso. Se sono sporgenti fate molta attenzione che non cadano pezzi in acqua, magari premunitevi di costruirvi attorno una protezione. Siate molto cauti smontandoli e segnatevi per scritto o con degli schizzi la procedura di smontaggio per poter poi ripeterla al contrario senza il rischio di sbagliare tutto. Quando smontate gli ingranaggi fate attenzione alle mollette delle castagnole che possono schizzare lontano e non esagerate poi con il grasso, perché, se in eccesso, si potrebbe impastare con il sale o sciogliersi a causa del calore e gocciolare in coperta.

Quello che vale per i winch vale anche per tutti gli altri componenti di bordo: è importante possedere e conservare tutti i manuali di istruzione di ogni accessorio della barca. Ogni marca costruttrice ha i suoi segreti che ci vengono spiegati tramite quei preziosi libretti. Se non ne siete in possesso, scrivete alla fabbrica e fateveli spedire, solo attraverso la loro guida potrete procedere nello smontaggio con sicurezza e competenza e verificarne la perfetta e ottimale installazione.

Rotaie

Lubrificanti secchi e grassi

Se le attrezzature sono in ordine non resta che lubrificare il tutto con un lubrificante secco a base di Teflon che asciuga in pochi secondi lasciando un “film” sottile, scivoloso e totalmente idrorepellente che non trattiene la polvere e lo sporco sui meccanismi, specie quelli a basso e medio attrito che si trovano a costante contatto con l’aria e il salmastro: rotaie e carrelli di randa e fiocco, cursori, torrette per gli strozzatori, pulegge e bozzelli con cuscinetti a sfera.

Meglio invece ricorrere ai tradizionali lubrificanti oleosi per stopper e strozzatori, viti e bulloni, cerniere di porte e gavoni, arridatoi, albero (le pulegge delle drizze), motori entrobordo e fuoribordo, connettori elettrici e morsetti delle batterie.

Manutenzione cime

Oblò, osteriggi e cime di bordo

Diamo poi un’occhiata alle guarnizioni degli oblò e ai passi d’uomo. All’inizio e a fine stagione bisognerebbe passarvi sopra un sottile strato di vaselina. Se notate sbiancamenti o sverniciature della struttura in legno, controllate che non siano sintomi di putrefazione, nel qual caso bisognerà smontare il pezzo, sostituirne le parti rovinate e rinnovarne incollaggi e guarnizioni prima che si deteriorino ulteriormente.

Per ultime lasciamo cime, scotte e cavi di ormeggio. Una volta ispezionati in tutta la loro lunghezza, in modo da accorgersi subito di lacerazioni alla calza o di irregolarità che segnalano danni all’anima, si può procedere a un bel lavaggio. Cime e scotte infatti sono i principali responsabili di quell’odore salmastro che spesso si sente in barca. Una poderosa sciacquata lo elimina. Si può procedere prima lasciandole in ammollo con acqua e sapone in una vasca, dopodiché si può procedere al risciacquo finale direttamente in lavatrice con acqua calda e detersivo. Dopodiché si lascia il tutto asciugare all’aria aperta.

 

 

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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