Le barche sono fatte per navigare e quando rimangono ferme fuori dall’acqua per il periodo invernale richiedono una serie di operazioni volte a preservarne l’integrità di attrezzature e impianti e a evitare fenomeni di corrosione, ossidazione, muffe e altri inconvenienti provocati dall’immobilità e dall’esposizione agli agenti atmosferici. Ecco una guida su come procedere all’invernaggio della barca.
Andare in barca nella stagione invernale è una sfida agli elementi, al maltempo e al buio che arriva prima e accorcia irrimediabilmente le giornate. Eppure c’è il fascino delle navigazioni solitarie, lo scarso traffico marittimo, il lusso delle baie tutte per sé. La maggior parte degli armatori tuttavia, all’arrivo dei primi freddi, considerano conclusa la stagione marinara e provvedono a mettere “a letto” la propria barca, ossia al rimessaggio invernale.
Quella dell’invernaggio è un’operazione importante che va fatta con scrupolo perché le barche sono fatte per navigare e non per stare ferme. Quando rimangono fuori dall’acqua si deteriorano irrimediabilmente quindi bisogna mettere in atto una serie di accorgimenti per preservarle dagli agenti atmosferici, pioggia, freddo, muffe, corrosione, ma soprattutto dall’immobilità. L’obiettivo è di tornare in barca in primavera e fare in modo che tutto funzioni a dovere. Lo scafo in sé non soffre molto questi periodi di “morta”, sono più gli accessori e i dispositivi installati a bordo a risentire dell’inattività: il motore entrobordo, i verricelli, il salpancora, gli snodi della cucina, le carrucole dei paranchi, solo per citarne alcuni. Sono tanti e ciascuno di loro richiede un trattamento specifico per ridurre l’esposizione a eventuali inconvenienti. Quello che è bene fare è allora elaborare una lista di lavori da svolgere, una sorta di promemoria da aggiornare di anno in anno in base all’esperienza con tutte le voci necessarie pronte da spuntare al prossimo invernaggio.
Metalli: acqua dolce e lubrificanti contro la corrosione
La prima cosa da proteggere su una barca in secco durante l’invernaggio sono i metalli che in ambiente salmastro subiscono ossidazioni e corrosioni che a lungo andare li distruggono. Ogni metallo reagisce in modo diverso agli agenti atmosferici ma tutti si deteriorano: il ferro arrugginisce a vista d’occhio, così come l’acciaio anche se in maniera meno accentuata; l’alluminio diventa ruvido e si copre di una patina biancastra, il rame si ricopre di macchie verdastre, l’ottone si scurisce. Tutte le parti metalliche in realtà subiscono quest’opera di invecchiamento dovuta all’esposizione agli agenti atmosferici anche in navigazione, ma in misura estremamente minore di quando la barca è ferma: muovendosi regolarmente infatti durante le manovre e grazie al contatto con parti diverse quella patina di ossido che si forma regolarmente sulle loro superfici viene quotidianamente rimossa. Al contrario quando la barca è in secco, il fiorire delle ossidazioni si accumula e combinandosi con i residui di sale produce una poltiglia che si incastra nei meccanismi fino a bloccarli. Liberarli al rientro in barca è faticoso oltre che rischioso perché occorre spingere, tirare, fare leva, forzare per schiodarli con il rischio di provocare rotture.
Un buon invernaggio delle parti metalliche richiede allora di procedere a lunghi e ripetuti lavaggi con acqua dolce per eliminare ogni residuo di sporco e di cristalli di sale, quindi passare dei lubrificanti liquidi in modo che gli elementi interni dei meccanismi siano protetti da uno strato di olio che ritarda e riduce le ossidazioni. Tra gli elementi da sottoporre a questa cura ci sono i winch, le rotaie, i carrelli, le carrucole, i paranchi, le pulegge delle drizze, i bozzelli, il salpancora, i cardani della cucina, i rinvii del timone, le cerniere degli armadi e dei gavoni, gli oblò, gli osteriggi e così via. La lista è lunga, ma in fondo si tratta di operazioni semplici che si risolvono in meno di una giornata di lavoro.
Oltre agli olii, su alcune attrezzature di bordo nelle quali i meccanismi sono soggetti a forti attriti e pressioni, come per esempio gli ingranaggi interni dei verricelli, del rollafiocco, del salpancora o il circuito della timoneria e gli organi di trasmissione del motore, è meglio applicare anche grassi marini specifici in pasta, tubetto o spray. Sono prodotti corposi come densità e forniscono una lubrificazione di lunga durata con elevata resistenza all’acqua e un’eccellente resistenza al calore.
Cura dell’entrobordo
Anche il motore entrobordo è in gran parte metallico, quindi soggetto a ossido e corrosione: ciò che vale per i delicati meccanismi del rigging, vale anche qui. L’interno dei cilindri, tanto per fare un esempio è in ferro. In navigazione, quando il motore è acceso, lo sfregamento continuo dei pistoni e la lubrificazione dell’apposito circuito tengono a bada la ruggine. Viceversa quando tutto è fermo, le ossidazioni si accumulano con effetti disastrosi. L’ideale sarebbe di far girare il motore per una decina di minuti ogni mese. Non potendo, occorre procedere a un lavoro di pulizia e ingrassaggio delle parti che riduca i danni dell’immobilità. Prima di tutto è bene fare girare il motore per una mezz’ora usando, per il raffreddamento, acqua dolce invece che acqua salata. Alla stessa acqua dolce si può mischiare un bicchiere di acido solforico (quello delle batterie) per aiutare l’opera di disincrostazione. La procedura è semplice: si prende un grosso secchio e una manichetta che faccia arrivare l’acqua dolce al secchio. Si stacca quindi il tubo di raffreddamento dalla sua presa a mare e lo si infila nel secchio in modo che il motore aspiri l’acqua dolce invece che salata. Sia avvia l’entrobordo e si regola il flusso della manichetta in modo che sul fondo del secchio ci sia sempre liquido da aspirare. Dopodiché è bene riempire le camere di compressione dei cilindri con olio motore in modo che i cilindri si saturino di un prodotto lubrificante e spruzzare abbondante Crc nei condotti di aspirazione.
Altrettanto importante per l’invernaggio è pulire il corpo esterno del motore e i suoi accessori con uno straccio imbevuto di lubrificante, quindi ingrassare le parti mobili, pompetta del gasolio, alza valvole, telecomandi, etc. Si può anche cercare di limitare l’ingresso di ossigeno nelle camere di scoppio tappando il buco di scappamento con uno straccio ingrassato. Questa operazione di pulizia diventa anche un’occasione per un check up approfondito dell’entrobordo che farà emergere eventuali avarie o presenza di parti logorate e usurate.
Serbatoi: quali riempire e quali vuotare
Una certa attenzione meritano anche i serbatoi. Il solito dubbio è se lasciarli pieni durante il periodo di fermo oppure se vuotarli completamente. Per prevenire la corrosione l’ideale sarebbe lasciarli pieni in modo che all’interno non rimanga ossigeno che la possa innescare. Questo in realtà va bene per il serbatoio del gasolio che va lasciato pieno fino all’orlo in modo che il carburante stesso protegga la parete metallica interna prevenendo la corrosione. Per quanto riguarda invece i serbatoi dell’acqua così procedendo c’è il rischio che al rientro a bordo ci si trovi di fronte a contenitori invasi di alghe e microorganismi che possono intasare anche i filtri. Meglio vuotarli non prima di versare dell’aceto nell’acqua al fine di ridurre la formazione del calcare e poi sterilizzarli con acqua e amuchina.
Impianti: batterie, wc e prese a mare
Passiamo agli impianti. Per quanto riguarda quello elettrico per evitare che le batterie si scarichino durante la stagione invernale, è bene staccare i contatti e lasciarle, se possibile, sotto carica leggera con un piccolo pannello solare o con dei pannelli normali attenuati da un regolatore. Altrettanto importante è staccare e chiudere tutte le bombole del gas. Le varie aperture che servono a far circolare acqua da dentro a fuori la barca andrebbero ripulite meticolosamente e più a monte possibile. Si possono inoltre rimuovere le griglie di protezione dalle aspirazioni e dopo avere eliminato le eventuali incrostazioni è bene applicare abbondante antivegetativa sia all’interno delle prese a mare stesse che dentro e fuori le griglie.
Massima cura si deve riservare al wc di bordo durante l’invernaggio: le eventuali incrostazioni di sale possono infatti rovinare le valvole in neoprene, le pompe e le relative membrane. Quello che bisogna fare è sciacquare bene il tutto con acqua dolce e aceto per poi pompare via il tutto. Per ultimo si butta un po’ di olio bianco che tiene morbide le guarnizioni. Con l’occasione si può procedere alla pulizia anche della pompa di esaurimento dell’acqua del bagno, ispezionandone il filtro e applicando un po’ di spray antiossidante ai relativi contatti elettrici e disincrostare l’aeratore del rubinetto del lavandino e la doccetta del bagno con prodotti anticalcare.
Albero, sartie e vele
Per evitare che l’albero soffra tensioni e sforzi inutili, quando la barca è ferma per lunghi periodi sarebbe opportuno allentare di 3-4 giri tutti gli arridatoi. Si procede togliendo prima tutte le coppiglie, allentare uno dopo l’altro tutti i tenditori e bloccare di nuovo tutto rimettendo le coppiglie. Importante al termine dell’operazione (utile anche per ispezionare sartie, canotti e tenditori) è stilare un promemoria descrivendo quali arridatoi sono stati allentati e di quanti giri in modo che al rientro in barca si possa procedere al contrario regolando correttamente l’albero. Quanto alle vele occorre sciacquarle con abbondante acqua dolce per eliminare i cristalli di sale che si “mangiano” i tessuti, quindi asciugarle perfettamente prima di piegarle, in questo modo si evita che i residui di umidità inneschino processi di ossidazione di occhielli e tavolette.
Sentine pulite e asciutte
Un’ultima operazione prima di mettere a “letto” la barca è occuparsi delle sentine: quella principale ma anche quella del motore così come il pozzo dell’ancora. Per quanto riguarda la sentina occorre rimuovere i residui che finiscono per raccogliersi in questo vano (olio, grasso, sabbia, carburante) che si trasforma così in una nauseante fonte di cattivi odori. La sentina va dunque asciugata e pulita. Anche la pulizia del vano motore dell’entrobordo è molto consigliata perché qui si accumulano residui di carburante, grasso, olio. Oltre ai normali detergenti, in questo caso è bene utilizzare un emulsionante per separare gli idrocarburi e facilitare la loro raccolta.
Infine il pozzo della catena andrebbe vuotato e lavato con acqua dolce per eliminare i residui organici dell’acqua di mare e per eliminare eventuale sporco che potrebbe otturare i fori di scolo. Anche la catena va lavata e asciugata.