Incendio a bordo: non si può morire come la giovane Giulia

Una ragazza di 29 anni che lavorava come hostess a bordo di una barca a vela di 22 metri è morta per asfissia a seguito di un incendio che si è sviluppato a bordo all’alba del 30 agosto. Sulle cause del rogo sono state avviate le indagini.  

Nella stragrande maggioranza degli incendi, anche in barca, non si muore per le fiamme o il forte calore, ma per il fumo tossico sprigionato dalla combustione di ciò che ci circonda. Inalare quel fumo danneggia i nostri polmoni e di fatto determina un vero e proprio avvelenamento. È morta così nel sonno Giulia Maccaroni, una ragazza di 29 anni, mentre all’alba del 30 agosto la barca sulla quale lavorava come hostess ha preso fuoco. Lo yacht a vela, lungo 22 metri e chiamato Morgana, batteva bandiera inglese ma era gestito da una società di Gragnano (Napoli) e al momento dell’incidente si trovava ormeggiato nel porto turistico Marina di Stabia a Castellammare di Stabia.

Incendio a bordo. La sera prima Giulia era tornata stanca da una mini-crociera e aveva detto agli amici e colleghi di voler dormire un ultima volta sulla barca prima di rientrare a casa, a San Vito Romano nella provincia di Roma. E invece è morta nel sonno, per asfissia e probabilmente non si è accorta di nulla. Quando a bordo sono arrivati i vigili del fuoco e sono scesi sottocoperta nella sua cabina, la ragazza non aveva né ustioni né ferite sul corpo ma di fatto non respirava più e i soccorsi purtroppo si sono rivelati inutili. Giulia Maccaroni era l’unica persona a bordo, visto che lo skipper napoletano e il cuoco avevano già lasciato l’imbarcazione.

Leggi anche: Fuoco a bordo: ecco le 3 zone più a rischio

Incendio a bordo

Un’avaria, una disattenzione o comportamento doloso?

Incendio a bordo. Ancora non si conoscono le cause che hanno sviluppato l’incendio a bordo della barca a vela, ma secondo una prima ricostruzione le fiamme hanno interessato solo la parte esterna dell’imbarcazione. Coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, le indagini sull’incidente sono condotte dai militari della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, guidati dal comandante Achille Selleri. Gli inquirenti stanno al momento visionando le immagini delle numerose telecamere di cui è dotato il porticciolo turistico che è ampiamente sorvegliato e chiuso ad estranei, per verificare se qualcuno si sia avvicinato durante la notte all’imbarcazione. Nel frattempo il Pubblico Ministero, come da prassi, ha disposto l’esame autoptico sul corpo della giovane Giulia che amava la vela e il mare tanto da farne una professione. Non si può morire così.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.