Impianto elettrico di bordo: quanto consumiamo?

Un cabinato confortevole come piace oggi ai diportisti significa avere una buona scorta di energia elettrica a bordo per alimentare dispositivi, impianti e utenze. Ma quanta energia esattamente? E quali sono gli accorgimenti per ridurre i consumi? Vediamo allora come calcolare il consumo di elettricità a bordo della nostra barca, così da poter gestire al meglio l’energia di bordo.

Utilizzare uno yacht a vela significa manovrare le vele e le attrezzature necessarie al governo dell’imbarcazione, ma anche gestire le varie apparecchiature e impianti che servono alla navigazione e a garantire l’autonomia dell’equipaggio a bordo. Tra questi ultimi c’è sicuramente l’impianto elettrico che garantendo all’imbarcazione una scorta di elettricità le permette un’autosufficienza energetica per alimentare strumenti, accessori e utenze. Per quanto questo sistema sia di fondamentale importanza, spesso gli armatori lo conoscono poco, con il risultato che la sua gestione è lasciata in buona parte al caso e al falso principio che chi ha costruito la barca era un professionista e sapeva cosa faceva. Vediamo allora come si calcolano i consumi di bordo e di quanta elettricità abbiamo bisogno per la normale vita a bordo.

Batteria

Batterie, la nostra preziosa riserva di energia

Le batterie di bordo, o meglio accumulatori, rappresentano le nostre riserve di energia elettrica. Esse funzionano grazie a una reazione chimica e la loro caratteristica principale è quella di poter essere ricaricate. A bordo è sempre consigliabile avere due batterie: una che serve esclusivamente per avviare il motore e una che è invece dedicata ad alimentare le utenze di bordo. Le batterie immagazzinano una quantità precisa di energia che si esaurisce con l’utilizzo delle varie apparecchiature di bordo (luci, monitor, radio Vhf, salpancora, etc.). Ma quanto dura una batteria? La durata di un accumulatore si calcola in clicli di carica e scarica. Una batteria per funzionare bene e fornire l’energia dichiarata dal costruttore deve operare in condizioni particolari, determinate in particolare dalla temperatura dell’aria. I produttori di batterie dicono che la temperatura ideale di esercizio di un accumulatore è circa 27 gradi. Se si scende sotto questa soglia, l’accumulatore comincia a perdere la capacità di erogare il suo massimo di energia.

Per fare un’esempio: a 0 gradi erogherà il 65 per cento dell’energia che ha accumulato, mentre a -20 solo il 18 per cento. Oltre che dalla temperatura, l’efficienza della batteria varia anche in funzione dei cicli già effettuati. Il principio è semplice: più la batteria viene utilizzata, meno rende. Quando cambiarla dunque? Ogni 4-5 anni il banco batterie andrebbe sostituito.

Winch elettrico

Quanta energia? Le formule per calcolare i consumi

Prima di acquistare una batteria, dobbiamo sapere da quante ampére la vogliamo. Di che si tratta? Gli ampère sono l’unità di misura che indica quanta energia è in grado di fornire un accumulatore nel corso di un’ora appunto. Tutti gli apparecchi di bordo consumano corrente e attingono dalle batterie l’energia necessaria per funzionare. Per capire quanto dureranno le nostre batterie, dobbiamo fare la somma dei consumi delle varie utenze. A volte alcuni apparecchi non hanno il consumo espresso in ampère, ma forniscono il dato in watt che esprime la potenza dell’utenza. Dividendo i watt per i volt, si ottengono gli ampère. Se per dieci minuti teniamo accese le seguenti utenze con un impianto elettrico da 12 volt:

  • 6 lampadine da 15 watt = 7,5 ampère/ora
  • un frigorifero con compressore in funzione, 3 ampère/ora
  • un faro di ponte 120 watt = 10 ampère/ora
  • Ventilatore 1,5 ampère/ora

Il totale del consumo sarà di 23 ampère/ora che diviso 6, (60 minuti diviso 6 = 10 minuti), ci dà un consumo di 3,83 ampère. In quei dieci minuti abbiamo consumato 3,83 ampère. Ciò significa che la nostra batteria potrà sostenere queste utenze per 4,34 ore (100 ampère : 23 che è il consumo). Ciò a condizione che la batteria sia nuova e che la temperatura esterna sia calda. Se la batteria dovesse essere vecchia e la navigazione effettuata nei mesi invernali, sarà bene calcolare il 20 per cento in meno. Per capire quanto stiamo consumando, non bisogna riferirsi al voltometro, come si fa comunemente, ma all’amperometro. È questo infatti lo strumento che ci dice quanto potranno durare le nostre batterie.

Quadro elettrico

Meglio il voltmetro o l’amperometro?

Per conoscere lo stato delle batterie, la maggior parte dei diportisti si rivolge al voltmetro montato sul pannello elettrico. Il voltometro ci consente di verificare lo stato di carica della nostra batteria indicandoci appunto il voltaggio. In realtà tale dispositivo può darci solo un’indicazione. Un voltmetro che segna 10 volt, ci dice che la batteria è senza ombra di dubbio scarica, ma un voltometro che ne segna 12, non ci dice per quanto quella batteria potrà continuare a dare 12 volt. Per avere un’idea più corretta dello stato delle batterie si dovrebbe usare l’amperometro che ci indica l’assorbimento dell’utenza e quindi il consumo di energia.

Quando si accende il motore e l’alternatore inizia a caricare, una batteria molto scarica, succhierà molti ampère, che diminuiranno con l’aumentare della carica. È possibile che una batteria scarica assorba inizialmente 10 ampère, per passare a 2, 3 ampère ora, una volta che si avvicina alla carica completa.

Computer a bordo

Mai più senza inverter a bordo

Ormai da diversi anni componente fondamentale tra le dotazioni di bordo, l’inverter è uno strumento che trasforma la corrente continua in corrente alternata e la porta da 12 a 220 volt. Questo prezioso dispositivo permette quindi di utilizzare a bordo apparecchi che funzionano solo con la 220, per esempio l’asciugacapelli o il caricabatterie del computer portatile. Il consumo dell’inverter è molto elevato perché gli apparecchi che serve sono concepiti per l’utilizzo casalingo e quindi non hanno nessun accorgimento per ridurne il consumo. Un asciugacapelli può consumare sino a 1000 watt. Il che significa che in uscita dall’inverter ci devono essere 1400 watt, il che significa un assorbimento di 116 ampère ora a 12 volt. In dieci minuti questo accessorio assorbirà 19,5 ampère.

Frigorifero a bordo

Frigorifero: di notte non spegnetelo

Per utilizzare al meglio le utenze di bordo sarebbe bene conoscere come funzionano al fine di evitare errori nei consumi di energia. Uno degli errori più comuni riguarda il frigorifero. Molti armatori hanno l’abitudine di spegnere il frigorifero durante notte, sicuri di ridurre il consumo di energia. In realtà è vero il contrario. Un frigorifero ben isolato, infatti di quelli con l’apertura a pozzetto, una volta giunto a temperatura spegne automaticamente il compressore che quindi non assorbe corrente. Tornerà a prelevare dalle batteria qualche frazione di ampère due o tre volte durante la notte, quando la temperatura interna della cella sarà salita e il termostato comanderà l’accensione del compressore per qualche minuto per ristabilire la temperatura programmata. Spegnendo il compressore di notte, probabilmente si può risparmiare non più di un ampère e mezzo.

Il giorno dopo tuttavia quando si rimetterà in moto il compressore, questo per far tornare la temperatura interna della cella frigorifera ai valori desiderati dovrà lavorare per molto più tempo consumando più energia. Un utilizzo corretto del frigo al fine di risparmiare energia dovrebbe essere invece quello di aprirlo il meno possibile e tenere aperto lo sportello per lo stretto necessario.

Salpancora

Salpancora, ghiotto di energia

Tra i componenti dell’attrezzatura di bordo destinati ad assorbire grandi quantità di elettricità c’è il salpancora. Anche in questo caso tuttavia ci sono degli accorgimenti che si possono mettere a punto nell’uso quotidiano per ridurne i consumi. Un salpancora elettrico che ala una catena che si trova a piombo sotto la prua, dovrà issare solo il peso della catena, mentre lo stesso verricello che tira a bordo la catena prima che questa sia a piombo sotto la barca, dovrà issare sia il peso della catena, sia sforzarsi per trascinare la barca che avanza verso l’ancora. In questo caso l’assorbimento di energia è indiscutibilmente maggiore.

Luci led yacht

Lampadine, meglio scegliere i led

Un consumo che spesso si sottovaluta è quello delle lampadine di bordo. Sui cabinati moderni a volte si usano ancora le lampadine alogene, le quali se da una parte fanno una luce molto più bella e intensa, dall’altra hanno consumi maggiori. Queste lampadine sono generalmente da 20 watt contro quelle a incandescenza che, se grandi, sono da 10 watt. Una barca media che ha tutta la zona del quadrato accesa ha bisogno di circa 160 watt, che in ampère significa 13,3 ampère ora. Moltiplicando questo dato per quattro ore di utilizzo, si ottengono 53,33 ampère: il che vuol dire mezza batteria da cento ampère. Per questo negli ultimi anni la maggior parte dei diportisti è passato alle lampadine a led: piccole, efficienti, consumano pochissima energia, durano più a lungo e non hanno praticamente bisogno di manutenzione. Un led di colore bianco può restare acceso per 50.000 ore con una perdita del flusso luminoso del 10 per cento massimo e se colorato le ore salgono a 100.000.

Batterie quadro

Batterie sempre efficienti: 4 consigli utili

Ecco infine qualche suggerimento per ottenere il massimo dalle nostre batterie in termini di prestazioni e durata:

Mantenere il livello di carica vicino al 100 per cento procedendo a periodiche ricariche anche durante i periodi in cui la barca rimane ferma.

Controllare il livello dell’acqua e provvedere al rabbocco se necessario (solo per le batterie a elettrolita liquido).

Non abbinare mai batterie con diversa tecnologia e batterie usate con batterie nuove.

Assicurarsi che le batterie siano sempre asciutte e pulite, con i morsetti bene ingrassati.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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