Francesco e Giacomo Galimberti, due fratelli milanesi di 22 e 20 anni sono partiti lo scorso 19 luglio da Ventimiglia per completare il periplo dell’Italia a vela a bordo di Banana Joe, un piccolo catamarano HobieCat 16. Un’avventura originale e intensa che gli sta regalando tante emozioni e qualche difficoltà.
La voglia di sfidare sé stessi, il contatto con la natura, il desiderio del viaggio. Sono questi gli elementi che hanno spinto due giovani fratelli, Francesco e Giacomo Galimberti, 22 e 20 anni di Milano, a partire per questa avventura estiva: il periplo dell’Italia a vela a bordo di Banana Joe, un piccolo catamarano HobieCat 16.
Lunghe navigazioni sottocosta, planate, tramonti in compagnia dei delfini e notti a dormire in spiaggia facendo campeggio nautico. Questo era il loro programma per trascorrere le loro vacanze estive in modo decisamente alternativo rispetto ai loro coetanei.
La passione per la vela ereditata dai genitori
Sono partiti lo scorso 19 luglio da Ventimiglia e il loro obiettivo è raggiungere Trieste entro il prossimo 19 di settembre percorrendo circa 25 miglia per tappa. Francesco e Giacomo sono due studenti universitari. Entrambi hanno cominciato ad andare a vela da piccoli insieme ai genitori poi hanno proseguito facendo esperienze con la famosa scuola milanese Vela Mare. “Aiutavano a spostare le barche a terra – raccontano – davamo una mano e uscivamo quando non c’erano allievi ai corsi. Sappiamo andare in barca, ma non abbiamo fatto nessun percorso classico. Insomma, non abbiamo cominciato con l’Optimist e poi le derive, le regate e via dicendo”.
Planare a tutta e dormire in spiaggia
Poi nel 2016 Francesco è partito da solo per il periplo della Sardegna a bordo di un 420, mentre il fratello era impegnato con gli esami di maturità. Da quella esperienza ha preso corpo il progetto del giro d’Italia.“Due mesi fa un amico ci ha prestato il suo Hobie Cat 16 – spiegano – e sono cominciati i preparativi per questa avventura. Un po’ di corsa, a dire la verità”. A bordo i due velisti hanno acqua, cibi liofilizzati, due telefoni (uno stagno e uno impermeabile) e per seguire la rotta le carte elettroniche Navionics. Quando arrivano a terra durante gli scali dormono sotto la barca ricoperti da un telo, talvolta improvvisano fuochi sulla spiaggia (sono entrambi scout) e a volte gli capita di cucinare anche i pesci presi alla traina.
Tanti incontri e solidarietà a terra
Finora il loro viaggio è stato ricco di emozioni, ma non sono mancate le difficoltà: “A Genova siamo rimasti senza vento – raccontano – onde di navi e barche da tutte le parti. Eravamo sbatacchiati. Siamo arrivati sdraiati sulle prue e remare con le braccia. Abbiamo trovato una spiaggetta prima del porto commerciale di Voltri. C’erano dei genovesi con le loro barchette da pesca che ci hanno fatto spazio. Il Golfo di La Spezia l’abbiamo fatto al volo, a 12 nodi. Lì c’è sempre vento, mentre in . Versilia ci siamo fermati negli stabilimenti balneari. Dopo un primo momento di diffidenza i responsabili capivano il progetto e ci hanno sempre lasciato fare sosta. Bastava che partissimo la mattina presto. E noi alle 8 molliamo gli ormeggi. E navighiamo fino alle 8 di sera”. Hanno dovuto affrontare le bonacce e i colpi di vento: “Nel Golfo di Corigliano in Calabria – raccontano – ci siamo ritrovati con un metro e mezzo di onda, vento a 30 nodi: nonostante le due mani di terzaroli, è stato faticosissimo tenere il nostro Hobie Cat. Nello Stretto di Messina invece ci siamo rovesciati e tra vento e corrente, ci abbiamo messo 40 minuti a raddrizzare la barca!”.
Insomma Francesco e Giacomo per questa estate 2018 volevano l’avventura e a quanto pare sono stati accontentati. È possibile seguirli sulla loro pagina Facebook dove postano quotidianamente i racconti del giro d’Italia in Hobie Cat 16. Un’esperienza originale e intensa che siamo sicuri ispirerà altri velisti sognatori come loro.