I venti in Mediterraneo diventano più deboli

A livello mondiale i venti rafforzano del 7 per cento rispetto al 2010, dice uno studio americano eppure in Mediterraneo secondo i dati dell’Enea i venti nostrani sono destinati a un progressivo rallentamento. Dipende dalle interazioni tra gli oceani e l’atmosfera.

Brutte notizie per chi va a vela, ma anche per chi pratica il kitesurf e il windsurf nel bacino del Mediterraneo. Secondo un recente studio del laboratorio di modellistica climatica dell’Enea i venti che soffiano sul “mare nostrum” sono destinati a un progressivo rallentamento della loro velocità nel lungo periodo, in particolare nei prossimi 30 anni. E come conseguenza diretta di questo fenomeno anche lo stato del mare tenderà a essere più pacifico.

Una tendenza, questa dell’area mediterranea, che va controcorrente rispetto ai venti a livello globale che invece sembrano essere aumentati negli ultimi 10 anni. A registrare il dato è un altrettanto recente studio effettuato dall’Università americana di Princeton, in collaborazione con quella svedese di Göteborg. L’analisi ha dimostrato che negli ultimi dieci anni, ovvero dal 2010 al 2019, l’intensità dei venti mondiali è aumentata del 7 per cento. In pratica questo significa che se dieci anni fa in un determinato periodo dell’anno e una specifica zona di mare la media dei venti era di 15 nodi, oggi è di 16,5.

Ciclicamente i venti diminuiscono o rafforzano

I dati dell’Enea e quelli dello studio dell’Università di Princenton e Göteborg non sono contrastanti. Semplicemente i primi sono a lungo termine, mentre i secondi sono su base annuale. Gli scienziati spiegano che questi fenomeni di vento altalenante non sono connessi ai cambiamenti climatici, ma sono ciclici e trovano riscontro nel fenomeno naturale conosciuto come “ocean-atmosphere oscillations” che risente delle interazioni tra oceano e atmosfera. In particolare negli studi vengono citate tre oscillazioni decennali: dell’oceano Pacifico, del Nord Atlantico e dell’Indice Tropicale Nord Atlantico, quest’ultimo descrive l’anomalia delle medie mensili della temperatura dell’acqua in superficie nell’oceano Atlantico tra il Nord Africa e il Sudamerica.

Se i venti aumentano, diminuisce il riscaldamento globale

Pur non avendo un effetto diretto sulla velocità dei venti in realtà il riscaldamento globale può essere studiato anche attraverso la comprensione di come cambia il vento negli anni. Se i venti per esempio diventano più forti, cresce la produzione eolica, una componente importante del mix di energie rinnovabili che costituisce un fattore determinante per contenere l’incremento della temperatura globale rispetto al passato.

Nel frattempo ai velisti e agli appassionati di sport acquatici non rimane che aspettare venti migliori in Mediterraneo, utilizzare attrezzature più performanti nelle arie leggere oppure approfittare della stagione invernale per farsi una vacanza ai Caraibi dove oltre al caldo e alle palme tropicali troveranno anche più vento per far andare le loro vele.

 

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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