Di recente Stati Uniti e Inghilterra hanno siglato un accordo per proteggere il relitto dai predoni che sistematicamente portano via illegalmente oggetti preziosi e allestimenti durante le spedizioni sottomarine. Chiunque vuole visitare il relitto d’ora in poi dovrà chiedere il permesso ai due governi.
Già molti anni fa Robert Ballard, il geologo e geofisico che scoprì nel 1985 il relitto del Titanic, in un’intervista al Times lanciava un allarme sui predoni della celebre nave che viene saccheggiata sistematicamente da sub e turisti. Sono oltre 6.000 infatti gli oggetti di valore sottratti illegalmente dal relitto nel corso di spedizioni sottomarine ufficiali e non, tra cui lampade ornamentali, suppellettili e allestimenti di pregio. Senza contare i danni arrecati alla nave nel corso di tali incursioni, come per esempio il ponte di coperta crollato sotto il peso dei tanti piccoli sottomarini che l’hanno utilizzato per attraccare oppure le rotture provocate da chi ha tentato di penetrare nelle cabine di prima classe in cerca di diamanti e altri beni preziosi che facevano parte dei bagaglio dei passeggeri.
Danni causati dall’uomo che si sommano a quelli provocati dalla natura e dagli agenti atmosferici contro la nave che, lo ricordiamo, è affondata il 15 aprile 1912 a 350 miglia da Terranova su un fondale di 3.800 metri. Ruggine, alghe e batteri stanno rapidamente erodendo lo scafo metallico, ormai ridotto a una lamina sottile, e delle rifiniture in legno non resta più nulla. Il famoso posto vedetta da cui Frederick Fleet urlò “iceberg” nella prima e ultima notte di navigazione è stato ormai inghiottito dagli abissi.
Quei memorabilia della nave che fanno gola a molti
Per tentare di salvaguardare ciò che resta del Titanic arriva allora un trattato tra gli Stati Uniti e il Regno Unito che prevede una extra-protezione del gigantesco relitto che si aggiunge alla Convenzione Unesco sulla tutela del patrimonio culturale subacqueo. Il nuovo accordo, che dovrebbe essere esteso anche a Canada e Francia, punta a mettere uno stop alla caccia alle memorabilia del celebre transatlantico. Chi d’ora in poi sfiderà le acque fredde dell’Atlantico per immergersi con sottomarini sul relitto, dovrà ottenere il via libera dai governi di Londra e Washington.
Ora per raggiungere la nave serve la licenza
“Questo accordo è decisivo per preservare il relitto – spiega il ministro britannico per il mare, Nusrat Ghani – ora sarà trattato con la sensibilità e il rispetto per gli ultimi resti delle 1.571 vittime”. Il trattato, firmato nel 2003 dal Regno Unito, entra in vigore dopo essere stato ratificato lo scorso novembre dal segretario di Stato americano, Mark Pompeo. Permette in pratica ai due paesi di rilasciare o respingere le licenze che autorizzano a entrare nel relitto o di portare via oggetti. È però vincolante solo per le flotte Usa e britanniche.
Una salvaguardia utile che dovrebbe arrestare anche il turismo selvaggio. Basti pensare che qualche anno fa la società Blue Marble Private proponeva al costo di 105.129 dollari a persona visite al relitto del Titanic a bordo di piccoli sommergibili in carbonio. Intanto, sul Telegraph, la Rms Titanic Inc, la società che ha avuto la licenza per esplorare e sfruttare il relitto, ha annunciato una nuova missione per recuperare uno dei telefoni senza fili di Marconi che erano a bordo. Una lotta contro il tempo perché ciò che ancora resta di quella nave sfortunata si sta sgretolando.