Furti di barche: ecco come difendersi

Se lasciate incustodite per brevi o lunghi periodi, soprattutto nella stagione invernale le barche possono essere oggetto di furti oppure saccheggiate di accessori e attrezzature di bordo. Come cautelarsi? Mettendo in atto una serie di precauzioni per rendere la vita difficile ai “topi da barca”. Ecco quali.

Le barche sono oggetti vivi che incarnano la nostra passione per il mare, la voglia di viaggiare ed esplorare il mondo che sia un tratto di costa, un’isoletta o una baia solitaria. Rappresentano quel desiderio profondo di libertà che si respira ogni volta che si mollano gli ormeggi anche solo per rimanere al timone qualche ora con il vento in faccia e gli occhi che si perdono nell’orizzonte. Sono prolungamenti di noi stessi che curiamo e a cui affidiamo le nostre vacanze o i momenti del tempo libero per ritrovare il contatto con la natura, l’esercizio fisico e che ci aiutano staccare la spina dai ritmi frenetici del quotidiano.

Ecco perché quando un armatore rimane vittima del furto della propria barca o anche parti di essa accusa una ferita assai più profonda del danno economico che pure non è irrisorio. Furti di barche non mancano tra le notizie di cronaca. L’ultimo caso è avvenuto lo scorso 6 novembre a Marina degli Aregai, in Liguria. Una barca a vela di sedici metri, la Tangaroa, appartenente a un promotore finanziario di Torino, Guido Rispoli, è stata rubata tra le 18.30 e le 20 mentre era ormeggiata all’interno del porto. Gli investigatori stanno esaminando i filmati del sistema di videosorveglianza del porto per ricostruire l’accaduto. Determinante potrebbe essere la presenza a bordo di un sistema di geolocalizzazione. Il sospetto è che i ladri, se di ladri si tratta, abbiano fatto rotta sui porti francesi. Disperato l’armatore che ha lanciato un passaparola su Facebbok: “Chiunque avvisti la barca è pregato di chiamare la polizia”, si legge nell’avviso fatto girare anche su altri canali social.

Generalmente le barche sono una preda facile per i ladri: nella maggioranza dei casi basta tagliare un paio di cime, alzare le vele e il gioco è fatto. Del resto le occasioni in cui la barca viene lasciata incustodita sono molte: durante le soste a terra quando si va in crociera e soprattutto in autunno o nella stagione invernale, quando le uscite in mare sono meno frequenti e spesso si tira in secco lo scafo.

Gps satellitari

Polizze assicurative, sistemi d’allarme e gps satellitari

Come cautelarsi dai furti della propria barca? Innanzitutto con un’assicurazione ad hoc. Le compagnie assicurative prevedono prodotti personalizzabili e versatili a garanzia di barche e natanti. Si può anche valutare l’acquisto di un allarme professionale o i dispositivi di localizzazione satellitare dell’imbarcazione.

Utile può essere anche stampare in modo indelebile sullo scafo il nome e il numero di matricola della barca (obbligatorio per legge) e avvisare sempre l’autorità del porto dei propri spostamenti, soprattutto quando si esce dal porto. I gestori dei porti cercano di contenere il problema mettendo delle sbarre negli accessi alle banchine, sistemi di riconoscimento con tessera magnetica, attivando servizi di guardia e di videosorveglianza. Ma a volte non basta. Non sono rari quegli armatori che investendo una discreta quantità di denaro installano sistemi di geolocalizzazione a bordo delle proprie barche come deterrente ai furti.

Pozzetto

Attrezzature di coperta e accessori nell’occhio dei ladri

Oltre al furto della barca, chi frequenta i marina non può sottovalutare il rischio che qualche malintenzionato salga a bordo per appropriarsi di accessori e attrezzature. I ladri di solito agiscono nelle ore notturne e preferiscono obiettivi facili: attrezzature costose e poco ingombranti. Occorre quindi usare delle piccole precauzioni che possano complicagli il lavoro, costringerlo a utilizzare attrezzi da scasso voluminosi, insomma rendergli preferibile passare ad altro.

L’ingresso del tambucio merita le attenzioni maggiori per sventare intrusioni sgradite. Di solito la chiusura formata dal pannello che scorre sulla tuga e il portello di legno o plexiglass è provvista di una serratura, un po’ limitata però da sola a garantire la sicurezza della barca. Meglio aggiungere ai battenti del portello un paio di staffe di acciaio munite di occhielli a cui fissare una solida catena e un grande lucchetto.

Sedute e gavoni

Gavoni a prova di cacciavite e passi d’uomo oscurati

Altro punto esposto della barca sono i gavoni del pozzetto, all’interno dei quali si stivano le drizze, l’ancora e le dotazioni di sicurezza. Anche in questo caso è bene dotare ciascun portello di un apposito lucchetto e non, come alcune volte si vede, un’unica catena che scorre per tutte le chiusure dei gavoni.

Osteriggi e passi d’uomo, essendo nella maggior parte dei casi realizzati in plexiglas infrangibile, quando chiusi sono inviolabili a meno di scardinare il tutto. Ricordarsi tuttavia che quando non si è a bordo è meglio chiudere eventuali oscuranti per evitare che l’intruso adocchi qualche accessorio all’interno e rimanga nel dubbio se a bordo ci sia o meno qualcuno.

Marina

Strumenti di navigazione: conservarne il numero di codice

Anche per radio vhf, gps, ripetitori video, radar e pc possono essere prese delle precauzioni anti furti. Intanto se si prevede una lunga assenza, è meglio sbarcarli. Oltre alla regola di non lasciarli incustoditi all’aperto, sarebbe bene marchiare quelli più costosi con il nome della barca o i propri dati personali: esistono in commercio delle speciali penne che lasciano un tratto visibile solo ai raggi Uv.

Poi è bene prendere nota del numero di codice identificativo del prodotto e quando si acquista un nuovo accessorio sarebbe preferibile conservare la fattura, fondamentale sia in caso di risarcimento dei danni da parte delle compagnie di assicurazione che per facilitare il lavoro di indagine della polizia.

Tender

Tender e zattere prede ambite se incustodite

Tra gli accessori più rischio di furti c’è il tender che spesso gli armatori durante le crociere o i brevi spostamenti da una baia all’altra tendono a lasciare legato alla barca sia di giorno che di notte. La prima precauzione da prendere è quella di scrivere il nome della barca con caratteri grandi e colori vistosi. Almeno la sera, poi, è meglio tirarlo a bordo e legarlo saldamente in coperta. Se proprio si decide di lasciarlo in acqua, accanto alla cima è bene utilizzare una catena con lucchetto per bloccarlo. La stessa precauzione si può prendere quando lo si lascia a terra sulla spiaggia o sul molo durante le escursioni a terra.

Anche la zattera autogonfiabile se alloggiata all’esterno, a pruavia dell’albero o sullo specchio di poppa, quando la barca non è in navigazione va assicurata con catena e lucchetto così come il fuoribordo che andrebbe assicurato alla staffa di appoggio sempre con un lucchetto. Per l’entrobordo esistono in commercio dispositivi di bloccaggio che possono essere applicati all’asse dell’elica, in alternativa si può scollegare la batteria di avviamento.

Documenti bordo

I documenti della barca non si lasciano a bordo

I documenti della barca (licenza di navigazione, certificato d’uso del motore, patentino radio, etc.) non dovrebbero mai essere lasciati a bordo, così come le chiavi attaccate all’interruttore d’accensione, o dentro il tavolo da carteggio o sulle panche del pozzetto, meglio portarle sempre dietro, possibilmente con un portachiavi anonimo. Inoltre è bene tenere separate le chiavi della barca da quelle del motore.

Rendere la barca totalmente invulnerabile è pressoché impossibile. Usare queste accortezze tuttavia, può essere molto utile per evitare di dover rinunciare alla propria preziosa passione.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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