Emirates Team NZ stabilisce un nuovo record di 222,4 km/h

Emirates Team New Zealand e Glenn Ashby hanno navigato con “Horonuku”, il prototipo da record mondiale di velocità terrestre alimentata dal vento, più velocemente di qualsiasi record precedente.

Nuovo record a vela. L’imbarcazione “Horonuku“, il cui nome deriva da Ngati Whatua Orakei e significa “scivolare rapidamente attraverso la terra”, ha fatto esattamente questo. Lo scorso 11 dicembre ha raggiunto i 222,4 km/h con 22 nodi di vento sul lago Gairdner, nell’Australia meridionale. Uun bel colpo per il prototipo di Team New Zealand che contemporaneamente agli allenamenti per la prossima America’s Cup si è lanciato in questa sfida.

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Glenn Ashby: “Questo è solo l’inizio!”

Il velista e pilota di Horonuku Glenn Ashby era chiaramente soddisfatto della prestazione, ma anche consapevole che il prototipo avveniristico può andare molto più veloce. “Io e il team siamo entusiasti di aver navigato con Horonuku a una velocità superiore a quella mai raggiunta prima, spinta solo dal vento. Ma sappiamo che Horonuku può andare più forte quando avremo più vento e condizioni migliori Quindi c’è sicuramente motivo di festeggiare, ma questo è solo l’inizio”, ha dichiarato Ashby subito dopo l’impresa.

Fin dall’idea iniziale di questo tentativo di record mondiale, spinto e sostenuto da Grant Dalton, Matteo de Nora e dal resto del team di Emirates Team New Zealand, il vero obiettivo dei “kiwi” non è mai stato solo quello di battere il record, ma di spingere le cose al limite e di andare il più veloce possibile. Sanno di poter andare più veloce, quindi hanno intenzione di farlo.

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Ora il record deve essere ratificato

Prima che la velocità di 222,4 km/h di Horonuku venga dichiarata “ufficiale”, c’è un rigoroso processo di verifica che deve essere condotto in conformità con l’organo di governo internazionale FISLY (Federation International de Sand et Land Yachting) affinché il nuovo record mondiale di velocità venga ratificato. Un giudice indipendente approvato dalla FISLY si è recato sul lago Gairdner per assistere e verificare la corsa, la registrazione Gps di Horonuku e tutti gli altri requisiti obbligatori di un tentativo di record, e deve inviare tutti i dati relativi alla FISLY entro 48 ore.

Il prototipo Horonuku è dotato infatti di un Gps che registra dati GNSS (Global Navigation Satellite System) di tipo “survey” che forniscono 21 punti di riscontro ogni 2 secondi. Ognuno di questi punti dati fornisce una stima della posizione precisa di circa 10 millimetri. In questo modo si ottiene una velocità media di 2 secondi, il cui risultato sarà direttamente paragonabile a quello del record assoluto di 202,9 km/h registrato da Richard Jenkins il 29 marzo 2009, un record che resiste da oltre 5.000 giorni.

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Le sfide tecnologiche di oggi sono il futuro

“Il progetto Land speed è stato una nuova opportunità per spingere i confini dell’aerodinamica, delle forze strutturali, dei metodi di costruzione e dei materiali”, ha dichiarato il direttore di Emirates Team New Zealand Matteo de Nora. “Quello che spesso si sottovaluta è che le tecnologie che esploriamo in sfide come questa, o in una campagna di Coppa America, sono in definitiva le fondamenta della tecnologia di domani. Essere all’avanguardia nella tecnologia è ciò che affascina di tutte le sfide affrontate finora dal team”.

L’alta velocità di Ashby e del team arriva dopo alcuni mesi frustranti di ritardi meteorologici sul lago, dovuti a piogge senza precedenti e all’acqua in superficie che hanno causato ritardi nel programma. Le previsioni meteo per questo fine settimana erano altrettanto impegnative, con significativi cambiamenti di direzione del vento e la temuta minaccia di pioggia e temporali. “Come squadra, per tutta la settimana abbiamo seguito ogni aggiornamento meteo e abbiamo fatto tutto il possibile per essere pronti alle piccole finestre che ci si presentavano – ha spiegato ancora Ashby – ma una cosa che abbiamo capito è che, per quanto si possa essere preparati, non si può ottenere un risultato come questo senza una squadra straordinaria intorno a noi e un piccolo aiuto da parte di Madre Natura”.

Ora che il team ha superato il precedente record di velocità ed è fiducioso che con più vento Horonuku sia in grado di andare ancora più veloce, il team si prenderà una pausa in attesa di previsioni perfette per fare un altro giro. In assenza di altre brezze nel prossimo futuro e con il Natale alle porte, è probabile che si arrivi al 2023.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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