A conquistare l’ultima edizione della Barcolana è stata Wendy Schmidt, moglie dell’ex Ceo di Google e con un patrimonio familiare intorno ai 10 miliardi di dollari. Una donna che ha scoperto la vela dopo i 50 anni, fa regate e vuole salvare l’ambiente.
Si può iniziare la vela a 50 anni e vincere addirittura regate prestigiose. Non solo, ma trovare nella navigazione la consapevolezza di come la tutela dell’ambiente deve essere la nostra priorità. Lo dimostra Wendy Schmidt, che al timone Deep Blue, un 26 metri varato due anni fa a Valencia e progettato dallo spagnolo Botin, ha stupito il mondo vincendo l’ultima edizione della Barcolana. È la prima donna a farlo onorando una passione scoperta per caso nel 2007, quando aveva 42 anni.
Moglie dell’ex Ceo di Google e con un patrimonio di famiglia stimato in 10 miliardi di euro, Wendy Schmidt si è esaltata da questa partecipazione alla Barcolana in mezzo a una flotta di 1.600 imbarcazioni. “È stata la regata più emozionante della mia vita ha dichiarato dopo avere tagliato il traguardo – e in 15 anni in cui faccio competizioni in mare non ho mai visto nulla di simile. E Trieste è un posto pazzesco per andare per mare”.
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Il mare non è solo un parco giochi e va difeso da tutti
Questo successo che ha dato ancora più visibilità a questa velista così appassionata è un’occasione per portare avanti la sua difesa dell’ambiente. Un tema a cui si è affezionata proprio navigando nei mari di tutto il mondo e che da anni è al centro di una campagna in difesa e della conservazione degli oceani. “La più grande minaccia per l’oceano è l’ignoranza. Capire ciò che non sappiamo dell’oceano è affascinante. I marinai sono i sostenitori più naturali della salute degli oceani. Vanno in posti dove nessuno va e vedono cose che nessuno vede. Quando inizi a chiedere loro cosa sta cambiando nell’oceano te lo diranno.
L’equipaggio di Wendy Schmidt, che si chiama “11th Hour Racing, al momento sta preparando il giro del mondo in equipaggio e nel frattempo sensibilizza aziende, club e protagonisti della nautica all’esigenza di trasformare l’industria della vela in chiave “green”. L’obiettivo per il futuro è cambiare il modo in cui operano le regate e trasformarle in eventi a zero emissioni. Una come Wendy Schmidt è proprio un modello da seguire.