Una delle grandi novità tra le attrezzature di coperta delle moderne barche a vela sono gli anelli ad alto scorrimento, meglio conosciuti come “ring”. Quali sono i loro vantaggi? A quali manovre si applicano? Vale davvero la pena effettuare un “restyling” della propria barca all’insegna di questi accessori?
Negli ultimi anni a bordo delle barche le fibre tessili hanno preso il posto di grilli, moschettoni e pastecche, ma anche di sartie, draglie e paterazzi. I nuovi materiali come Dyneema, PBO, Vectran, Polipropilene, Poliestere HT, Kevlar, Supercable e fibre aramidiche stanno sostituendo l’acciaio in innumerevoli contesti, dall’attrezzatura di coperta al rigging. Una delle grandi novità del momento sono gli anelli ad alto scorrimento, meglio conosciuti come “ring”. Ma a cosa servono? I ring in pratica sostituiscono i bozzelli. E non solo i passacavi, ma anche paranchi a cascata per il vang, per il paterazzo o i punti di scotta del fiocco. Sin dalla loro prima commercializzazione, attorno al 2005, hanno letteralmente invaso il mercato della nautica. I diportisti, si sa, hanno scelto da tempo la strada dell’easy sailing e dell’attrezzatura semplice e spesso preferiscono i ring senza parti in movimento e che non si rompono alle tradizionali pulegge.
Ma quali sono i vantaggi di questi materiali innovativi? Quali sono nello specifico le manovre interessate? E soprattutto vale davvero la pena effettuare un “restyling” della propria imbarcazione all’insegna di questi accessori? Vediamolo insieme in questa guida.
Il bozzello, re delle manovre a vela
Tutti conosciamo la storia del bozzello e le sue straordinarie qualità marine che ne hanno fatto un caposaldo tra le attrezzature di bordo delle imbarcazioni a vela. All’inizio dell’1800 in ognuno dei grandi porti europei ed extraeuropei arrivavano ogni giorno decine di velieri e molte migliaia ne viaggiavano su tutti gli oceani. Ogni veliero aveva più di un centinaio di bozzelli a bordo, tra grandi e piccoli, perché tutte le manovre si facevano esclusivamente con paranchi. Questi bozzelli di legno e canapa tra l’altro avevano una vita piuttosto breve, diciamo un paio di traversate dall’Europa all’America, dopodiché bisognava cambiarli tutti. Un business incredibile per gli attrezzisti: solo dalla Royal Dockyards di Southampton in Inghilterra venivano prodotti all’inizio del 1800 circa 130.000 bozzelli l’anno.
Siccome in ogni porto del mondo ciascun veliero doveva trovare i bozzelli di ricambio necessario alle sostituzioni, esisteva anche una standardizzazione, cioè una normativa che regolava la produzione, come una sorta di grande catalogo che prevedeva i vari tipi e le diverse misure a cui tutti i costruttori dovevano, attenersi per cui nel porto di Genoa o di Liverpool si poteva trovare esattamente lo stesso prodotto. Oggi, dopo tanti anni di onorata carriera, il bozzello vede comparire a bordo una sorta di concorrente, il ring, in certi casi più efficiente. Ma è veramente la fine di una tradizione?
Una soluzione innovativa importata dal mondo delle regate
Come capita spesso, il mondo delle barche da crociera osserva quello che succede sui campi di regata per cercare di migliorare le prestazioni degli scafi. Con i ring è successa la stessa cosa. Le prime applicazioni degli anelli e delle attrezzature di manovra in tessile infatti hanno fatto la loro comparsa a metà degli Anni 2000 sull’attrezzatura di coperta dei Mini 650, dei Class 40 e dei 50 o 60 piedi da regata. Ormai però si vedono sempre più spesso anche sulle barche da crociera.
Gli stessi cantieri apprezzano i vantaggi dei ring, non ultimo i loro bassi costi di produzione, mentre dal canto loro i navigatori ne sono conquistati: sono leggeri, poco costosi e facili da usare.
Identikit di un ring: il segreto è nel Dyneema
Ma come è fatto nello specifico un ring? I ring sono dei dischi in materiale composito con un foro centrale e una gola laterale. Ma sin dalla loro prima serie si sono evoluti in forme differenziate per rispondere a diversi usi. A moltiplicare il successo del ring è stata la scoperta del Dyneema, una fibra molto resistente e rigida che essendo molto facile da piombare ha portato a una serie di bozzelli per così dire legati. La legatura solitamente in linea non sostituisce solo gli attacchi in acciaio ovvero grilli e moschettoni, ma la struttura stessa del bozzello. Un loop in Dyneema entra nel foro del mozzo centrale della puleggia e ne sostiene il carico. Una puleggia e un loop rappresentano ad oggi la soluzione più leggera e resistente.
Ma il Dyneema ha anche un’altra caratteristica: è estremamente scivoloso ed è sfruttando questa qualità che nasce il sostituto del bozzello, ossia l’anello, detto anche “ring”. Con gli anelli non c’è più nemmeno la puleggia, ma solo un anello legato alla gola esterna che lascia scorrere al suo interno una manovra, meglio se in Dyneema, dato il ridotto attrito prodotto da questa fibra. Non esiste allo stato attuale una soluzione più leggera, più resistente e nemmeno più economica.
Dove si può armare il ring?
Premesso che non è per nulla facile stabilire quanto più conveniente sia l’uso di pulegge rispetto ai ring, ci sono moltissimi casi a bordo dove i carichi permettono l’uso dei ring. Questo dipende anche dal fatto che molte manovre in barca non sono correnti tanto quanto lo sono altre, bensì sono preparate o comode, vuoi perché vengono messe in tensione prima del loro effettivo utilizzo o perché portano bassi carichi o infine per la bassa frequenza della loro regolazione. Questa è una lista valida per barche medio-piccole all’uso del ring: cascate del vang, punto di mura del gennaker, punto di scotta del fiocco, lazy jack, paterazzo, brancarella dei terzaroli e dovunque vi sia un angolo di deviazione basso.
Quanto tiene un ring? Tanto. Più di quel che serve. I ring non si rompono e nemmeno perdono la loro proprietà di alto scorrimento.
Il problema dell’attrito
Certo, occorre sottolineare che con il ring ci sono maggiori attriti che su un bozzello e non sarà mai conveniente costruire un paranco a molte vie con degli anelli. Ma quanto l’attrito è maggiore rispetto a un tradizionale bozzello? Questo dipende da due punti principali: l’angolo di deviazione (180° dà valori di attrito maggiori rispetto ad angoli di 90°) e la parancatura (maggiore è il numero di Ring e maggiore è l’attrito). Non è nemmeno da soffermarsi sul fatto che dipenda anche dalla qualità del ring e dal materiale del tessile. Concentrandoci sui primi due aspetti (angolo e numero) possiamo far luce sulla complicata questione dell’attrito. In primo luogo: i ring non sono adatti a tutte le manovre. In secondo luogo: si sceglie il ring in casi dove una perdita in termini di attrito è accettabile soprattutto in vista di altri benefici (peso, costo, dimensione, durevolezza, resistenza).
Insomma tra i vantaggi riconosciuti del ring ci sono la resistenza, la leggerezza, la maggiore flessibilità, il carico di trazione sopportato. Ci sono soluzioni più o meno indicate a seconda dell’uso che si fa della propria barca. Se siete velisti evoluti, vale la pena esaminare con attenzione l’opportunità di imbarcarli.