Créole, il veliero da favola che fece impazzire Lady Gucci

Varato nel 1927 dal cantiere britannico Camper & Nicholsons, lo schooner a tre alberi Créole, venne regalato nel 1983 dall’imprenditore della moda Maurizio Gucci alla moglie, Patrizia Reggiani. Un veliero splendido, ma dal fascino sinistro.

Certe barche a vela sono talmente belle, eleganti, icone di stile e storia marinara, che fanno innamorare a prima vista. Questo fu l’effetto del Créole, lo splendido schooner di oltre 60 piedi, per Patrizia Reggiani, alias “Lady Gucci” quando lo vide per la prima volta nel Golfo di Copenaghen, in Danimarca. Era il 1983 e la barca, varata nel 1927 dal cantiere Camper & Nicholsons, ormai mostrava i segni del tempo. Era piuttosto malandata e quasi prossima alla demolizione. Eppure la sciatteria di quelle condizioni non riusciva a intaccare il suo fascino straordinario. Tanto che non appena la vide, Lady Gucci la chiese in regalo al marito, l’imprenditore della moda Maurizio Gucci.

Ultimo membro della dinastia di famiglia a gestire l’impero della moda, Maurizio Gucci era un appassionato velista e per accontentare la moglie decise di acquistarla. Al di là del costo milionario e le dimensioni importanti, era una scelta folle per l’epoca. Visto che all’inizio degli Anni 80 non c’era la conoscenza attuale sul restauro delle barche classiche.

Créole Gucci
Photo Credits: Martin Roget.

La maledizione del Créole dalle origini all’omicidio Gucci

Non solo. Il grande veliero, armato con oltre 1.000 metri quadrati di vele, godeva di una pessima reputazione fin dalla nascita. Venne ordinato al cantiere inglese Camper e Nicholsons dal magnate statunitense Alec Smith Cochrane, produttore di tappeti, che lo battezzò “Vira”. Subito dopo il varo tuttavia, avvenuto il 14 settembre 1927, all’armatore venne diagnosticato un male incurabile che lo portò rapidamente alla morte. Il tre alberi passò allora a un nobiluomo inglese, Maurice Pope, che lo ribattezzo “Créole” in omaggio a un dolce squisito che aveva preparato lo chef di bordo. Poi la barca venne acquistata da Sir Connop Cuthrie al quale tuttavia dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale venne sequestrato dalla Royal Navy che lo utilizzò per il trasporto delle truppe.

La fama peggiore il Créole l’acquisì però con il suo successivo proprietario, l’armatore greco Stavros Niarchos che lo rilevò per pochi soldi come residuato bellico e lo riportò agli antichi splendori. Nei suoi lussuosi saloni, raccontano i cronisti dell’epoca, si preparò infatti il dramma che generò la morte, il 4 maggio 1970, della moglie Eugenia Livanos e quattro anni dopo di sua sorella Tina, che il magnate greco nel frattempo aveva sposato. Nel primo caso si parlò di “eccesso di barbiturici”, ma anche nel secondo incidente qualcosa non tornava.

Créole Gucci

Un restauro milionario per tornare al vecchio splendore

Nonostante questa fama sinistra Maurizio Gucci portò il Créole in Italia e affidò i lavori di restauro allo Studio di Architettura Navale Giorgetti & Magrini di Milano. Lo scafo venne riportato a legno, furono recuperati gli interni, rimossa la vecchia motrice e ripristinato l’armamento velico originale. Così il Créole, dopo sei anni di costosi lavori, tornò a essere uno degli yacht a vela più grandi e più belli di sempre.

Créole Gucci

Da barca del jet set alle crociere charter

Ma la cattiva sorte ancora una volta toccava questa splendida nave. Nel 1995 l’armatore Maurizio Gucci veniva assassinato e la proprietà della barca passò alle sorelle Allegra e Alessandra Gucci, le attuali proprietarie. Nel 2008 il Créole venne ancora una volta restaurato ed ora è adibito al charter di lusso. Attualmente la barca è registrata ad Hamilton e batte bandiera delle Isole Bermude con porto di armamento a Palma, Panama. A Lady Gucci, che nel frattempo ha scontato una condanna a 18 anni per essere stata la mandante dell’uccisione del marito Maurizio, del Créole ora restano le foto sbiadite e i ricordi di veleggiate meravigliose.

Credits Photo in apertura: Guillaume Plisson.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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