Coronavirus: velisti bloccati in porto in Sardegna e in Tunisia

Vita dura per i diportisti che in questi giorni di allarme Coronavirus sul territorio italiano rientrano nei porti del nostro paese o tentano di sbarcare in altri paesi. Due casi di skipper bloccati in porto: due titolari di una società di charter a Portisco e un’altra coppia di velisti a Monastir, in Tunisia.

Mentre a seguito dell’emergenza Coronavirus in tutto il territorio italiano si sospendono eventi nautici, regate e si nega alla comunità di diportisti la stessa pratica della navigazione su barche a vela e a motore, si accavallano episodi di intervento che colpiscono marinai sia in uscita che in rientro lungo le nostre coste.

L’ultimo caso ha riguardato i due titolari della società di charter Boomerang che ha base a Portisco, in Sardegna. Giovedì 12 marzo i due skipper si apprestavano ad arrivare nel marina locale a bordo di un Dufour 520 Grand Large che nei giorni scorsi erano andati a ritirare in Francia per aggiungerlo alla propria flotta. Ma una volta contattata l’autorità portuale sono stati avvisati che non sarebbero potuti sbarcare fino all’espletamento della cosiddetta “Libera Pratica Sanitaria”.

 

Obbligo di Libera Pratica Sanitaria nei porti

Si tratta infatti di una misura precauzionale prevista nell’ultimo decreto del governo. Tutte le navi e le barche da diporto in arrivo in un porto o marina italiano, a meno che non escano e rientrino nello stesso marina o porto, al loro arrivo devono chiedere la Libera Pratica Sanitaria prevista per le navi extra Ue. Quindi devono mettere a riva una bandiera gialla e non devono attraccare sino a quando non ricevono il permesso dall’autorità portuale. Una volta poi sbarcati a terra, sono tenuti alla quarantena. Dal canto suo il porto è tenuto ad avvicinare l’unità dotando i suoi ormeggiatori dei necessari presidi medici atti a prevenire l’infezione. Sempre il porto o il marina, prima di consentire l’attracco della barca, deve far rilevare la temperatura corporea di tutti i membri dell’equipaggio dell’imbarcazione.

Lo stesso Contu e il suo socio quindi hanno dovuto chiedere la Libera Pratica Sanitaria compilando un modulo che il marina gli ha fatto avere a bordo portato con un tender da due ormeggiatori in tuta sanitaria e mascherina. La Libera Pratica Sanitaria è stata poi concessa in maniera tempestiva alla Guardia Costiera di Porto Torres non appena ricevuti i documenti, ma una volta a terra, i due navigatori si sono dovuti auto isolare in una quarantena di 14 giorni.

Avaria al pilota automatico: niente sbarco in Tunisia

Nei giorni precedenti due velisti italiani provenienti da Pantelleria in barca a vela stavano andando a Cap Marina di Monastir, in Tunisia, per eseguire un intervento di riparazione al pilota automatico in avaria alla barca, ma una volta in loco sono stati immediatamente bloccati a bordo della propria imbarcazione ancorata nel porto e gli è stato impedito di sbarcare. L’autorità portuale ha quindi sorvegliato l’auto isolamento dei diportisti, in attesa di sottoporli ad accertamento sanitario. Nel frattempo l’ambasciata italiana in Tunisia ha fornito fin da subito massima assistenza ai connazionali, facendo in modo che ricevessero i servizi in banchina, tra cui acqua ed elettricità.

È stato quindi sollecitato l’invio di una delegazione della Capitaneria di Porto sul posto che ha loro prospettato alcune opzioni nell’ambito delle misure di contenimento del coronavirus: isolamento a bordo, sbarco con relativo isolamento in un hotel, oppure intervento di un tecnico per riparare l’avaria per il conseguente rientro in Italia. I due connazionali alla fine hanno già comunicato all’ambasciata l’arrivo del tecnico tunisino a bordo.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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