Ci sono tanti piccoli accorgimenti che un equipaggio può attuare in porto e durante la navigazione per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale. E il punto di partenza è proprio come fare cambusa.
Come gestire i rifiuti in mare. Ogni anno milioni di rifiuti vengono abbandonati in Mediterraneo e lungo le sue coste. Plastica, vetro, lattine, pile esauste, pneumatici, reti e perfino piccoli elettrodomestici. Quando non vengono recuperati con azioni mirate di pulizia tutti questi rifiuti rimangono in mare per lungo tempo inquinando l’acqua, soffocando i fondali ed entrando addirittura nella nostra catena alimentare perché ingeriti da pesci e animali marini. Ma quanto ci mettono esattamente questi rifiuti a essere smaltiti nell’ambiente marino?
Alcuni studi si sono presi la briga di quantificare con un certo margine di precisione i tempi di smaltimento e i numeri sono impressionanti. Si scopre per esempio che la carta igienica impiega dalle 2 alle 4 settimane per deteriorarsi fino a scomparire del tutto, mentre un cartone di latte ci mette da 1 a 5 mesi. Un mozzicone di sigaretta gettato distrattamente in mare ha bisogno invece da 1 a 3 anni per esaurirsi mentre un solo fiammifero ci mette da 10 a 14 mesi. Gettate le pile del vostro Vhf in mare? Sappiate che si smaltiranno tra 200 anni, mentre una bottiglia di plastica ci metterà addirittura 400 anni.
Leggi anche: Pacifico, l’isola di plastica è come un iceberg
Idee ecologiche per fare cambusa
Come gestire i rifiuti in mare? Comprare all’ingrosso significa che i vostri prodotti hanno meno imballaggi o addirittura nessuno ed è anche più economico. Dove possibile, comprate imballaggi che possono essere riutilizzati, ad esempio un barattolo di vetro è meglio della plastica monouso. Rimuovete tutti gli imballaggi dagli alimenti prima di lasciare il porto e smaltiteli in un apposito centro di gestione dei rifiuti. Tra l’altro rimuovere il cartone aiuta anche a prevenire gli scarafaggi.
Riponete quindi gli alimenti come cereali, riso e pasta in bidoni o contenitori. Per un uso quotidiano più pratico, ricollocate gli articoli da bagno e i prodotti per la pulizia acquistati all’ingrosso in contenitori più piccoli da usare più volte. Dove possibile, comprate ingredienti di base e cucinate da zero invece di comprare cibi preparati come biscotti, pasticcini e alcuni pasti principali. In questo modo si risparmia sull’imballaggio, sullo spazio a bordo e sul denaro.
Come gestire i rifiuti in mare
Niente va buttato in mare, tranne i prodotti biologici e a oltre 12 miglia dalla terraferma. La regola generale per qualsiasi prodotto è questa: se avete spazio per portarlo a bordo, allora dovreste avere spazio anche per riportarlo a casa. Nel bidone dell’organico potete includere tutti gli scarti di cibo, tranne l’olio da cucina. Peraltro più piccoli sono i pezzi dei rifiuti, meglio è. Riutilizzate tutti i contenitori di vetro/latta. Questi per esempio possono essere regalati: sono come oro nelle comunità che vivono in zone molto remote. Sciacquate i rifiuti in acqua salata e comprimeteli il più possibile. Per evitare che i cattivi odori della spazzatura invadano tutta la barca, conservate i rifiuti in uno scomparto ermetico.
Come gestire i rifiuti in mare. Conservare anche le batterie usate in un contenitore ermetico e smaltitele correttamente a terra. Molti supermercati hanno un contenitore per lo smaltimento delle batterie. Tenete separati i materiali riciclabili, quindi qualsiasi plastica, vetro e metallo, carta e cartone. Importante: i sacchetti di plastica e la pellicola non sono riciclabili.
Cosa fare dei rifiuti, una volta giunti a terra
Come gestire i rifiuti in mare. Informatevi su quale sistema di gestione dei rifiuti/riciclaggio esiste nel porto o nel marina in cui atterrate con la barca. Se esistono strutture inadeguate, tenete i rifiuti a bordo. Anche se la gente del posto si offre di prendere la vostra spazzatura, dovreste controllare dove va a finire. Per esempio, alle Maldive, la parola “discarica” e “spiaggia” sono identiche! Se c’è una discarica, controllate cosa significa in realtà. Se si tratta di un mucchio di spazzatura su un terreno non protetto in un atollo corallino a bassa quota, questo non è adeguato e probabilmente sta rilasciando tossine nell’oceano.
Non gettate i rifiuti in un bidone stradale e nemmeno bruciateli sulla spiaggia. Bruciare la plastica su un fuoco aperto a un calore molto più basso che in un vero inceneritore produce diossine, che sono noti cancerogeni e perturbatori ormonali, e non fanno bene al nostro corpo.