Come navigare in solitario e fare i primi passi in sicurezza

Ci sono tante regate che esaltano la navigazione a vela in solitario, come il Vendée Globe o la Mini Transat. Ma non c’è bisogno di essere un campione di regate oceaniche per navigare senza equipaggio e in completa sicurezza.

Si dice che ci sono più persone che sono andate nello spazio che marinai che hanno completato un giro del mondo senza scalo in solitario. Probabilmente è vero, ma ci sono anche migliaia di diportisti che senza fare regate e tentativi di record in oceano prendono la loro bella barchetta e veleggiano in completa solitudine senza problemi.

Certo, la vela in solitario è sicuramente più impegnativa di quella in equipaggio, ma non ci sono i professionisti delle regate a praticarla che portano le loro “Formula 1” del mare. Si può navigare in solitario per scelta o per costrizione. Certo è che il piacere di essere soli in mare con la propria barca come compagno di viaggio è impareggiabile. Una magia non impossibile: richiede solo un po’ di preparazione e organizzazione. Ma anche un certo stato d’animo, poiché bisogna essere pronti a fare tutto in modo indipendente e ad assumere tutti i ruoli a bordo, skipper, navigatore, regolatore di vele, cuoco, riparatore, etc.

navigare in solitario

Come adattare la barca alla navigazione in solitario

Una barca per navigare da solitario deve essere preparata e bisogna concentrarsi sulla sua facilità di gestione. Per iniziare in modo sicuro, l’ideale è uscire con tempo calmo e prendere nota di tutti i punti critici nelle manovre che rappresentano un problema. Governare, lasciare il timone, issare la randa, terzarolare, trimmare il genoa, virare e strambare, prendere un gavitello e gettare l’ancora. Ognuna di queste manovre dovrebbe essere resa fluida e sicura. Da questo punto di vista potete anche chiedere consiglio a un rigger professionista per eventuali modifiche al piano di coperta per rendere la vostra barca più facile da usare in solitario.

Se non avete mai fatto un’uscita in solitario, il consiglio è di fare una sorta di finta uscita in solitario per evitare un possibile disastro. In pratica vi fate accompagnare da un vostro amico, ma che interverrà solo se necessario. Lo stesso, da fuori, sarà in grado di fornire commenti e consigli, in quanto potrà vedere le manovre da lontano, e magari girare delle clip video da riesaminare con calma una volta tornati a terra. Lo scopo di queste uscite è quello di rivelare dove possono essere fatti dei cambiamenti per rendere la navigazione sicura e piacevole, facendo piccoli interventi che renderanno la vita più facile.

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Un autopilota è fondamentale per navigare in solitario

La lista delle attrezzature per aiutare la navigazione in solitario è lunga e dipende dalla barca, ma l’autopilota è sicuramente in cima alla lista. È molto difficile navigare da soli senza un pilota automatico. Questo vi permette di mantenere una rotta a motore o con poco vento ed è un grande aiuto per il navigatore solitario che esce e rientra in porto con tutto da preparare da solo. Se non potete permettervi di investire in un autopilota, potete provare il vecchio metodo dell’elastico. Il timone è tenuto da entrambi i lati da bande elastiche la cui tensione permette alla barca di seguire la sua rotta controvento. Questa tecnica su alcune barche è molto efficace e s’impara molto sull’equilibrio del timone. Unica pecca: appena si lascia il punto di bolina, il sistema perde la sua efficacia.

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Un piano di coperta per la navigazione in solitario

La crescente popolarità delle regate oceaniche ha portato negli ultimi anni allo sviluppo di componenti che rendono a tutti più semplice la navigazione, anche in equipaggio ridotto. Vele portanti su avvolgitori, stralli amovibili, autopiloti, winch elettrici, e così via. Il piano di coperta può anche essere modificato, spostando rinvii e bozzelli o per esempio installando un pratico sistema di terzaroli.  L’obiettivo è proprio quello di facilitare la navigazione in solitario. Ovviamente, c’è sempre un compromesso economico.

Occorre non perdere di vista la propria esperienza, le proprie aspirazioni e  il proprio budget per fare l’investimento più redditizio in termini di numero di giorni di navigazione in solitario durante la stagione velica. Se intendete navigare principalmente da soli o fare solo uno o due viaggi all’anno, l’investimento non sarà lo stesso.

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Sicurezza quando si naviga da soli

Quando si naviga da soli o con un equipaggio ridotto, le considerazioni sulla sicurezza devono essere prese da una diversa angolazione. Il rischio di un incidente è più alto e le conseguenze di questo ancora di più. Naturalmente un giubbotto di salvataggio e un PLB (Personal Locator Beacon) dovrebbero essere indossati, ma questo è tutt’altro che sufficiente. Infatti, la cosa più importante è non cadere dalla barca.

Questo è il motivo per cui quando si naviga in solitario si deve essere costantemente attaccati alla jack line o ad altri punti di ancoraggio, anche con tempo calmo. Infine, è obbligatorio per coloro che vogliono completare traversate oceaniche fare un corso di sopravvivenza.

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La comunicazione per i velisti solitari

Quando si naviga da soli in mare si dovrebbe fare un piano di navigazione e condividerlo con qualcuno di cui ci si fida. Ora di partenza, destinazione e ora prevista per il ritorno. Una buona idea è anche testare il Vhf, assicurarsi di avere caricato il telefono cellulare e per le navigazioni più al largo anche un telefono satellitare è altamente raccomandato. Per coloro che hanno un trasmettitore AIS, si raccomanda anche di far precedere il nome della barca da “navigatore solitario”.

Con queste semplici precauzioni la navigazione in solitario offre emozioni speciali e spinge al limite le conoscenze tecniche della navigazione. È molto eccitante e crea dipendenza, quindi fate attenzione se lo provate. Potreste non smettere più…

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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