Un documento redatto dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome invoca nuove norme per equiparare i servizi destinati al diporto nautico a quelli del settore turistico.
Uno dei settori che nel prossimo futuro crescerà di più è il turismo nautico. Un comparto che sta già assumendo forme più attuali e versatili, capaci cioè di rispondere al meglio alle nuove sensibilità ed esigenze degli utenti. In generale il mare è sempre più sentito come risorsa e opportunità; inoltre la vita e le vacanze sul mare sono ormai disponibili per una fascia sempre più ampia di appassionati. C’è poi il focus sulla sostenibilità considerata ormai un elemento chiave.
Gli italiani in fatto di turismo nautico sono alquanto privilegiati. Sparsi sugli oltre 8.000 bellissimi chilometri di costa italiana ci sono ben 285 porti per una dotazione complessiva di 162.455 posti barca. Un piccolo tesoro che accanto al patrimonio artistico, culturale ed eno-gastronomico di inestimabile valore fa del nostro Paese una destinazione perfetta per il turismo nautico.
Chieste facilitazioni fiscali e amministrative
E valorizzare gli aspetti turistici della nautica da diporto è proprio l’obiettivo della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome che lo scorso 16 marzo ha redatto un documento nel quale si evidenzia la necessità di azioni di sostegno per il diporto nautico con facilitazioni fiscali, amministrative e promozionali equiparate a quelle destinate ai servizi turistici sulla terraferma.
Il nuovo documento fa leva sulla recente risoluzione del Parlamento Europeo (Relazione sulla definizione di una strategia dell’UE per il Turismo sostenibile) che invita la Commissione Europea a orientare finanziamenti di sostegno per i porti turistici; e a porre in essere iniziative per incentivare il turismo nautico e costiero promuovendo rotte e itinerari ad hoc.
A beneficiare di supporto dovrebbero essere gli approdi turistici, i Marina Resort; ma anche le società di locazione e noleggio di imbarcazioni che dovrebbero essere inquadrate come fornitori di servizi turistici. A ciò si aggiunge la richiesta di specifiche direttive in favore delle concessioni gestite da associazioni sportive e senza scopo di lucro.