I vortici oceanici sono particolari correnti marine. La crisi climatica ha reso più potenti negli ultimi 30 anni questi fenomeni. A rivelarlo uno studio australiano che ha raccolto i dati satellitari dagli Anni 90 a oggi.
Che ci sia in atto una crisi climatica gli scienziati lo dicono da decenni. Ma qual è l’impatto di questi cambiamenti sugli oceani? A svelarlo è una recente ricerca condotta dall’università nazionale australiana di Canberra che dopo avere studiato le immagini satellitari degli ultimi 30 anni hanno stabilito che con l’aumento delle temperature e l’innalzamento dei livelli delle acque anche le correnti oceaniche e i cosiddetti “vortici” stanno diventando più attivi e potenti. Che cosa significa?
Le correnti oceaniche sono un parametro fondamentale che racconta la circolazione delle acque marine; ma anche le alterazioni negli equilibri degli ecosistemi e il diverso spostamento dell’anidride carbonica di cui un’ampia parte è catturata dagli oceani. Non meno interessanti sono i vortici, sorta di correnti circolari di acqua che possono variare da decine a centinaia di chilometri di diametro. I vortici si trovano soprattutto in alcune aree oceaniche. Tra queste la corrente del Golfo in Messico, la corrente circumpolare antartica, che è la più estesa al mondo, la corrente Kuroshio nel Pacifico settentrionale e la corrente dell’Australia Orientale. Perché studiare i vortici? I vortici trasportano acqua calda e fredda da una zona a un’altra e, oltre al calore, spostano sale, sostanze nutrienti e carbonio. E il carbonio gioca un ruolo centrale, considerando che gli oceani assorbono più del 25% dell’anidride carbonica prodotta dalle attività umane.
Leggi anche: Arriva il satellite altimetro che misura il livello degli oceani
I vortici influenzano gli ecosistemi degli oceani
Da qualche decennio una rete di satelliti vigila sugli oceani documentando sia le variazioni delle correnti generali che quelle dei vortici. I ricercatori australiani hanno analizzato le immagini raccolte dal 1993 al 2020 e hanno elaborato quindi tutti i dati riguardo la loro velocità, l’estensione e l’energia con cui si muovono. I risultati indicano che in tutte le aree oceaniche ricche di correnti, la presenza delle regioni di vortici è aumentata dal 2 al 5% ogni 10 anni dal 1993 ad oggi. Una delle regioni in cui il cambiamento è stato più marcato, con un aumento dell’attività dei vortici pari al 5%, è l’oceano antartico.
La stessa ricerca ha evidenziato che queste correnti sono sempre più attive e secondo gli scienziati i cambiamenti riportati potrebbero avere un impatto importante nei movimenti e nello stoccaggio dell’anidride carbonica e nel riscaldamento delle acque, modificando potenzialmente gli equilibri degli ecosistemi locali. Per queste ragioni è importante non sottovalutare il comportamento dei vortici e includerlo negli studi e nei modelli climatici.