Quando si naviga lungo costa o all’interno di posti affollati può capitare che una cima d’ormeggio, così come una lenza o una rete, finisca nell’elica del motore della barca. Una situazione rischiosa che può compromettere l’efficienza del motore e mettere a repentaglio la sicurezza della navigazione. Una breve guida su come risolvere il problema anche mediante appositi dispositivi presenti sul mercato nautico.
L’arrotolamento di una cima, o peggio, di una lenza da pesca attorno all’asse dell’elica della barca è una delle avarie più gravi che vi potreste trovare ad affrontare in mare perché può causare problemi gravi all’apparto motore e mettere a rischio la sicurezza di barca ed equipaggio. Anche le reti e le alghe possono avere lo stesso deleterio effetto. Un’evenienza tutt’altro che rara quella di prendere cime nell’elica, soprattutto quando si naviga lungo costa o in porti affollati. Immaginate cosa potrebbe accadere se questo problema si presentasse durante manovre delicate, come per esempio l’ingresso in un porto oppure mentre si è in procinto di superare dei frangenti, si rischia di rimanere senza propulsione del motore nel momento peggiore, con tutte le conseguenze del caso.
In alcuni casi una cima incastrata nell’elica può addirittura causare il naufragio della vostra barca, come è successo nel luglio del 2017 a una barca a vela battente bandiera francese in uscita da Porto Sole a Sanremo e finita a scogli.
Immergersi e tagliare il cavo, non sempre è possibile
Quando la cima si avvolge all’elica per l’effetto dei vortici generati dalle pale il cavo tenderà ad arrotolarsi sull’elica fino a quando questa si bloccherà del tutto. In questo caso occorre ammainare le vele, fermare la barca e metterla in sicurezza dando fondo all’ancora e tentare di risolvere il problema. In realtà non ci sono molte alternative: l’unica soluzione è dotarsi di un buon coltello, indossare maschera e pinne e immergersi per provare a liberare l’elica dal suo “cappio”. Tuttavia l’operazione di rimozione di lenze e cime attorno all’elica è possibile solo in determinate condizioni di mare e vento e soprattutto solo se non vi è eccessivo beccheggio della barca. In caso di mare molto mosso, infatti, l’operazione la procedura diventa impossibile e molto rischiosa. Il piede dell’albero motore a causa del movimento sussultorio dello scafo potrebbe infatti colpirvi al corpo o peggio alla testa.
Nel caso si abbia un motore di rispetto installato a bordo e si possa raggiungere in sicurezza il porto, è sempre possibile cercare tra le banchine un sub professionista disposto a liberare l’elica. I costi per simili operazioni partono però almeno da 100 euro.
Prevenire il problema con un trancia cavi sull’asse
Una soluzione alternativa che potrebbe risolvere a monte il problema è quello di adottare un sistema trancia cavi installato sull’asse dell’elica. Tale dispositivo infatti sfrutta la stessa forza di rotazione dell’asse per tranciare l’eventuale cavo che sta per impigliarsi attorno all’elica e vi risolve almeno l’80 per cento delle situazioni.
I sistemi più comuni di trancia cavi, sono di due tipi: quelli a lama circolare seghettata e quelli a forbice contrapposta. Il primo tipo consiste in una lama d’acciaio circolare, seghettata e molto affilata che viene installata a monte del mozzo dell’elica. In questo modo se un cavo dovesse impigliarsi la lama lo andrebbe a segare liberando l’elica. Il secondo, più diffuso, è un sistema a forbice che prevede il posizionamento di due lame fisse e contrapposte a 180°, poste sul sostegno dell’asse, mentre una terza lama è posta sul mozzo ruotante dell’elica. Questa girando incontra alternativamente le altre due e quando trova elementi estranei li trancia agendo proprio come una forbice.
Insomma il trancia cavi per l’elica è un accessorio facile da montare e dal costo contenuto che può risolvervi in maniera autonoma situazioni potenzialmente rischiose durante la navigazione.
Un video test sull’efficacia dei trancia cavi
Ecco un’interessante test su tutti i tipi di lame dei trancia cavi in commercio a confronto con cime in propilene, lenze da pesca, reti, fili elettrici e sacchetti di plastica, pubblicato già qualche anno fa dalla rivista britannica Motor Boats Monthly: