Check up al motore, occhi aperti e orecchie dritte

Il propulsore diesel a bordo di una barca a vela è importante quanto le vele e ogni armatore deve trattarlo con cura e attenzione, conoscerlo in maniera approfondita e prenderci confidenza. Una volta instaurato un buon rapporto con questo prezioso compagno di viaggio per ispezionarlo e constatarne il suo stato di salute basta osservarlo attentamente e ascoltarne il suono.

A bordo di una barca a vela il propulsore entrobordo si definisce ausiliario perché assolutamente complementare e secondario rispetto a quello primario, ossia le vele e il loro combustibile “pulito” che è il vento. In realtà il motore diesel è un dispositivo essenziale e indispensabile in molte situazioni come l’ingresso e l’uscita dai porti, nelle manovre di ancoraggio così come nelle smotorate durante le bonacce. Senza contare l’importante lavoro di ricarica delle batterie di bordo.

Diventa imperativo allora per l’armatore trattare con cura questa dotazione, conoscerla a fondo ed essere capaci di farne la manutenzione ordinaria, nonché far fronte a possibili imprevisti che in mare sono sempre in agguato. Questa confidenza con l’entrobordo può partire già dall’osservazione visiva delle sue parti e componenti.

Candela motore

Spesso le avarie anticipate da perdite e allentamenti

Quando il motore si accende e si fa girare al minimo dei giri si possono vedere le vibrazioni e i movimenti dei cavi, tubi e fili presenti nel vano motore, nonché osservare l’integrità dei supporti così come l’assenza di abrasioni, ossidazioni, perdite e allentamenti, posizioni anomale e pericolose. Spesso le avarie del propulsore sono precedute da allentamenti di fascette, flangie o forcelle di fissaggio e corrosioni. Questo check visivo può continuare osservando le vibrazioni dell’asse dell’elica sia al minimo dei giri che a giri superiori, lo stato del giunto elastico nonché la solida connessione dei due cavi del telecomando, invertitore e pompa di iniezione del gasolio. Nel caso il propulsore sia un sail drive si deve verificare l’integrità della guarnizione in gomma che circonda il piede sul fondo dello scafo.

Anche il getto d’acqua dallo scarico del motore appena acceso racconta lo stato di salute dell’entrobordo: se c’è un getto veloce e potente vuol dire che la girante fa il suo lavoro e che la presa in carena non è ostruita da incrostazioni o denti di cane.

Navigazione a motore

Ispezione alla sentina e controllo del combustibile

Stesso spirito d’osservazione l’armatore deve utilizzare per la sentina del motore che dovrebbe essere sempre pulita e asciutta. In queste condizioni si vedono subito eventuali dadi, bulloni, rondelle, fascette accidentalmente cadute e si può provvedere a verificare da dove provengono. Facile anche accorgersi di eventuali perdite di olio o acqua, sintomo di avarie in atto o pronte a manifestarsi. Può essere di aiuto anche pitturare di bianco la parte sottostante della sala motore proprio per agevolare queste ispezioni.

Stesso controllo visivo al fine di ispezionare il corretto funzionamento del propulsore si può adottare nei confronti del combustibile. Prima di mollare gli ormeggi o a distanza di alcune ore dall’ultimo rifornimento si può andare sotto il filtro primario del gasolio, svitare lo spurgo e far scendere in un bicchiere di plastica un po’ del combustibile. In tal modo si può verificare la pulizia e lo stato del carburante utilizzato e del filtro in uso. Questo controllo può essere messo in atto anche al momento del rifornimento. Prima di fare il pieno si versa un po’ di combustibile in un bicchiere. Sul fondo non devono vedersi palline d’acqua, granuli o particelle di sporco o peggio residui metallici, magari derivanti dal fondo delle cisterne. Il carburante dovrebbe essere trasparente, non torbido e senza impurità.

Sentina motore

Il motore “canta”: nel suo rumore segnali di problemi

Ma non solo su buoni occhi deve poter contare il comandante di un’imbarcazione a vela per fare un check up al motore. Anche le orecchie possono essere un prezioso indicatore di eventuali avarie o malfunzionamenti. Ogni motore infatti ha il suo rumore sia al regime minimo che massimo di giri. Dopo molte ore di utilizzo quel rumore può essere memorizzato e si può riuscire a captarne le alterzioni al suo regolare funzionamento. Quasi sempre un’avaria infatti è accompagnata da variazioni del rumore del motore sia in tono che in volume e spesso anche in giri, se il propulsore procede al minimo. Un classico esempio? La diminuzione significativa della potenza del motore e del numero di giri che segnala la progressiva otturazione del passaggio di gasolio nel filtro e che anticipa spesso il completo spegnimento del motore.

Altro esempio di alterazione acustica è il rumore alto e discontinuo, ritmico con rinforzi ripetitivi che aumentano e diminuiscono insieme alla velocità di rotazione dell’asse motore segnalano una deformazione dello stesso oppure che le sue boccole sono molto consumate.

Insomma l’armatore di fronte al propulsore di bordo, questo dispositivo tutt’altro che ausiliario, ma indispensabile e fondamentale al buon esito delle navigazioni, deve essere un po’ investigatore e un po’ dottore, fare buon uso di occhi e orecchie e affidarsi al buon senso di tenere sempre in perfetta efficienza questo prezioso compagno di viaggio.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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