Lo yacht del futuro? Me lo stampo in 3D!

La Livrea Yacht, startup siciliana che mira a introdurre la stampa 3D nel settore della nautica, presenta il primo progetto di un’imbarcazione interamente realizzata con questa avveniristica tecnologia. Obiettivo? Partecipare alla Mini Transat del 2018, regata in solitario dalla Francia ai Caraibi.

Imbarcazioni sfornate dal cantiere in meno di un mese con prestazioni migliori, costi di lavorazione ridotti e minori problemi di smaltimento. Sono questi i vantaggi della stampa 3D che dopo la sua larga applicazione nel campo industriale e soprattutto nel mercato dell’automotive è ormai è pronta a rivoluzionare anche il settore nautico. L’obiettivo? Costruire barche di qualità, ancora più performanti e in linea con le esigenze dei diportisti, dall’appassionato al regatante puro, ma soprattutto rendere più veloce il processo di lavorazione limitando i costi del personale e le attese del cliente che in poche settimane si ritrova per le mani l’oggetto dei suoi sogni.

In Italia tra le prime aziende a puntare sulla avveniristica tecnologia della stampa digitale c’è la Livrea Yacht, una startup siciliana fondata nel 2014 da Daniele Cevola e Francesco Belvisi. I due dopo avere realizzato alcuni componenti di una barca, la Livrea 26, Figlia del vento, sfruttando la stampa 3D attualmente sono al lavoro per preparare un’imbarcazione realizzata interamente in 3d che parteciperà alla prossima Mini Transat 2018, prestigiosa e impegnativa transatlantica in solitario che si corre dalla Francia ai Caraibi a bordo dei monotipi Mini 6,50 per un totale di 4.000 miglia.

 Modello scafo

La stampa 3D pronta a svecchiare la tradizione nautica

Ma cos’è esattamente la Stampa 3D? Per Stampa 3D si intende la realizzazione di oggetti tridimensionali partendo da un modello 3D digitale prodotto con software dedicati e successivamente elaborato per essere poi realizzato, strato dopo strato, attraverso una stampante 3D appunto. Nata nel 1986, con la pubblicazione del brevetto di Chuck Hull, che inventa la stereolitografia, la Stampa 3D con gli anni si è via via evoluta grazie alle sue molteplici applicazioni in campo industriale e sulle sue potenzialità l’Economist nel 2011 affermava: “Potrebbe avere sul mondo un impatto così profondo come lo ebbe l’avvento della fabbrica…”.

 Rendering scafo

Basta modelli e stampi, a costruire barche ci pensa il robot

E sono proprio le fabbriche, anzi le piccole fabbriche ad avere ormai largo accesso a questa tecnologia da quando nel 2009 il brevetto sulla tecnologia FDM, ovvero la modellazione a deposizione fusa, è scaduto e il costo delle stampanti 3d è notevolmente diminuito rendendole accessibili alle piccole aziende che prima di allora erano escluse dal mercato a causa dei costi elevati. La Livrea Yacht crede molto in questa innovazione con cui aspira a svecchiare e dare nuove possibilità imprenditoriali a un settore tradizionalista come quello nautico in fatto di produzione: “Oggi le imbarcazioni si fanno ancora come 50 anni fa -ha spiegato Cevola – per ogni componente si crea un modello in legno in scala 1:1, da cui si ricavano gli stampi dai quali poi, a loro volta, si otterranno i pezzi. Si tratta di un percorso oneroso e che comporta notevoli problemi di smaltimento e abbiamo quindi pensato – ha concluso Cevola – di partire da un’innovazione tecnologica già esistente sul mercato e oggi molto usata, applicandola a un settore tradizionalista come quello della nautica”.

L’azienda è quindi ad oggi concentrata sulla costruzione di una barca ad alte prestazioni per la cui realizzazione ha chiesto la collaborazione di Autodesk, un’azienda di software specializzata nella progettazione in 3D. I primi esperimenti hanno portato allo sviluppo delle pale del timone e di una grande sezione dello scafo.

Stampa 3D

Materiali hi-tech sciolti e stampati

Tra i materiali scelti per costruire il primo yacht in 3D ci sono il composto PPE rinforzato in fibra di carbonio per lo strato esterno dello scafo e il composto PEI sempre in carbonio per la struttura di supporto interna in lattice. Si tratta di strutture che si presentano in piccole unità, grandi come chicchi di riso, che vengono sciolte e poi estruse dalla stampante. Quest’ultima è governata da un grande robot antropomorfo realizzato dalla Kuka, azienda tedesca specializzata nella produzione di robot industriali, il quale gestisce l’estrusore e al contempo controlla la produzione suggerendo grazie alla tecnologia machine learning la modifica di alcuni parametri in corso di lavorazione per raggiungere risultati migliori.

Il prototipo sarà una testimonianza concreta di come cambierà il mondo della nautica con l’avvento della Stampa 3D: “Innanzitutto verranno eliminati stampi e modelli per la realizzazione dei componenti e sarà possibile rendere le strutture più performanti, variando la densità dei diversi elementi in base alle loro funzioni – ha spiegato Matteo Crocetti, Technical Sales Manufacturing di Autodesk Italia – Ma soprattutto i tempi di costruzione verranno ridotti notevolmente: per una barca di 6 metri si passerà dai quattro – 6 mesi attualmente necessari a un solo mese di lavorazione“.

Insomma per il futuro della nautica la Stampa 3D promette barche più efficienti e meno care che poi sono gli elementi fondamentali per renderla sempre più popolare e accessibile a tutti.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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