L’associazione di classe della popolare deriva Vaurien lancia per il 2022 una regata “classic” e chiede ai proprietari di tutti i modelli realizzati in compensato marino di segnalarle.
Il Vaurien è una splendida deriva che ha accompagnato l’evoluzione della nautica da diporto moderna impartendo il battesimo in mare a migliaia di velisti neofiti. Il fortunato progetto del geniale architetto francese Jean-Jacques Herbulot, che lo realizzò nel 1951 in casa per poi farlo uscire dalla finestra, visto che non passava dalla porta, il prossimo anno festeggia 60 anni dal suo debutto ufficiale, avvenuto durante il Salone Nautico di Parigi del 1952.
L’Associazione Italiana di Classe Vaurien ha deciso quindi di organizzare una regata “classic” dedicata ai Vaurien costruiti in legno, il primo materiale utilizzato da Herbulot. Per questo motivo ha avviato un censimento di queste barche presenti in Italia e chiede agli armatori di segnalarle in modo di poter organizzare al meglio la manifestazione. L’indirizzo a cui scrivere è: consiglio@vaurien.it.
La barca a vela voluta dai Glénans
Lunga 4,08 metri e larga 1,47, il Vaurien è una deriva solida, economica e dalla storia irripetibile. Presenta uno scafo a spigolo, si manovra facilmente e vanta ottime doti marine. Herbulot la realizzò su commissione della celebre scuola di vela francese dei Glénans che voleva una deriva piccola, leggera, stabile, ma “vivace”, per i corsi di iniziazione. Una delle chiavi del suo successo fu la sua struttura “autoportante”: il fasciame con la quale era costruita infatti non poggiava su uno “scheletro”, ma si teneva insieme da solo con colla e chiodi.
Questa deriva era anche molto economica, tanto da essere chiamata la “2 cavalli” del mare, e leggenda vuole che lo stesso nome derivasse da “vaut rien”, che in francese vuol dire “non vale niente”. In realtà però sembra che Vaurien fosse semplicemente il nome del fedele cane del direttore dei Glénans, con il quale lo stesso battezzò la deriva.