Barche carrellabili: come usare al meglio lo scivolo

Le barche carrellabili rappresentano uno dei modi più pratici ed economici di vivere la passione per la nautica. Basta solo trovare uno scivolo per l’alaggio e il varo lungo costa, cosa purtroppo non facile in Italia. Ecco alcune tecniche di manovra, attrezzature utili e consigli su come gestire con l’auto le operazioni sulla rampa di accesso al mare.

Una barca carrellabile che sia a vela, un gozzo o un gommone, resta ancora una preziosa risorsa per chi non vuole seppellire la passione del navigare dai costi di gestione. Si può tenere dove si vuole, in un terreno in campagna oppure in un garage o in un rimessaggio per roulotte e si porta al lago, al mare vicino a casa o in un’altra località, paesi esteri compresi. A volte basta un viaggio su strada per passare da una costa all’altra della penisola, mentre un trasferimento via mare porterebbe via settimane. Insomma le barche carrellabili sono pratiche, economiche e versatili. Basta solo trovare uno scivolo per l’alaggio e il varo lungo costa.

Purtroppo a differenza di altri paesi In Italia gli scivoli per alare e varare le piccole imbarcazioni sono limitati. Il diritto al libero accesso al mare non dovrebbe riguardare solo i bagnanti alle spiagge, ma andrebbe esteso anche alle barche, almeno quelle più piccole, attraverso la diffusione di scivoli pubblici e gratuiti provvisti di adiacenti spazi adeguati per lasciare l’automobile e il carrello. Invece trovarne lungo le coste nostre coste è piuttosto difficile. Oltre a essere rari gli scivoli gratuiti sono spesso in condizioni precarie, sbarrati in zone prive di parcheggi o in aree portuali regolamentate da ordinanze emanate apposta per scoraggiarne l’utilizzo. A volte poi sono gli stessi locali che non vedono di buon occhio queste strutture che creano confusione, fanno concorrenza a chi noleggia le barche a privati e non apprezza una nautica che non paga gli ormeggi in banchina.

È la contraddizione di un Paese che dispone di 7.500 chilometri di coste (senza contare i grandi bacini lacustri), ma poi non è in grado di offrire ai propri diportisti, strutture adeguate per la piccola nautica. Insomma in Italia quando si trova uno scivolo è meglio essere pronti ad affrontare le situazioni più disparate e imprevedibili. Ecco allora una serie di consigli pratici per il corretto alaggio e varo della vostra barca carrellabile o del gommone.

Fondi scivolosi: la differenza la fa il veicolo di rimorchio

Per ottimizzare i tempi di alaggio e varo e procedere in sicurezza nelle operazioni sullo scivolo vediamo innanzitutto come impiegare al meglio le risorse meccaniche del veicolo che utilizziamo per trasportare la barca. In genere i diportisti impiegano un’auto piuttosto grande, un Suv o una monovolume o ancora una jeep a quattro ruote motrici. Oggi quasi tutti i moderni Suv inseriscono la seconda trazione automaticamente, non appena le ruote iniziano a pattinare, un’opzione molto utile quando si deve manovrare sugli scivoli. In ogni caso è sempre meglio effettuare una ricognizione preventiva sul luogo dove è collocato lo scivolo e verificarne il fondo. Se lo scivolo è in cemento, di solito non s’incontrano particolari problemi di varo. La pendenza è quasi sempre dolce e il fondo asciutto. L’unico inconveniente può essere costituito dalla presenza di piccole alghe che possono crescere sulla parte immersa della rampa. In questo caso è imperativo non arretrare troppo con il rimorchio in modo da non finire con le ruote sulla superficie con scarsa aderenza. Meglio varare e alare sempre con le quattro ruote motrici inserite e se la rampa è molto ripida, non farsi scrupolo a inserire anche le ridotte.

Con il fondo viscido l’ideale sarebbe disporre a bordo del veicolo anche del blocco differenziale, almeno quello posteriore, che però sui pur diffusi Suv non è sempre presente: qualora una delle due ruote slittasse, infatti, il differenziale bloccato consente all’altra ruota di mantenere una motricità sufficiente per uscire dalla rampa.

Ruote motrici, trazione integrale e blocco differenziale

Fate molta attenzione, inoltre, a non mettere le ruote posteriori del fuoristrada sulla parte della rampa di accesso coperta dallo strato di alghe, soprattutto se l’auto è a trazione integrale permanente. Se manca, infatti, il blocco del differenziale centrale si rischia di far slittare le ruote posteriori sul fondo viscido, privando dell’adeguata trazione quelle anteriori che invece appoggiano sul fondo buono. Nel caso di una vettura con integrale inseribile, invece, non c’è il differenziale centrale, quindi le ruote girano solidalmente sui due assi ed è sufficiente che uno dei sia in aderenza per togliersi d’impaccio.

Varando, invece, da un tratto di costa in terra battuta in teoria si dovrebbero avere meno problemi. Se la superficie è sabbiosa o di pietrisco, l’inserimento delle quattro ruote motrici è necessario e il blocco dei differenziali essenziale per la buona riuscita dell’operazione. Ecco come procedere: prima si attiva quello centrale, poi quello posteriore e, infine, l’anteriore. Si tratta in quest’ultimo caso di una situazione estrema che difficilmente si verificherà, ma più il terreno è disagevole, minore è l’aderenza e la possibilità di uscire, soprattutto quando si tira su la barca o il gommone e si deve ripartire con il carrello carico in salita.

Se ci si “pianta”: verricelli e paranchi

Durante l’alaggio e varo della barca su scivoli dal fondo impegnativo o disagiato può capitare di piantarsi con l’auto. Come uscire dalla panne? Su un terreno compatto, il mezzo avrà maggior forza di trazione, mentre un carrello bloccato nella sabbia può essere tirato con il verricello del 4×4 qualora sia montato anteriormente, oppure trainato legando un’apposita cinghia. In mancanza di questa, si può optare per la cima dell’ancora, togliendola dal gavone e legando il gancio dell’auto al timone del carrello: il fermaprua in questi casi può essere un solido punto di ancoraggio. Un’altra soluzione può essere quella di munirsi di un paranco che si può acquistare nei negozi di ferramenta: muovendo alternativamente la leva, si tirano 3 o anche 5 tonnellate. Attenzione però a non far insabbiare il ruotino di prua, altrimenti si blocca tutto.

Per evitare questo inconveniente è sufficiente infilare, prima di iniziare l’operazione, una tavola di legno sotto al ruotino stesso. Nel caso in cui l’auto o il carrello restino insabbiati, un altro accorgimento utilizzato dagli appassionati di fuoristrada, è quello di smontare la ruota di scorta del carrello o dell’auto e seppellirla in una buca profonda sotto alla sabbia: legando una cima a questa si stabilirà un punto di forza su cui fare leva per estrarre il mezzo impantanato tramite un verricello.

Nel bagagliaio dell’auto è sempre utile portare qualche attrezzatura per evitare spiacevoli panne. Una pala pieghevole, una tavola di legno spessa quanto basta per sostenere il peso del ruotino di prua del carrello, una cinghia per il traino, una cima robusta (può andare bene quella dell’ancora), un paranco alternativo, ed eventualmente una coppia di piastre da sabbia su cui far passare le ruote del carrello in caso di terreno fangoso. È sempre bene avere anche un cuneo di legno: una trave o una pietra non si trovano mai quando servono.

Attrezzature utili, manovre e parcheggio

Sullo scivolo le quattro ruote motrici sono molto importanti: una trazione integrale permanente non comporta problemi, si possono anche inserire le ridotte ed eventualmente bloccare il differenziale centrale quando le ruote sono dritte. Con una 4×4 inseribile, invece, si può innestare la trazione anteriore solo con le ruote dritte, quindi in finale, proprio sullo scivolo. Successivamente possono essere inserite anche le ridotte. Prestare attenzione al muschio, alle alghe, insomma al fondo eventualmente scivoloso su cui appoggiano le ruote per stabilire per quanti metri si può far marcia indietro senza slittare al momento della risalita. In casi estremi si può cercare un punto solido sulla terraferma, venti metri prima del muso dell’auto, a cui agganciare il verricello (se il 4×4 ne dispone) per tirarsi fuori dopo la manovra di alaggio o varo. Ricordarsi di girare le ruote in senso contrario a quello logico durante la retromarcia con il carrello, ma mai troppo angolate. È importante arrivare sullo scivolo con il treno di gomme ben allineato: un angolo tra motrice e rimorchio non ottimale infatti può impedire una corretta manovra di varo.

Infine il parcheggio per auto e carrello si deve cercare prima di mettere il gommone in acqua. Sembra banale, ma se non avete nessuno che possa fare la guardia alla barca c’è il rischio che qualcuno se la porti via prima di voi.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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