Barca in secco: come accedere a bordo?

Capita spesso di dover salire a bordo della barca quando questa si trova in secco durante il rimessaggio invernale per eseguire lavori di manutenzione, pulizie o travasi di attrezzature. Operazione che può essere resa difficile per via dell’altezza elevata dello scafo da terra oppure per la vicinanza di altre imbarcazioni. Ecco qualche prezioso suggerimento su dove è meglio salire, l’uso della scala e impalcature mobili.                      

Qui in Italia la stragrande maggioranza degli armatori a causa dello scarso tempo libero, degli impegni familiari e di quelli lavorativi riesce ad utilizzare la propria imbarcazione solo nei mesi estivi. Quando arriva l’inverno occorre quindi decidere come affrontare il lungo letargo. L’imbarcazione infatti dovrà rimanere ferma per diversi mesi e non la si può certo abbandonare a sé stessa. Cosa fare? Mettere la barca in un rimessaggio a secco oppure lasciarla in acqua? Lasciare l’imbarcazione in acqua, completamente esposta alle intemperie, significa sottoporla sicuramente a una notevole usura, senza contare le preoccupazioni sulla tenuta dei cavi di ormeggio in caso di maltempo. Tirarla a secco potrebbe sembrare un operazione complessa e dispendiosa ma, se si considera che la barca va comunque alata una volta l’anno per i lavori di manutenzione ordinaria, allora è un’opzione che si può valutare con un certo buon senso.

 Impalcatura

Barca tirata in secco: tutti i vantaggi

Tirare in secco la barca per i mesi invernali consente a noi diportisti una serie di indiscutibili vantaggi: si riduce il rischio di osmosi, si evita gran parte dell’umidità che si forma all’interno, si diminuisce l’usura di scafo e attrezzature dovuta all’acqua salata e all’esposizione alle intemperie, si gode di maggiore sicurezza dai furti in porto e dalle forti mareggiate, si è agevolati infine nell’esecuzione dei lavori di pulizia e manutenzione ordinaria. L’unica ma fondamentale accortezza è che la barca tirata in secco possa contare su un alloggiamento costruito a regola d’arte, comodo, sicuro e in grado di non sollecitare in maniera pericolosa lo scafo e le sue parti più delicate, come le appendici.

Molti porti e marina turistici offrono direttamente oppure tramite appositi accordi con i cantieri limitrofi il servizio di rimessaggio a secco delle imbarcazioni ormeggiate e completare tutte le operazioni in un’unica struttura semplifica notevolmente l’organizzazione e abbatte i costi di movimentazione dello scafo. Altrimenti sarà necessario trovare un porto turistico adatto per l’ormeggio estivo in acqua e un cantiere non troppo distante, disposto a ospitare l’imbarcazione durante l’inverno.

Bisogna anche assicurarsi che la barca sia sempre a portata di varo e che non finisca per essere bloccata da altre barche in sosta, che ci sia un’assicurazione in grado di ripagare eventuali danni durante la sosta o la movimentazione della barca e che il rimessaggio disponga di tutti i sistemi di sicurezza necessari (antincendio, sorveglianza, aerazione, etc.).

 Barca in secco

Saliscendi a bordo: l’uso della scala

Un’operazione da non sottovalutare e che richiede qualche accortezza è l’imbarco a terra quando la barca è in secco. A causa dell’altezza elevata dello scafo dal suolo infatti l’accesso in barca richiede l’ausilio di una scala ma soprattutto di qualche stratagemma per rendere l’ascesa e la discesa sicura e maneggevole. Spesso infatti la vicinanza ad altre barche ci costringe spesso ad affrontare ripide scalate, quasi verticali, sfidando i limiti di stabilità. Senza contare che durante questi sali e scendi di frequente abbiamo le mani ingombre di pesanti oggetti da stivare a bordo oppure da estrarre dal nostro guscio.

Scala

Accesso a murata o di poppa?

È il caso allora di spendere qualche minuto sul corretto posizionamento del mezzo di imbarco che permette di risparmiare molte fatiche, frustrazioni e pericoli. Ebbene da che parte è meglio salire a bordo? L’apertura della battagliola, quando presente, è l’accesso da privilegiare in quanto si può contare sul sartiame a portata di mano per aggrapparsi o per trattenere gli accessori trasportati assicurandosi però che si trovi fuori dal percorso verso il pozzetto. È bene sempre predisporre delle protezioni sulla scala per proteggere la barca da urti e sfregamenti: si possono utilizzare ritagli di moquette e stuoie da fissare alla scala con nastro da pacchi o fascette da elettricista.

È altrettanto opportuno fissare a terra di fronte a dove viene posizionata la scala una tavola o un listello di legno in modo da prevenire lo scivolamento indietro della stessa, mentre una cima passata ai due lati dei pioli e intorno alla falchetta, a un candeliere o a una bitta, bloccherà definitivamente l’attrezzo al suo posto.

Impalcature mobili

Impalcature mobili: sicure ma ingombranti e costose

Naturalmente in caso di necessità si può sfruttare anche l’accesso da poppa salendo direttamente sulla plancetta di poppa se presente. L’appendice poppiera è senz’altro comoda per poggiare gli utensili e viene in soccorso quando la lunghezza della scala non raggiunge il ponte. Purtroppo la zona poppiera delle barche scarseggia di buoni punti di ancoraggio per la scala limitati al paterazzo e alla scaletta di poppa. Trasbordare i materiali comunque diventa meno complesso se si stiva il tutto in una sacca e si cala con una cima e l’aiuto di una puleggia.

Come alternativa alla scala si può considerare l’uso di un’impalcatura mobile dotata di gradini per l’accesso. Una soluzione certamente ingombrante e piuttosto costosa, ma da prendere in considerazione per la sua praticità e la stabilità, soprattutto quando il dislivello d’imbarco è notevole e se si intendono fare lavori di manutenzione sull’opera viva.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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