Al contrario dell’andatura di poppa, in cui la barca viene sospinta nella stessa direzione del vento, nell’andatura di bolina si sfruttano sia le forze esercitate dal vento sulle vele sia le forze esercitate dalle vele sul vento, con lo stesso principio che regola il volo. Spiegheremo meglio questi concetti nel corso dell’articolo.
Si tratta di una delle andature più interessanti, in cui la barca forma un angolo piuttosto stretto verso la direzione da cui soffia il vento. Per gestire l’andatura di bolina in sicurezza, è importante che lo skipper e l’equipaggio abbiano una profonda conoscenza delle vele, padronanza del timone e sappiano gestire la navigazione con la bussola o la strumentazione elettronica. Non è raro che la barca in questa andatura possa ribaltarsi (scuffiare) a causa della spinta del vento oppure che la vela principale (randa) cambi improvvisamente di lato (mura) o inizi a sbattere diventando un serio pericolo per l’equipaggio.
In questa guida spiegheremo cosa vuol dire andare di bolina e chi ha inventato questo tipo di andatura, quali sono le forze che permettono lo spostamento controvento e come gestire eventuali imprevisti.
Le andature della vela: quando si va di bolina
Quando si va in barca le direzioni possibili per navigare sono molteplici. Per la precisione, in gergo marinaresco, l’angolo che si forma tra la direzione di provenienza del vento e l’asse longitudinale dell’imbarcazione va chiamato andatura e non direzione.
Durante la navigazione è normale cambiare andatura, avvicinandosi o allontanandosi dall’origine del vento. Quando la prua si avvia verso l’origine del vento, il termine da utilizzare è orzare, mentre se la prua si allontana dal vento si dice che va a poggiare.
A seconda dell’ampiezza dell’angolo disegnato, si distinguono vari tipi di andatura:
Andature portanti (poppa, lasco e granlasco): la barca si allontana dalla direzione da cui proviene il vento. In questa andatura, la componente principale che fa avanzare la barca è quella generata dalla pressione del vento sulle vele.
Il traverso: la barca naviga formando un angolo di circa 90° con il vento.
Bolina, le andature “controvento”: sono quelle che portano lo scafo verso la direzione del vento. Per ovvi limiti fisici nessuna barca a vela è in grado di navigare perfettamente controvento. Per ciascuna barca esiste quindi un angolo morto in cui le è impossibile navigare. Più una barca è in grado di navigare ad un angolo stretto rispetto al vento più può essere definita “boliniera”.
Cosa vuol dire andare di bolina
L’andatura di bolina è quindi una delle nozioni più importanti nella nautica a vela poiché consente di navigare controvento continuando a gestire correttamente l’imbarcazione.
In particolare, si dice “andare di bolina” o bolinare quando si naviga verso una una meta posta sopravento. La particolarità di questo tipo di andatura sta nell’ampiezza dell’angolo che si tiene rispetto alla direzione del vento: per quanto riguarda la bolina questo può andare indicativamente dai 37 agli 80 gradi a seconda delle caratteristiche delle vele e della tipologia di imbarcazione.
L’andatura di bolina si distingue in bolina stretta (fino ai 45 gradi), bolina (tra i 45 e i 55 gradi) e bolina larga (dai 60 agli 80 gradi). Ovviamente si tratta di criteri teorici con limiti suscettibili di interpretazioni variegate.
Perché andare di bolina?
Chi sceglie l’andatura di bolina ha un obiettivo molto preciso: avanzare verso la direzione del vento , percorrendo la rotta più corta nel minor tempo possibile. Chiaramente si tratta di una andatura tecnica che richiede esperienza e la capacità di trovare il giusto compromesso tra velocità e angolo di risalita verso il vento.
Avanzare il più possibile controvento è evidentemente un vantaggio per chi voglia raggiungere una destinazione posta sopravento. Ma più ci si dirige verso la direzione del vento più la barca tende a rallentare fino a raggiungere un punto morto, in cui le vele perderanno completamente portanza e inizieranno a sventolare (fileggiare al vento) portando la barca in stallo.
Per fare in modo che un’imbarcazione avanzi in linea retta sfruttando l’andatura di bolina, il requisito essenziale è la presenza di un elemento di resistenza laterale che possiamo definire generalmente “deriva”. Questa appendice ponendo resistenza laterale nell’acqua permette alla barca di avanzare verso il vento nella direzione della sua prua senza scivolare lateralmente, un fenomeno che viene definito scarroccio. Per evitare quest’ultimo è essenziale che anche il piano di deriva sia strutturato nel modo giusto. Una deriva troppo piccola ad esempio potrebbe non essere in grado di contrastare efficacemente le forze laterali mentre una troppo grande appesantirebbe inutilmente la barca e offrirebbe troppa resistenza limitandone la velocità.
Chi ha inventato l’andatura di bolina
Il termine bolina ha origini antiche ed è mutuato dall’inglese “bow lines” le cime di prua che venivano utilizzate sugli scafi a vela quadra per poter navigare verso il vento.
Una descrizione di questo tipo di manovra viene attribuita ad Achille Tazio e risale addirittura al V sec. d.C.. Chiamata “pedem facere” e considerata un incidente di navigazione, è rappresentata in numerose raffigurazioni e viene ripresa anche da Virgilio.
Con le conoscenze attuali è molto difficile pensare all’utilizzo delle vele quadre romane per la navigazione di bolina, che sicuramente era ben diversa da quella moderna.
Come funziona la vela di bolina
La navigazione a vela, specialmente nelle andature di bolina, sfrutta un principio fisico ben preciso che è quello della portanza, lo stesso su cui si basa il moto degli aerei in volo.
Per farti capire come funziona la vela di bolina, analizziamo il fenomeno in maniera più scientifica.
Il principio fisico della portanza
Sulle barche, le vele appunto si comportano esattamente come un’ala. Affinché le barche possano sfruttare il principio della portanza è essenziale che le vele possiedano la struttura corretta, tale da formare un profilo alare.
Grazie a queste caratteristiche, l’ala (in questo caso la vela) è in grado di utilizzare a proprio vantaggio sia la forza esercitata dall’aria sulla vela che la forza della vela sull’aria. Il vento, infatti, esercita una pressione su entrambi i lati della vela, non solo creando un’area di pressione (ovvero di spinta) sul lato esposto al vento (sopravento), ma anche generando una corrispettiva area di depressione (ovvero di risucchio) sul lato opposto (sottovento).
La variazione di pressione tra la parte interna della vela (intradosso) e la parte esterna (estradosso) genera la portanza, la forza che imprime movimento alla barca. Oltre ad essere spinta dal vento che preme sulla vela, la barca è anche contemporaneamente risucchiata dal lato opposto. Al contrario di ciò che è naturale pensare, è proprio la forza che agisce sottovento ad apportare il più significativo contributo all’avanzamento della barca.
Come andare di bolina al meglio
L’andatura di bolina richiede esperienza e capacità di controllare l’imbarcazione poiché, stringendo troppo l’angolo, si rischia di rallentare o addirittura fermare il movimento del mezzo.
Ecco qualche consiglio per andare in bolina con successo:
- Regola le vele
- Sfrutta le polari
- Utilizza la bussola
Nella navigazione di bolina, il capitano o lo skipper devono saper gestire perfettamente le vele, per velocizzare l’andatura e percorrere contemporaneamente il tratto più breve per raggiungere la propria destinazione. Non potendo andare controvento oltre un certo angolo, per raggiungere un punto sopravento la barca a vela è costretta a cambiare più o meno frequentemente di mura, ovvero il “bordo” di navigazione. Questo modo di procedere è appunto definito “bordeggiare”.
La strumentazione indispensabile per l’andatura di bolina
Come è facilmente comprensibile, per raggiungere la nostra destinazione nel più breve tempo possibile, è essenziale che le vele siano correttamente regolate rispetto all’andatura che stiamo tenendo. Regolare le vele per la bolina è forse tra le operazioni più delicate per uno skipper. Tuttavia, si possono utilizzare alcuni accorgimenti e servirsi dei dati che provengono dagli strumenti di bordo per navigare al meglio.
Filetti segnavento
Un semplice ausilio utile alla corretta regolazione delle vele sono i filetti segnavento, fili o fettucce in fibra naturale (lana) o sintetica (nylon) collocati sulla vela. Si tratta di accessori estremamente funzionali alla navigazione di bolina perché la loro tensione e posizione offre indicazioni sulla corretta profilatura della vela relativamente all’andatura che si sta facendo. I filetti disegnano praticamente il passaggio del vento sulla vela. Pertanto, se si trovano tesi e paralleli tra loro, ci indicano una buona regolazione della vela. Accade il contrario se tendono a sbattere o si muovono in maniera disordinata.
Polari
Altro importante riferimento, per ogni imbarcazione, sono le polari, ossia le indicazioni del costruttore relative alle performance della barca. Si tratta di dati preziosi sulle potenzialità della barca a seconda della ventilazione e del tipo di settaggio scelto, dati importanti per la scelta di un piano velico e per la gestione della barca in navigazione. Consultare le polari, ovvero conoscere i limiti e le possibilità della propria barca, permette di poter navigare al meglio massimizzando le prestazioni mantenendosi in sicurezza.
Bussola
Altro accessorio indispensabile per ogni tipo di imbarcazione è sicuramente la bussola. Quest’ultima fornisce dati essenziali per gestire correttamente non solo la rotta ma anche le andature, specialmente la bolina. Conoscere l’angolo a cui stiamo navigando, in combinazione con gli altri dati di cui disponiamo, permette all’equipaggio di effettuare le dovute correzioni a timone, winch e carrelli per ottimizzare le nostre prestazioni.
Abbiamo ovviamente citato gli accessori più rudimentali, quelli che possiamo trovare a bordo di qualsiasi barca, anche sulle piccole derive. Con l’avvento dell’elettronica, il rilevamento e il monitoraggio dei dati di navigazione sono affidati a strumenti più sofisticati. Alcuni di essi sono in grado non solo di riportarci informazioni estremamente precise, ma anche di mantenere una determinata rotta o angolo di navigazione in maniera autonoma, senza il nostro intervento.
Se la barca è troppo orziera o troppo poggiera
Nell’andatura di bolina si verificano di frequente due situazioni limite che è necessario saper gestire per ritrovare la rotta, guadagnare velocità e navigare in sicurezza: l’imbarcazione potrebbe essere troppo orziera oppure eccessivamente poggiera.
Ti abbiamo già spiegato la differenza tra orzare e poggiare, ma rivediamola un attimo. La barca si dice orziera quando la prua tende a dirigersi verso la direzione del vento. Al contrario, se questa tende a scostarsi dalla direzione del vento viene definita poggiera.
In entrambi i casi, condurre l’imbarcazione richiede interventi continui sul timone e sulla rotta, si rallenta la velocità e la navigazione in generale è più instabile.
Se un comportamento leggermente orziero in bolina è normale e tendenzialmente vantaggioso, quando la barca va troppo all’orza o poggia eccessivamente, bisogna valutare alcuni elementi e intervenire di conseguenza. Per avvicinarsi il più possibile a un comportamento neutro si interviene sui vari elementi di regolazione che abbiamo a disposizione. Anche in questo caso esperienza e feeling con la propria barca sono elementi indispensabili allo skipper per trovare la migliore soluzione possibile.
Se intervenendo sulle regolazioni delle vele non riusciamo a correggere l’assetto della barca, un ultimo elemento da controllare è l’inclinazione dell’albero. Quest’ultimo, infatti, se è troppo “cazzato” verso la poppa della barca può renderla orziera, al contrario può far diventare la barca poggiera.
I nostri consigli per andare di bolina
Per un navigatore, andare in bolina può offrire grandissime soddisfazioni e divertimento. Questa andatura, come già detto, permette di risalire il vento, mettendo alla prova le proprie capacità di gestire l’imbarcazione.
Per eseguire le manovre in maniera ottimale, tuttavia, non basta solo l’esperienza del capitano ed è essenziale che tutto l’equipaggio sia in grado di tradurre al meglio le sue indicazioni operando sui vari elementi di manovra e regolazione. Una crew affiatata in regata è ciò che può fare la differenza tra vincere e partecipare mentre in crociera è garanzia di assoluto divertimento. Naviga allora il più possibile con il tuo equipaggio sperimentando varie configurazioni di assetto e cercando di conoscere i limiti della tua imbarcazione nelle varie condizioni di vento e mare.
Se vuoi navigare al meglio di bolina tuttavia è oggi indispensabile dotarsi della giusta strumentazione di bordo. Ausili come la stazione del vento, la bussola, l’autopilota e il plotter cartografico sono ormai considerati indispensabili e si trovano comunemente a bordo anche di imbarcazioni medio piccole.
Su MagellanoStore puoi ovviamente trovare tutta l’attrezzatura necessaria perché la tua esperienza in acqua sia sicura e gratificante e la tua bolina più veloce che mai! Per qualsiasi consiglio o suggerimento, contattaci. Siamo a tua disposizione.