Ancoraggio vietato e Posidonia: il paradosso del Parco di Nettuno

Da diversi anni il Parco di Nettuno al fine di preservare la Posidonia ha istituito un divieto di ancoraggio su buona parte delle baie delle isole Flegree. Un divieto però che i diportisti possono tranquillamente bypassare pagando una tassa al parco.

Trovare il giusto compromesso tra tutela dell’ambiente e ricerca del profitto in Italia non è semplice. Soprattutto quando il tasso di burocrazia viaggia come sempre a livelli elevati e gli interessi pubblici e privati si accavallano. È il caso per esempio dell’area marina protetta Regno di Nettuno, un parco istituito con decreto del Ministero dell’ambiente il 27 dicembre 2007 e situato nella città metropolitana di Napoli, attorno alle isole del golfo: Ischia, Procida e Vivara.

Al fine di proteggere le praterie di Posidonia sui fondali il Parco di Nettuno ha istituito un divieto di ancoraggio su buona parte delle baie delle isole Flegree. Un divieto che esiste da anni, ma che da anni nessuno rispetta. Come tutti sanno infatti anche una piccola barca all’ancoraggio in rada può fare un disastro sui fondali dove vive la Posidonia. L’ancora della barca infatti può strappare via diversi fasci di questa preziosa pianta marina fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema marino. Basta pensare che cresce di un solo centimetro all’anno ed è molto fragile.

Parco Nettuno

Si fanno le regole per poi trasgredirle

In questo 2022 tuttavia già un paio di volte la Guardia di Finanza ha fatto rispettare il divieto sancito nel Parco di Nettuno elevando multe da 800 euro ai diportisti dediti all’ancoraggio selvaggio. Anche per questo negli ultimi anni nella zona sono nati appositi campi boe. L’ultimo è quello installato a Ischia Ponte dove sono stati collocati due campi boa, uno a Sud e uno a Nord rispetto il Castello Aragonese. Tali campi sono destinati a barche di piccole dimensioni. Ma in quello a Sud del castello ci sono 3 posti per barche fino a 15 metri.

La cosa che lascia perplessi però che a parte queste alternative sostenibili, in realtà neanche il Parco di Nettuno rispetta il suo stesso divieto per salvaguardare l’integrità delle Posidonie. Infatti se un diportista paga una tassa al parco, questo rilascia un permesso di ancoraggio. E tale applicazione piuttosto disinvolta di regolamenti importanti per l’ambiente marino in Italia viene perpetrata anche da altre aree marine protette. Le stesse da una parte avrebbero il compito di preservare l’ambiente, ma dall’altra per compensare la riduzione di fondi pubblici cercano di fare cassa a dispetto delle stesse norme.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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