Uno dei più grandi navigatori italiani, Alex Carozzo, tra i pionieri della vela in solitario e protagonista di alcune delle regate oceaniche più prestigiose della storia, si prepara a partire per una traversata di 6.000 miglia da Venezia alle isole Galapagos a bordo di un cabinato a vela di 9,60 metri autocostruito.
Una lunga traversata oceanica da Venezia fino alle Galapagos. Il navigatore italiano Alex Carozzo, a 86 anni, di andare per mare proprio non vuole smettere. Così come non vuole smettere di costruire barche, fare progetti e sognare l’orizzonte. E già che la sua vita è una fucina di viaggi a vela, di competizioni oceaniche, di storie marinare.
Nel 1965 Alex Carozzo è stato il primo navigatore solitario italiano: ha attraversato il Pacifico, da Tokyo a San Francisco, a bordo del Golden Lion, una barca che si era costruito durante i turni di riposo e con attrezzi di fortuna nella stiva di una nave americana su cui era imbarcato, il Liberty. L’anno successivo fu l’unico italiano a partecipare, sul trimarano Tristar, alla prima Transpacifica per multiscafi, da Los Angeles a Honolulu. Nel giugno del 1968 ha preso parte alla terza edizione della Ostar (Singlehanded Transatlantic Race), transatlantica in solitario sul catamarano di 16 metri San Giorgio. Nello stesso anno si schierò al via della celebre Golden Globe Race, lo storico giro del mondo in solitario non-stop accanto a vere leggende della vela come Robin Knox-Johnston e Tabarly e lo sfortunato Donald Crowhurst. Poche vittorie nel suo palma res, ma una carriera zeppa di sfide straordinarie. Come questo viaggio da Venezia alle Isole Galapagos e passando per il Canale di Panama: in totale 6.000 miglia di navigazione.
Ripercorre la rotta della corvetta Vettor Pisani
Ma come è nata l’idea di questo curioso viaggio? Leggendo un vecchio portolano inglese, una trentina di anni fa, Carozzo era stato colpito da alcuni toponimi sulla cartografia di San Cristobal, l’isola principale dell’arcipelago delle Galapagos: Punta Lido, Frangente degli Schiavoni, Punta Malamocco. Nomi tipicamente veneziani. E lui, veneziano d’adozione, anche se nato a Genova e curioso, ha compiuto alcune ricerche scoprendo che i “battesimi” di tali luoghi sono il risultato di una spedizione scientifica compiuta nel lontano 1884 dalla corvetta a vapore di 80 metri Pier Vettor Pisani, ultima nave oceanografica in legno realizzata a Venezia. Da qui il sogno di ripercorrere la rotta per portare una testimonianza e lasciare nuovamente il segno.
Una barca in compensato marino autocostruita
“È una storia incredibile e io vogliono tornare là”, racconta deciso Carozzo che affronterà questa lunga traversata con una barca a vela di 9,60 metri in compensato marino che si è interamente autocostruito in due anni e mezzo a San Felice del Benaco (Brescia). “Mi mancano ancora due settimane di lavoro – spiega – poi sarà pronta. Non ha ancora un nome. Forse la chiamerò “The Last Lion.”
A dispetto della tante navigazioni in solitario che ha fatto nella sua lunga carriera di navigatore questa volta Carozzo per arrivare alle Galapagos non sarà da solo. “Non ho più l’età – dice – mi farò accompagnare da tre, quattro ragazzi”. Intanto sta cercando uno sponsor e sta completando un libro di memorie.”Mi manca l’ultimo capitolo – racconta – lo dedicherò alla Golden Globe Race”. La sua sfida più grande, o forse no semplicemente una delle tante storie di vita di questo inguaribile marinaio.