Voglio vivere su una casa galleggiante

Sempre più persone in tutto il mondo, stanche delle metropoli, abbandonano appartamenti e grandi palazzi e vanno in cerca di libertà, traslocando in case sull’acqua. Oggi l’offerta di queste moderne unità abitative ha raggiunto livelli di comfort fantastiche.

Può capitare al diportista e amante del mare di chiedersi almeno una volta come sarebbe vivere sull’acqua. In realtà alcuni armatori questo desiderio lo mettono in pratica decidono di andare a vivere sulla propria imbarcazione. Scelta legittima, se l’obiettivo è quello di spostarsi navigando durante la bella stagione e sostare nei marina in inverno, a patto però di avere una barca più che confortevole e adattata ai lunghi periodi da trascorrere a bordo. Un’alternativa molto più confortevole potrebbe essere quella di traslocare in una casa galleggiante.

Quello di abitare nelle case galleggianti, pur avendo una lunga tradizione in certi posti del mondo, è in realtà un fenomeno contemporaneo che sta prendendo piede. Sempre più persone in tutto il mondo infatti sono stanche delle grandi metropoli piene zeppe di cemento e così abbandonano appartamenti stile alveare e grandi palazzi e vanno in cerca di libertà. Non tutti possono vivere su una barca a vela o a motore e vogliono per forza navigare e allora ecco la soluzione: acquistare una casa galleggiante. Oggi alcune aziende specializzate in questo settore propongono stupende case galleggianti, dotate di tutti i comfort, ecocompatibili e perfettamente autonome sul piano energetico.

 

Houseboats tra tradizione e nuove tendenze

Le case galleggianti hanno una lunga tradizione residenziale in città come Amsterdam, Stoccolma, San Francisco e Seattle. Per non parlare dell’Oriente e del Sud America. In Europa la moda delle case sull’acqua iniziò con il finire della Seconda Guerra Mondiale con la mancanza di alloggi da una parte e l’improvvisa abbondanza di navi dismesse dall’altra. Ancora oggi ad Amsterdam le abitazioni sull’acqua legalmente registrate sono oltre 2.500, per non parlare di quelle illegali. In Estremo Oriente le case galleggianti, chiamate “sampan”, gremiscono da sempre le vie fluviali, mentre in Paesi come Ecuador, Perù e Brasile affollano il corso del Rio delle Amazzoni, rappresentando l’unica soluzione possibile per sopravvivere alla stagione delle piogge, quando il livello dell’acqua è tale da sommergere le abitazioni sulla terraferma.

Anche in una città come Belgrado negli ultimi 30 anni sono nate circa 3.000 case galleggianti, mentre la stessa Berlino attualmente sta conoscendo una speculazione edilizia che dopo avere conquistato quasi ogni angolo della città, sta riempiendo anche fiumi e laghi cittadini con moderne houseboats particolarmente lussuose.

Soluzioni hi-tech e nuovi materiali

C’è stata infatti un’evoluzione importante nella costruzione di case galleggianti. Oggi sono unità abitative concepite e costruite da società specializzate che utilizzano materiali innovativi e le soluzioni più moderne in fatto di isolamento, autonomia energetica e allestimenti hi-tech.

Una delle società più all’avanguardia nel settore è la portoghese Go Friday che ha ideato delle lussuose case galleggianti autosufficienti che possono essere adibite sia a prima abitazione che a casa vacanza. Queste “case-imbarcazioni” hanno una lunghezza che varia tra i 10 e i 18 metri, in base alla loro destinazione d’uso: studio o casa con massimo 6 stanze e 3 bagni. Sono, inoltre, caratterizzate da un arredamento lussuoso e moderno e presentano un elevato livello di autosufficienza: generano in maniera autonoma tra il 50 e l’80 per cento dell’energia consumata annualmente grazie ai pannelli solari installati sul tetto.

Abitare e navigare, ma lentamente

Una tipica casa galleggiante firmata Go Friday ha un ciclo di vita di circa 50 anni, più o meno come una barca, e naviga. Queste case galleggianti sono in grado di viaggiare a una velocità di crociera di 5,5 chilometri all’ora. Il consiglio dei produttori è di spostarle lungo un tratto marittimo tranquillo. “Non cerchiamo la velocità, per noi il viaggio è parte del piacere – spiega Fernando Seabra Santos, Ceo di Go Friday – non si tratta di spostarsi il più velocemente possibile da un posto all’altro, ma di godersi il tragitto e di sostare in posti diversi”.

Il prezzo di queste speciali abitazioni, che varia in base alla dimensione, al livello di lusso e allo sviluppo tecnologico, va dai 93.000 ai 230.000 euro. Il modello più semplice corrisponde a una casa composta da un’unica stanza progettata per essere ormeggiata in un porto turistico, il modello più sofisticato invece è composto dal numero massimo di stanze e può navigare per diversi mesi. Il dirigente portoghese ha spiegato: “Abbiamo ricevuto molto interesse dai Paesi europei, soprattutto dall’Olanda, dal Regno Unito, dalla Francia e dall’Italia”, racconta Fernando Seabra Santos. Oltre al residenziale, quello del turismo è un altro settore che si sta lasciando sedurre dal fascino di queste case galleggianti. “Tra i nostri clienti – prosegue Fernando Seabra Santos – ci sono centri turistici di tutto il mondo. C’è poi un’azienda svizzera che sta considerando di acquistare 15 di queste case “per installarle in un resort delle Bahamas e della Costa Rica”.

Dimore stile “ufo” da collocare sul mare

Anche l’azienda francese Anthenea ha prodotto i primi prototipi di dimore galleggianti, queste però hanno la vocazione a essere collocate sul mare. Il progetto è stato sviluppato per permettere all’armatore di vivere completamente a contatto con la natura. La casa ha forma circolare, a ricordare quella di un ufo, ed è dotata di ampie finestre per godere della vista di tutto il paesaggio circostante. Sul pavimento sono posizionate vetrate per ammirare flora e fauna sotto il livello dell’acqua.

L’abitazione progettata da Anthenea comprende circa 50 metri quadri coperti. Nel soggiorno si trova un divano circolare, con le postazione per far sedere gli ospiti. Il tavolino può essere aperto per formare un divano letto, anch’esso di forma circolare, per due persone. L’armatore può decidere di far installare una doccia per non dover necessariamente utilizzare quella del porto a cui la casa è ormeggiata. Il punto privilegiato per avere contatto diretto con il panorama circostante è la cucina, che offre agli abitanti la possibilità di consumare pasti in un contesto differente dall’esperienza di tutti i giorni. Il luogo designato per il relax è invece il solarium, che si trova sull’upper deck. Uno degli aspetti più affascinanti della casa galleggiante è la sua autosufficienza energetica. L’alimentazione è infatti a energia solare, con cui funzionano tutti gli strumenti presenti a bordo. La casa galleggiante può essere spostata inoltre con un piccolo motore elettrico per permettere di scegliere in quale porto rimanere ormeggiati. Ovviamente la velocità è decisamente limitata, visto che l’esigenza è garantire stabilità a bordo più che rapidità negli spostamenti.

Anthenea ha progettato la propria dimora sul mare per i privati, ma si presta anche per essere impiegata come hotel, ristorane o location per eventi. Da quando è stata presentata all’ultimo Salone Nautico di Parigi, alcune compagnie la affittano per una vacanza o per organizzare eventi.

Abitare sull’acqua. Ma quanto costa?

Quello delle case galleggiante al momento è ancora un mercato nicchia. Ma quanto costa abitare in una di queste dimore sull’acqua? A Londra, dove il fenomeno si è imposto grazie a un mix che mescola moda per un’élite abbiente e scelta di vita alternativa, più libera e rilassata i prezzi di acquisto di una casa galleggiante non sono alla portata di tutti, potendo variare dalle 20.000 a a oltre 1 milione di sterline nel caso di natanti più grandi e lussuosi.

Alle voci di spesa vanno poi aggiunte la tassa di ormeggio, che per un’imbarcazione di 18 metri può raggiungere le 360 sterline al mese e le difficoltà di ottenere una licenza. Per i giovani e per molti professionisti di stanza a Londra, la haouseboat è diventata una soluzione più “abbordabile” rispetto all’appartamento sulla terraferma, visti i prezzi astronomici delle case nella capitale britannica, senza contare il vantaggio di trovare ormeggio più vicino al centro città. Si calcola che attualmente siano oltre 100.000 le case imbarcazioni “stanziali” o che si spostano lungo il corso del Tamigi e nei canali vicini.

Anche ad Amsterdam vivere sull’acqua dei canali è meno costoso dell’abitare sulla terraferma tenendo conto dei prezzi al quadro (in media compresi fra i 4.000 e i 5.000 euro). Passando a Berlino le houseboats sono spesso vere e proprie ville galleggianti accessoriate di tutto punto. Il mercato tedesco offre soluzioni non esattamente economiche, tuttavia va considerato che per 88.000 euro è possibile acquistare un battello dotato di 2 cabine letto, un’ulteriore cabina letto all’interno del tetto, due bagni, cucina accessoriata con 4 fuochi, forno elettrico, lavello e frigorifero, soggiorno con camino, pavimenti riscaldati e doppia terrazza.

Infine uno sguardo su Parigi. Nella Ville Lumière le caratteristiche chiatte ormeggiate sulle rive della Senna stanno conoscendo un momento di successo grazie al fatto che costano mediamente il 40% in meno rispetto agli immobili in città, stabilmente ai primi posti mondiali per prezzi al metro quadro. Un tempo simbolo di uno stile di vita nomade al limite del borderline, le péniche parigine (così si chiamano nel gergo parigino) attirano sempre più famiglie benestanti ma anche professionisti. I prezzi medi variano oggi, per imbarcazioni ristrutturate, dai 5.700 euro ai 7.500 euro al mq.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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