Una spedizione cercherà il relitto dell’Endurance

Una spedizione britannica guidata dall’esploratore Julian Dowdeswell nell’ambito di ricerche scientifiche nel Mare di Weddel in Antartide nei prossimi mesi andrà alla ricerca del relitto della Endurance, la celebre nave al comando di Sir Ernest Shackleton che tentò di attraversare il Polo Sud ma rimase intrappolata nei ghiacci e affondò nel 1915.

“La nostra posizione è latitudine 76°34´S., longitudine 31°30´O. Il tempo è buono, ma è impossibile avanzare. Durante la notte il ghiaccio ha circondato la nave e dal ponte non è possibile vedere mare libero”. Era questa l’ultima posizione conosciuta della nave Endurance al Polo Sud come scriveva il 19 gennaio 1915 nel diario di bordo il suo comandante, l’esploratore inglese Sir Ernest Shackleton.

Oggi a 100 anni dall’affondamento una spedizione scientifica inglese seguendo queste preziose coordinate geografiche tenterà di rintracciare nel mare Antartico quel celebre relitto che ha segnato la storia della navigazione e dell’esplorazione polare. La missione di ricerca, che prende il nome di Weddell Sea Expedition 2019 ed è imbarcata sulla nave oceanografica SA Agulhas II, sarà guidata dall’esploratore inglese Julian Dowdeswell e cercherà anche il relitto della Endurance. Il gruppo scientifico è stato infatti innanzitutto incaricato di studiare la piattaforma antartica Larsen C., ma nel corso della missione i ricercatori toccheranno l’ultima posizione conosciuta dell’Endurance e, come ha spiegato alla Bbc lo stesso Dowdeswell “sarebbe vergognoso non provare a individuare il relitto dell’Endurance, una nave leggendaria per la storia dell’esplorazione antartica”.

La conquista del Polo Sud di Ernest Shackleton

L’Endurance Expedition di Shackleton partì dal Regno Unito nell’agosto del 1914 con l’obiettivo di attraversare il Polo Sud dal mare di Weddell (oceano Atlantico) al mare di Ross (oceano Pacifico). La nave di Sir Ernest Shackleton rimase tuttavia bloccata all’inizio del 1915 nel denso pack imprigionando l’equipaggio a bordo per mesi, quindi venne stritolata dal ghiaccio e affondò il 21 novembre 1916 in quelle acque gelide a circa 3.000 metri di profondità. Nonostante la spedizione non ebbe successo, l’equipaggio dell’Endurance è rimasto nella storia per il suo fortunato ritorno a casa, nonostante le condizioni avverse. Shackleton riuscì infatti a portare i suoi uomini in salvo due anni dopo la partenza, prima rifugiandosi sui ghiacci, poi raggiungendo la Georgia del Sud con una traversata su scialuppe di salvataggio e infine organizzando una spedizione di soccorso per recuperare il resto dell’equipaggio.

Sottomarini autonomi a caccia del relitto

Da allora, nonostante alcuni tentativi, nessuno è riuscito a rintracciare il relitto della nave, anche perché affondato in una zona dove ancora oggi è difficile effettuare le ricerche, nonostante le moderne attrezzature. Adesso ci riprova la spedizione di Dowdeswell. La Agulhas si aprirà la strada attraverso 75 miglia di ghiaccio per raggiungere l’ultima posizione conosciuta dell’Endurance. Il team di ricerca della Weddell Expedition del 2019 ha un’idea abbastanza precisa di dove posizionare i veicoli sottomarini (Autonomous Underwater Vehicles) per tentare di individuare la posizione attuale del relitto. L’archeologo marino Mensun Bound afferma che la Endurance era la seconda nave in legno più solida mai costruita e dovrebbe, secondo lui, avere conservato abbastanza della sua integrità strutturale.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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