Giovanni Sartini firma il volume dal titolo “Mani, cervello e cuore” pubblicato da Il Ponte Vecchio in cui racconta l’appassionante storia dell’azienda di famiglia, il Cantiere Sartini che a partire dagli Anni 60 ha rivoluzionato la nautica in Italia.
Gli appassionati di nautica conoscono bene lo storico Cantiere Sartini di Cervia soprattutto per quella “gemma” di design, doti marine e versatilità del Passatore, una barca ancora oggi molto apprezzata e al centro di una comunità ben affiatata, come La Congrega del Passatore.
Al di là di questo modello particolarmente riuscito, il Cantiere Sartini è stato in ogni caso un cantiere davvero rivoluzionario e un’azienda nautica a conduzione familiare che fin dalle sue origini si è distinta per qualità del lavoro manuale, in particolare sul legno, e capacità di visione. Caratteristiche che gli hanno permesso di realizzare negli anni barche dalle soluzioni innovative molto apprezzate dai diportisti, oltre che record di vendite.
Un libro su grandi eccellenze di un tempo perduto
La storia del cantiere è stata condensata di recente in un bel libro dal titolo “Mani, cervello e cuore” (Il Ponte Vecchio, 152 pagine, 16 euro). A firmarlo è lo stesso Giovanni Sartini, figlio di Emilio, tra i fondatori del cantiere, e anche lui cresciuto tra matite, squadre e liste di legno. Oltre che da oltre 20 anni membro attivo dell’associazione La Congrega del Passatore.
È una lettura particolarmente affascinante per tutti, soprattutto per quelli che il mare lo vivono uscendo in barca. Fondato da Giuseppe, detto Peppino, nel 1961 poi affiancato dai figli Emilio e Paolo, dal Cantiere Sartini sono uscite tanti esemplari di barche. Tra queste lo Snipe, l’Arlecchino, il Corsaire, il Mousquetaire, il Muscadet, solo per citarne alcuni. Non solo, ma l’azienda ha coinvolto tanti protagonisti eccellenti dello yachting e della progettazione nautica. Basti citare Cino Ricci, Uccio Ventimiglia, Jean Marie Finot, Jean-Jacques Herbulot, Franco Sciomachen, Sandro Mattioli e Laurent Cordell.
Il volume si sofferma non solo sui successi, ma anche sui momenti difficili vissuti dal cantiere. Come per esempio la crisi petrolifera degli Anni 70 e la conseguente crisi economica che portò alla chiusura. È la storia di uomini, barche e aziende che hanno diffuso e orientato la nautica italiana e che ora difficilmente si vedono in giro.