Restaurare una vecchia barca, il giusto approccio

Con la crisi del mercato nautico porti, banchine e rimessaggi sono pieni di scafi lasciati al proprio destino e spesso offerti a prezzi più che vantaggiosi. L’occasione di affari è dietro l’angolo, ma poi arriva l’impegno più importante che è quello di riportare la barca agli antichi splendori. Una guida su come gestire questo importante procedimento, i lavori da eseguire, gli artigiani da coinvolgere e soprattutto lo spirito con cui affrontare quello che può rivelarsi un viaggio personale difficile ma gratificante.

Ecco, ci siete cascati. L’avete vista dondolare pigramente all’ormeggio di un marina e le sue linee eleganti e marine vi hanno conquistato subito. Oppure l’avete ammirata sull’invaso di un ormeggio, sporca e abbandonata, ma la sua anima da navigatrice non vi è sfuggita e ve ne siete innamorati a prima vista. L’acquisto di una barca usata passa anche attraverso un istinto naturale, un’emozione di cuore a cui è difficile resistere. Anzi forse è proprio quella scintilla iniziale, al d là delle specifiche tecniche, delle prestazioni, dei dettagli, che porta a decidere per l’acquisto di una compagna di veleggiate, di viaggi, di crociere, di sogni sconfinati tra il cielo e il mare.

Lavori interni

Bella! La compro e la restauro

Oggi con la crisi del mercato nautico porti, banchine e rimessaggi sono letteralmente zeppi di barche lasciate al proprio destino da armatori stanchi o disillusi dai costi esorbitanti, dalle spese di manutenzione, dalla burocrazia, dalla scarsa cultura nautica e da una normativa che invece di esaltare il diporto sembra mortificarlo. Per chi non demorde però e anzi è pronto ad affrontare un’avventura che sa ancora di romanticismo e libertà come quella di diventare armatore, le occasioni di fare buoni affari non mancano. Le barche in certi casi hanno quasi prezzi ridicoli e se ne può approfittare. Il problema vero non sono gli assegni da staccare nella fase di compravendita, ma il necessario lavoro di restauro per riportare la propria amata agli antichi splendori. Missione impossibile? In alcuni casi assolutamente sì, o almeno poco sostenibile a livello di impegno e costi, ma in altri è del tutto fattibile purché eseguita con il giusto approccio, mancanza di fretta e un’ottima capacità manuale e gestionale.

Refitting scafo

Fai-da-te, cantiere o artigiani free lance

Di fronte al restauro di una barca a vela o motore ci sono due strade: la prima è rivolta esclusivamente ai puristi del fai-da-te, marinai di razza in grado di affrontare lavori manuali di ogni tipo, che conoscono a fondo i materiali, sanno come trovarli e lavorarli, hanno mani d’oro, cultura, conoscenze tecniche ma anche lo spazio necessario a ospitare lo scafo e prendersene cura: un giardino, un capannone, un garage, insomma un luogo di lavoro funzionale e libero per il tempo occorrente a finire i lavori.

L’altro percorso, praticabile da una comunità più ampia di appassionati, è quello di eseguire in proprio quei lavori di cui si è all’altezza in base alle proprie competenze o comunque che attraverso consigli, studio e pazienza si può arrivare a svolgere con una certa sicurezza, mentre per il tutto il resto affidarsi ad artigiani nautici che possono essere coordinati, organizzati e compensati direttamente. In questo lavoro di delega, senz’altro meno impegnativo e affidabile, non si può in ogni caso prescindere da una buona conoscenza della barca acquistata, della sua costruzione e del suo allestimento per non farsi imbrogliare da chi eseguirà materialmente il lavori. Perché affidarsi ad artigiani separati invece che commissionare tutti i lavori ad un solo cantiere? Prima di tutto per contenere i costi, ma anche perché non sempre tali strutture accettano lavori del genere o comunque impongono tempi di attesa estenuanti. Dividere i lavori significa inoltre anche avere un rapporto diretto con il personale, chiedere spiegazioni, consigli, gestire meglio i tempi di esecuzione, aumentare la propria cultura in fatto di materiali, il loro reperimento e lavorazione.

Anche qui con l’attuale situazione di crisi del settore nautico che ha fatto chiudere o ridimensionare molti cantieri la possibilità di trovare bravi artigiani che purtroppo per loro sono liberi da impegni e desiderosi di lavorare non è difficile. L’importante è che abbiano l’attrezzatura giusta, siano disposti a lavorare fuori sede, abbiano una certa elasticità con gli orari di lavoro

 Salpancora

I lavori da eseguire: dalla carpenteria all’elettronica

Ebbene di fronte al restauro completo di un’imbarcazione, indipendentemente dal materiale con cui lo scafo è stato costruito, quali sono i principali lavori da eseguire?

Carpenteria, ossia tutti i lavori con il legno, acciaio, compreso (quello inox) e leghe leggere. In questo settore rientrano non solo i lavori  eseguiti a bordo, ma anche quelli di officina per riprodurre parti rotte, perdute o non più utilizzabili con tutte le attrezzature e i materiali necessari.

Saldatura di tutte le parti in acciaio, acciaio inox e leghe leggere.

Resinatura in poliestere, vinilestere ed epossidica con fibre di vetro o esotiche, con possibilità di stratificare sotto vuoto e controllare grado di umidità e della temperatura ambiente.

Meccanica per i vari smontaggi e revisioni delle parti dotate di meccanismi, come per esempio la pinna di zavorra, il timone, i  serbatoi, le tubazioni, le valvole, le prese  a mare, i wc e i vari impianti impianti del Gpl, del gasolio, acqua dolce e acque nere.

Falegnameria per tutti lavori e gli smontaggi degli interni in legno e laminati, i loro rifacimenti, i restauri, le ricostruzioni e le modifiche.

Elettricità che riguarda tutto il lavoro sui circuiti dell’impianto elettrico di bordo, il cablaggio e l’approntamento dei nuovi quadri elettrici.

Rigging per l’attività di controllo, sostituzione e riassemblaggio di tutte le attrezzature nautiche di bordo, compreso l’armo velico, le manovre in coperta e sottocoperta.

Stuccatura e verniciatura di scafo e coperta per scrostare la vecchia pittura, riparare eventuali difetti estetici estetiche e dedicarsi alla la finitura sia della carena che degli interni.

Tappezzeria nautica per recuperare e riprodurre tendalini, bimini, cagnari, sacche porta strumenti, cappe di copertura dei winch, spray hood, fodere dei sofà, dei materassi, cuscineria, etc.

Meccanica navale per la revisione completa del motore entrobordo e dei suoi impianti ed accessori, compresa la linea d’asse.

Elettronica nautica per il controllo e l’eventuale rinnovo di tutta la strumentazione di bordo di navigazione, comunicazione e intrattenimento.

Veleria per la riparazione o sostituzione delle vele.

Impianto elettrico

La difficile arte di dirigere i lavori

Alcune considerazioni e consigli nel caso in tutti o in parte di questi lavori ci si affidi ad artigiani qualificati. È fondamentale riuscire a gestire i lavori del personale ingaggiato in modo da coordinarli perfettamente, evitare di sovrapporsi o intralciarsi l’uno con l’altro rispettando le varie fasi di lavoro: resinatura, stuccatura e rifinitura, solo per fare un esempio.

Il rapporto economico con ogni singolo artigiano andrebbe gestito con un contratto specifico che indichi il lavoro a corpo o a ore lavoro con indicazione puntuale di inizio e di completamento del lavoro stesso, e soprattutto i dettagli sulla qualità dell’intervento prendendo i giusti riferimenti del caso. Riguardo ai costi di tali lavori di manovalanza bisogna essere chiari: la qualità del lavoro si paga, così come la disponibilità e l’esperienza dei professionisti coinvolti. Diffidare degli improvvisati che propongono prezzi ridicoli. Per non commettere errori si può verificare alla Camera di Commercio o presso le singole associazioni degli artigiani quali siano le tariffe vigenti in una tale zona per avere un’idea più precisa.

Il restauro di una vecchia imbarcazione non è una passeggiata a livello di costi e impegno, ma seguendo queste indicazioni e mettendosi in gioco con il giusto approccio, che è quello di affrontare un viaggio bellissimo, un’esperienza personale che aiuta a crescere, un’opportunità di allargare e approfondire la propria cultura nautica, allora può essere portato a compimento con grande soddisfazione.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

2 Comments
    1. Ciao Marzia, grazie dell’apprezzamento. Buona avventura allora, e se vuoi condividere aneddoti ed esperienze del tuo viaggio sei la benvenuta!

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