Pinne stabilizzatrici per il fuoribordo del tender

Le pinne stabilizzatrici aumentano la stabilità, riducono il consumo di carburante e soprattutto aiutano il tender a planare rapidamente a un numero di giri inferiore.

Le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo sono apparse negli ultimi anni e giustamente suscitano parecchio interesse da parte dei diportisti. In verità molti le confondono ancora con gli stabilizzatori delle navi oppure con i cosiddetti “flaps”. I primi vengono applicati sullo scafo e hanno il compito di ridurre il rollio. I flaps invece sono due piastre posizionate a destra e a sinistra del motore fuoribordo che quando azionate sollevano la poppa, variano l’assetto della barca e ne agevolano la planata.

Facciamo allora un po’ di chiarezza e vediamo cosa sono esattamente gli stabilizzatori dei motori fuoribordo, a cosa servono, quali vantaggi offrono e come montarli sul proprio propulsore.

Obiettivo ridurre l’attrito e migliorare le prestazioni

Le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo sono delle alette in materiale plastico e molto resistente che vengono montate direttamente sul propulsore. Più in particolare a livello della piastra anticavitazione che si trova immediatamente sopra all’elica del motore. Di fatto, è un componente che va ad allargare, da una parte e dall’altra, la superficie della piastra stessa. Si tratta in tutti i casi di stabilizzatori costruiti con delle forme o con dei profili tali da non andare a creare dell’attrito con l’acqua e tendenzialmente sono rivolti verso il basso, in modo da sfruttare in pieno il flusso.

I vantaggi dello stabilizzatore per fuoribordo

I benefici delle pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo sono diversi, a partire dal miglioramento della planata. Grazie alla loro particolare forma, infatti, le pinne permettono di canalizzare il flusso dell’acqua, in modo da sollevare più velocemente la carena: in alcuni casi si parla di un dimezzamento dei tempi di planata. Per una barca che ha problemi di questo tipo, dunque, le pinne stabilizzatrici possono essere una soluzione. Altro vantaggio delle pinne da fuoribordo è che stabilizzano la barca, riducendo il beccheggio e aumentando in generale il comfort dell’imbarcazione. Questo ha un effetto positivo anche sugli sforzi ridotti imposti al propulsore e sui consumi di carburante (il 40% in meno); con una minore richiesta dello stesso sia per l’avvio che nelle varie ripartenze.

Le pinne stabilizzatrici inoltre permettono di aumentare l’effetto anticavitazionale della piastra, soprattutto durante i cambi di direzione, in modo da aumentare l’efficienza dell’elica e quindi del motore nel suo complesso. Infine migliorano il controllo di guida, grazie alla riduzione del beccheggio e del rollio. L’effetto benefico viene riscontrato soprattutto nelle manovre lente quando le pinne stabilizzatrici per motori fuoribordo vengono montate su delle barche con carene a V pronunciata.

Come montare le pinne stabilizzatrici

Per quanto riguarda il montaggio, per la versione standard delle pinne è necessario praticare quattro fori nella piccola pinna fuoribordo incorporata; in modo che i nuovi stabilizzatori più grandi siano fissati con i bulloni. Sembra facile, ma l’operazione può richiedere un bel po’ di tempo se non si trova la tattica giusta per praticare i fori. A causa dell’albero del fuoribordo, infatti, il trapano può essere spinto in un angolo ed è complicato riuscire a fare dei fori dritti. In questo caso una punta da trapano ad angolo retto può essere la soluzione. Altro consiglio, una volta montati, è bene rivestire i bulloni con Loctite, un lubrificante antigrippaggio da applicarsi prima di rimettere il gommone in acqua.

Molti diportisti non amano l’idea di montare delle pinne stabilizzatrici sul proprio motore fuoribordo, per evitare di fare dei fori sulla piastra anticavitazione del loro propulsore. Ci sono in commercio tuttavia degli speciali accessori che permette il montaggio delle pinne stabilizzatrici senza praticare alcun foro sulla maggior parte dei motori fuoribordo in commercio.

Il consiglio è quello di valutare con attenzione l’installazione delle pinne caso per caso, in base al proprio motore fuoribordo e ai propri utilizzi. Domandando in caso l’opinione di un esperto.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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