Ormeggiare la barca: ecco il necessario per una sosta in sicurezza

Una delle manovre che bisogna conoscere e padroneggiare al meglio è quella di ormeggiare la barca a un molo o a una banchina. Non a caso è una parte fondamentale dell’esame di patente nautica. Ecco quali sono i tipi di manovra, gli accessori da avere a bordo e i nodi specifici.

Ormeggiare la barca è un’operazione delicata, complessa in certe condizioni e assolutamente indispensabile da padroneggiare durante una crociera o una semplice navigazione lungo costa. Non a caso è una parte essenziale della prova pratica per ll’esame di patente nautica. Sono diversi i fattori fondamentali alla base di un buon ormeggio: sicurezza della barca, tempi della sosta, praticità e soprattutto serenità dell’equipaggio.

In questa guida vogliamo proporvi tutti gli accessori e le attrezzature necessari per ormeggiare al meglio la vostra barca, le varie manovre più comuni utilizzate dai diportisti, i nodi principali e alcuni accorgimenti per assicurare lo scafo al molo o alla banchina in maniera semplice e in tutta sicurezza.

Parabordi-in-barca

Parabordi

Tra gli accessori indispensabili per procedere a un corretto e sicuro ormeggio ci sono i parabordi. Questi dispositivi consentono di ammortizzare e proteggere la vostra barca durante l’attracco o l’ormeggio. Si possono scegliere parabordo tondi, cilindrici o piatti. Qualunque sia la dimensione dello scafo, il numero minimo di parabordi è generalmente 6. Ad esempio, su uno yacht a motore di 8 metri devono essere posizionati ogni 2,5 metri, mentre su un cabinato a vela saranno piuttosto disposti verso il centro-poppa della barca che, specie sui modelli recenti, è il punto del baglio massimo.

Anche l’altezza del parabordo è un criterio da considerare con attenzione. Dovrebbe essere pari a 2/3 dell’altezza del bordo libero; ovvero la distanza verticale tra la linea di galleggiamento e il ponte di coperta. A seconda della forma dello scafo della vostra barca, vi consigliamo inoltre di posizionare i parabordi al livello del bottazzo.

Va anche notato che, a seconda del tipo di ormeggio, l’equipaggio ha la possibilità di aggiungere un ulteriore parabordo di poppa o un parabordo di prua per assorbire gli urti e proteggere le estremità della barca durante la manovra. Proteggere la barca da urti, colpi e strisciate è importante per noi, ma anche per le altre barche ormeggiate in porto.

Cime da ormeggio

Per ormeggiare correttamente la barca, è necessario disporre di almeno 2 cime d’ormeggio. Questi cavi devono misurare come minimo 4 metri. La lunghezza rimanente deve essere calcolata in funzione della distanza tra la barca e la banchina. Sarebbe bene inoltre avere 2 cime d’ormeggio supplementari per bilanciare al meglio la barca durante l’ormeggio. La distanza dalla banchina deve essere compresa tra 1,50 e 2 metri per evitare urti accidentali con il pontile.

Quando siete a bordo invece, una distanza di 1 metro dalla banchina è sufficiente e facilita la discesa dell’equipaggio sulla terraferma. Se disponete di una passerella per salire a bordo, regolate la distanza dalla banchina in base alla sua lunghezza. Ricordatevi di proteggere le cime di ormeggio con guaine in tessuto o pelle per evitare abrasioni e prolungare così la loro vita utile.

Ormeggiare barca

Molle da ormeggio e silenziatori

Quando ci si trova ormeggiati in banchina, se il vento e le onde aumentano, i cavi d’ormeggio possono causare molti strattoni e sollecitazioni allo scafo, nonché forti rumori che possono disturbare l’equipaggio o i vicini d’ormeggio. Per rimediare a questo inconveniente è opportuno utilizzare degli appositi ammortizzatori anche detti “molle di ormeggio” che riducono i carichi in gioco e smorzano i colpi causati dal richiamo del cavo d’ormeggio.

Estendendosi e ritraendosi gradualmente, le molle di ormeggio rendono infatti le sollecitazioni meno impetuose e pericolose. Gli ammortizzatori possono essere costituiti da molle oppure da cavi muniti di un elastico in gomma sintetica (etilene-propilene) ad alta resistenza. In quest’ultimo caso il cavo, fissato senza nodi, viene arrotolato sull’ammortizzatore che per effetto della trazione si allunga smorzando la violenza dell’urto fino ad assorbirla quasi completamente.

Ci sono anche modelli realizzati in acciaio zincato o acciaio inossidabile. Per tutti l’obiettivo rimane lo stesso: attutire il movimento della barca in caso di forti venti.

Ormeggiare barca

I vari tipi di ormeggio

Nella scelta dell’ormeggio bisogna tenere conto della durata della sosta, delle previsioni meteomarine e soprattutto delle condizioni della barca al momento della partenza. Tutti questi fattori possono condizionare la scelta di come posizionare lo scafo rispetto alla banchina: meglio di prua, di poppa oppure all’inglese? UEcco una panoramica dei vantaggi e svantaggi dei vari sistemi.

Ormeggio di poppa

L’ormeggio di poppa è il più diffuso tra i diportisti. Viene preferito per la comodità di accesso all’imbarcazione che avviene direttamente dalla poppa dell’imbarcazione. Una scelta giustificata dal fatto che è più facile sistemare una passerella a poppa per scendere a terra. Ma anche perché in questo modo la manovra di uscita dall’ormeggio è più pratica. La regola generale vuole che in presenza di una trappa, ci si ormeggia “di poppa”. È quindi necessario far passare un capo della trappa in un anello della catena per fissarla a una galloccia sulla parte anteriore della barca.

La tensione della trappa deve quindi essere regolata in modo che il naturale movimento della barca non la faccia sbattere contro la banchina, ma bisogna anche essere abbastanza vicini al molo per scendere. La parte posteriore della barca è sostenuta da cime d’ormeggio su due bitte.

Ormeggio di prua

Detto anche “alla francese”, l’ormeggio di prua è quello in cui la prua è la parte dell’imbarcazione rivolta alla banchina. È un ormeggio molto più veloce e sicuro in presenza di condizioni meteorologiche difficili. È anche relativamente semplice e per questo utilizzato anche in caso di equipaggio ridotto perché consente di guadagnare l’ormeggio speditamente senza urti o appoggi violenti.

In alcuni casi poi è una scelta obbligata, per esempio quando il fondale vicino alla banchina è appena sufficiente oppure c’è una sorta di scalino sul molo e dunque si impone necessariamente l’ormeggio con la prua al molo, poiché in questo modo si evita di danneggiare la pala del timone.

Per ormeggiare dalla parte anteriore della barca passate un capo della trappa in un anello della catena per fissarla a una galloccia sulla parte posteriore della barca. Quindi legate la trappa a un’altra galloccia, sempre sulla parte posteriore ma dal lato opposto, per centrare la barca.

Ormeggio all’inglese

A disposizione dello skipper c’è infine l’ormeggio all’inglese che consiste nell’offrire, in favore della banchina, uno dei due lati dell’imbarcazione. Quello all’inglese è un ormeggio pratico per l’imbarco di persone e materiali perché la barca rimane molto vicina alla banchina. Le manovre di ingresso e di uscita sono molto facili quando si è liberi a prua e a poppa da altre imbarcazioni, in caso contrario bisogna manovrare aiutandosi con i traversini o con l’elica di prua.

In questo tipo di ormeggio gli spring o traversini si incrociano tra loro per essere fissati alla banchina ed evitare che la barca si muova in avanti o all’indietro. Le cime anteriori e posteriori sono fissate alla banchina senza incrocio e servono per regolare la distanza della barca dalla banchina. Infine, un traversino permette di accostare la barca parallelamente al molo per un imbarco più facile.

Ormeggiare barca

I nodi di ormeggio

Per un corretto ormeggio infine non possiamo dimenticare la conoscenza di alcuni specifici nodi marinareschi. Sono due in particolare quelli sa conoscere e padroneggiare anche a occhi chiusi.

Il nodo di galloccia

Indispensabile a bordo, il nodo di galloccia deve essere perfettamente realizzato per mantenere la barca ferma. Come tutti i nodi tuttavia deve anche risultare facile e veloce da sciogliere al momento del bisogno. Questa tipologia di nodo permette di fissare una cima su una galloccia, ma anche di scioglierla rapidamente. Si compone di un collo attorno alla galloccia, seguito da un otto e da un collo di chiusura.

Il nodo parlato

Un classico della marineria, il nodo parlato si compone di due mezzi colli, uno in un senso e l’altro nel senso opposto, attorno all’oggetto a cui ci si ormeggia. È possibile rafforzare questo nodo aggiungendo un collo tra i due mezzi colli. Questo nodo permette ad esempio di ormeggiare su un anello, ma anche di fissare i parabordi alle draglie e ai corrimano della barca.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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