Marco Francalancia: per il Waszp ho un amore puro

Istruttore di windsurf, appassionato di vela e catamarani, Marco Francalancia ci racconta di come si è innamorato del Waszp e delle sue folli velocità a pelo d’acqua, i suoi angoli di bolina estremi, la conduzione funambolica e acrobatica e quella sensazione magica di volare…

Ho visto per la prima volta una barca volante circa 10 anni fa al lago di Garda. Era mattina presto, le 7,00 circa. Ero in acqua con il windsurf, ero uscito con il Peler prima di andare a lavorare. Planavo alla massima velocità attraversando il lago in andatura di traverso. All’improvviso sento uno strano rumore. Nulla che facesse pensare a una barca o un altro windsurf. Non si sentiva il rumore dello scafo sbattere sulle onde in planata. Percepivo un sibilo e un ticchettio (scoprii poi prodotto dalla Wand che tocca l’acqua). Mi girai incuriosito e mi vidi sfrecciare davanti una cosa strana, vela stile windsurf, scafo di una barca ma rastremato, navigava quasi un metro fuori dall’acqua.

Una velocità pazzesca con un angolo di bolina impossibile, mai visto prima. Continuai ad osservarlo per un po’, rapito dal suo stile di navigazione. Tutto sbandato sopravento, con la vela addosso come un windsurf.

Quel giorno che vidi sfrecciare un Bladerider

Termino il mio bordo, strambo e ritorno verso la costa Est del lago. Dopo un paio di minuti in planata riappare lo strano oggetto. Velocità ancora più elevata in andatura quasi di poppa. Strabuzzai gli occhi incredulo e poi… vidi la prima Foiling Jibe della mia vita. Un cambio di mura ad angolo retto a una velocità pazzesca, sempre alto sull’acqua e via di nuovo a tutta velocità scendendo il vento dritto come un missile, quasi navigasse sulle rotaie. Scoprii dopo che si trattava di un Bladerider uno dei primi modelli di Moth, una barca foil. Il mio pensiero fu uno soltanto: ne voglio una di quelle cose lì, prima o poi me la compro.

Sono passati anni prima che il foil incrociasse la mia rotta. Sono istruttore di vela e di windsurf e nonostante la mia passione primaria rimaneva il windsurf ero sempre più affascinato dal Moth, ma purtroppo le mie finanze non mi hanno mai permesso di comprarne uno. Anche i tempi di gestione del Moth non sono adatti al mio stile di vita. Di tempo libero ne ho poco e quando posso uscire in acqua a divertirmi in massimo 15 minuti devo poter essere pronto per navigare. Il Moth invece richiede tempo per essere armato e tante cure e manutenzioni. Sono tutt’ora affascinato dal Moth e lo guardo sempre con interesse e ammirazione ma è qualcosa che vedo lontano da me.

Il Waszp, un missile One Design adatto a tutti

Un bel giorno durante la Foiling Week a Malcesine, è successo l’inevitabile. Avevo da pochi giorni fatto la mia prima esperienza di navigazione con i foiling come ospite su un catamarano GC32. Fu un’emozione continua. La sensazione di volare sull’acqua, le velocità raggiunte, gli spazi che si restringevano e il lago di Garda che all’improvviso sembrava piccolo. Dopo una giornata come quella la mia mente pensava solo all’idea di volare! Con questo stato d’animo partecipai durante la Foiling Week alla presentazione del Waspz, sorella minore del Moth e figlia anch’essa di Andrew McDugall, padre del Moth Mach2. L’idea era quella di avere una barca volante stile Moth ma adatta a tutti.

Più robusta, più facile da mantenere e curarne la manutenzione, meno pericolosa e soprattutto One Design per contenere i costi. Mi innamorai subito della barca e neanche a farlo apposta mi ritrovai ad averne una alla scuola vela dove lavoro, perché il mio titolare nel frattempo aveva fatto un accordo con la Waszp per diventare centro test e promuovere la barca. Ovviamente serviva un istruttore che avesse voglia di imparare ad andarci per poi poter insegnare a chi volesse provarla. Neanche a dirlo ci sono saltato sopra e non sono più sceso. Ormai sono passati quasi tre anni da quel giorno, ne ho fatte di scuffie all’inizio, ma poi anche di strambate e virate foil.

La prima uscita con il progettista Andrew McDugall

Non dimenticherò mai la prima uscita che ho fatto con il Waszp. Ero con Andrew McDugall, che ora venero come una divinità per aver creato questa barca e avermi reso nuovamente un bambino felice con il mio nuovo giocattolo. Gli chiesi qualche dritta per iniziare a volare. Lui mi rispose: “Oltre che velista sei anche un windsurfista vero? Allora per decollare pompa come fai con il windsurf!” Rimasi un po’ stupito da tale affermazione e dubbioso misi la barca in acqua. Mi sentii subito a mio agio al timone, sentivo la barca accelerare bruscamente appena cazzavo la vela. Il vento non era tantissimo ma le reazioni del mezzo erano repentine, molto di più di una barca normale. Presi una raffica, un’altra spinta pazzesca, pensai a quello che aveva detto Andrew, due pompate veloci con la vela e all’improvviso mi sentii sollevare dall’acqua e contestualmente la barca iniziò ad accelerare incredibilmente. Sembrava proprio la fase di decollo di un aereo. Sono in volo!

Mi resi subito conto però che era come camminare sulle uova, anzi come correre sulle uova! L’equilibrio era precario e tutto accadeva a una velocità pazzesca! I tempi di reazione erano ridotti a zero. La barca si inclinò sopravento, una sensazione anomala per un velista ma abbastanza comune per un windsurfista che più va veloce più tende a chiudersi sull’acqua tirandosi la vela addosso. La cosa pazzesca però fu l’ennesima accelerazione della barca! Scopri poi che il foil lavora molto di più se sbandato sopravento.

Da una passione all’associazione italiana

Ora posseggo anche un Waszp tutto mio e con alcuni amici abbiamo deciso di metterci in gioco fondando la classe e così l’anno scorso abbiamo dato vita all’”Associazione Italiana Classe Waszp”. A distanza di neanche un anno abbiamo già vari iscritti e è nato il primo circuito di regate, grazie anche alla collaborazione e all’accordo con gli amici della Classe Moth, con cui abbiamo realizzato un circuito unico di eventi per entrambe le barche. Sempre più persone ci contattano incuriositi e interessati ad acquistare la barca. A livello mondiale sono state già vendute circa 900 barche in poco più di due anni. Numeri importanti. I Waszp Games – così la Waszp ha ribattezzato il circuito internazionale di eventi – registra sempre più partecipanti. Sono contento di essere parte di questa nuova famiglia di velisti. Lo spirito che ci accomuna è quello del divertimento innanzitutto.

Navigare con i foil è un’esperienza meravigliosa

In molti mi hanno chiesto perché non ho scelto il foiling windsurf essendo prima di tutto un windsurfista. Non so rispondere con precisione, ma la realtà dei fatti è che quella mattina famosa di dieci anni fa fu amore a prima vista. Mi innamorai perdutamente di quello strano oggetto che mi sfrecciò davanti. Navigare sui foiling inoltre è qualcosa di molto diverso dalla vela normale, ma anche dal windsurf. La tecnica, per quanto riguarda le derive foil, è uno strano mix di windsurf e vela con l’aggravante del foil, di tutte le dinamiche che lo fanno funzionare e delle relative regolazioni e trimm. Ormai faccio fatica a immaginarmi in navigazione senza essere prima decollato. Mi rimane anche difficile dislocare a 5 nodi di velocità. Per me ora andare in bolina significa fare 14-16 nodi tutto sbandato sopravento e andare al lasco/poppa significa viaggiare a 20 nodi scendendo le onde come con il windsurf, ma a un metro dall’acqua.

La sensibilità che si acquisisce con queste imbarcazioni è incredibile. Tutto avviene alla massima velocità, non ci sono tempi per pensare, bisogna solo agire e se sbagli scuffi, neanche il tempo di un battito di ciglia. Solo quando sei in acqua hai poi tempo di pensare a quale errore ti ha fatto finire a mollo. Il risultato più inaspettato però lo ho visto continuando a utilizzare derive e catamarani a scuola vela per lavoro. Mi sono ritrovato a navigare con tutte le imbarcazioni molto più al limite con un confidenza inaspettata, questo grazie all’esperienza sul Waszp.

Cosa mi riserverà il futuro nella mondo della vela? Non lo so proprio. Ma sicuramente la rotta che seguirò la percorrerò navigando sui foil.

Marco Francalancia

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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