La ricerca del migliore assetto di navigazione

L’assetto: uno dei fattori più importanti per una navigazione sicura, efficace ed economica.

Sembra scontato: raggiungere e tenere un buon assetto in navigazione cambia moltissimo il nostro modo di andar per mare. Un buon assetto fa guadagnare in prestazioni, fa risparmiare moltissimo carburante, non stressa le strutture di carena e motori e rende la barca stabile e ben governabile. In definitiva aumenta di parecchi punti la resa globale del mezzo e soprattutto la sicurezza ed il confort in navigazione. Eppure spesso si vedono, lanciate per i nostri mari, barche e gommoni che navigano vistosamente appoppati come se avessero motori da due tonnellate l’uno, o fortemente sbilanciati da un lato oppure praticamente scariche ma con la prua che guarda le stelle: tutte manifestazioni di gravi lacune a livello di assetto o per lo meno, di scarso interesse sul tema da parte dell’armatore.

Aumentando o diminuendo l’angolo di trim con il comando in plancia, si modifica l’assetto della barca in navigazione. Trim negativi: la prua si abbassa. Trim positivi: la prua si alza.

La corretta distribuzione dei pesi

I fattori che influiscono sull’assetto di navigazione sono tutto sommato facili da individuare:

– Posizionamento ed inclinazione del motore
– Distribuzione dei carichi fissi e movibili
– Distribuzione dell’equipaggio
– Condizioni meteo-marine

Valutare attentamente ognuno di questi fattori ci permette di capire su cosa dovremmo intervenire per raggiungere l’assetto più corretto.

Fondamentale ma spesso trascurato è il posizionamento del carico, aspetto che influisce in maniera significativa sulla posizione che la nostra barca terrà rispetto alla superficie del mare. Dovremmo dunque cercare di collocare i carichi più gravosi verso prua per contrastare l’inevitabile appoppamento dovuto alla spinta del motore. Se viaggiamo con un equipaggio numeroso, distribuiamolo equamente su entrambi i lati della barca facendolo accomodare in posizioni ben precise. Ricordiamo agli ospiti che saltare in giro per tutta la barca durante la navigazione non solo disturba ma può essere anche pericoloso.

Per distribuire adeguatamente i pesi a bordo, è utile ricordare che abbiamo a disposizione almeno quattro “jolly”, ovvero oggetti pesanti che possono contrastare efficacemente un eventuale sbilanciamento:

  • La riserva d’acqua dolce
  • Il serbatoio del carburante (per le piccole barche o gommoni con serbatoio mobile)
  • L’ancorotto di rispetto
  • Le dotazioni di emergenza che con la zattera, possono raggiungere pesi considerevoli.
    Infine non sottovalutate le condizioni del vento e del mare: specialmente sui cruiser dalle murate alte una folata rabbiosa di vento potrebbe inclinarvi pericolosamente.
Un assetto evidentemente sbagliato: la prua è troppo bassa e sposta molta acqua rendendo difficile governare e facendo proporzionalmente aumentare i consumi. Aumentare di almeno 10° l’angolo di trim!

Alla ricerca dell’assetto perfetto

Una volta curata la distribuzione del carico, occupiamoci dei comandi attraverso i quali possiamo regolare in maniera puntuale l’assetto di navigazione. Seduti al timone ne spiccano subito tre: gas, trim e flap e ognuno concorre a creare un certo numero di variabili. Per trovare l’assetto corretto la procedura più efficace è quella di isolare queste variabili agendo su un solo comando per volta.

Correggere l’assetto con il Trim

Fate un giro a barca scarica, con poco carburante, lasciando in banchina attrezzature, ricambi, passeggeri ed acqua: a barca quasi ferma, posizionate il trim completamente negativo, ovvero con il piede più vicino possibile allo specchio di poppa. Date gas decisamente e portate la barca in planata: a planata raggiunta togliete gas fino a trovare l’equilibrio giusto che vi consente di avere una buona velocità senza perdere la planata. A questo punto cominciate a salire leggermente con il trim, ad esempio di un 10% rispetto alla corsa totale. La barca dovrebbe guadagnare qualche nodo e qualche centinaia di giri senza che voi aumentiate il gas. Segnatevi questi rilevamenti: anche a barca carica il comportamento non dovrebbe cambiare se non per l’ovvia maggior apertura del gas, che è necessaria per contrastare il dislocamento maggiore. Flap: se a barca scarica non dovete correggere l’assetto laterale con i flap, questo deve accadere anche a barca carica. Se ciò non accade, significa che avete commesso qualche errore durante il carico.

Due strumenti in plancia da non confondere: a sinistra il posizionamento dei piedi alto-basso (trim), a destra l’angolo di barra.

Regolare l’assetto con i Flap

I flap si comportano come un piccolo estensore laterale della carena: quando se ne abbassa uno è come se si allungasse di un pezzettino la carena da quel lato.
Ciò porta ad un aumento di portanza ed ecco che la parte viene spinta maggiormente verso l’alto. Solitamente si dice che i flap sono “neutri” soltanto quando sono completamente sollevati. Quando sono in posizione orizzontale o in posizione abbassata non sono mai “neutri”, in quanto creano portanza. I flap dovrebbero essere usati solo per correggere l’assetto con la barca in planata e carico in posizione definitiva e non per entrare in planata: per quello è molto più efficace trimmare.

Gli effetti: flap destro giù, flap sinistro su, la barca si inclina verso sinistra. Flap destro su, flap sinistro su, non succede niente. E viceversa.

Uso dei flap in pillole:
– Mare calmo, barca in planata, piedi trimmati nello stesso identico modo: flap entrambi su.
– La barca è un pò sbandata sulla dritta? Flap destro giù. Flap sinistro: non toccare.
– La barca è dritta: tutti flap su.
– La barca è dritta, moglie e figli si siedono tutti e 6 a sinistra, la barca sbanda a sinistra: flap sinistro giù, destro su.
– Mare mosso, barca in planata, vento forte da dritta? Flap sinistro giù, flap destro su.
Questi ovviamente, sono solo suggerimenti teorici: un buon assetto viene valutato di volta in volta, “sentendo” la barca e magari guardando la scia.

I flap si comportano come un estensore laterale della carena: quando se ne abbassa uno è come se si allungasse di un pezzettino la carena da quel lato. In foto un modello sportivo dalle misure esagerate!

Delfinare? No, grazie!

Aumentando sempre più l’angolo di trim in positivo durante la planata, la barca comincerà a “delfinare” ovvero ad assumere il caratteristico andamento sussultorio con la prua che si alza e si abbassa a ritmo costante. Questo effetto fastidioso si risolve o abbassando leggermente il trim, o abbassando leggermente i flap (se li avete) oppure accelerando leggermente di un centinaio di giri. Per non fare confusione suggeriamo di usare sempre prima i trim e poi i flap e di procedere con un certo ordine. Se ad un certo punto la barca comincia assolutamente a fare di testa sua e non risponde più a nessun comando (succede a tutti!) fermatevi e ricominciate. Un ultima cosa: ricordate di alzare completamente i flap quando arrivate in porto e dovete fate retromarcia. I flap durante la retro, si comportano infatti come due timoni, opponendo notevole resistenza e modificando la vostra traiettoria. DIDA Assetto.jpg Aumentando o diminuendo l’angolo di trim con il comando in plancia, si modifica l’assetto della barca in navigazione. Trim negativi: la prua si abbassa. Trim positivi: la prua si alza.

Il moderno pannello di controllo assetto prodotto da Volvo Penta: in un unico strumento si decide la posizione dei piedi (trim), inclinazione laterale (flap) o ci si affida al posizionamento automatico.
Alessandro Casnedi

Naviga da sempre in Adriatico e rigorosamente su barche a motore, mettendo il naso ovunque ci sia da imparare qualcosa. Il suo pallino e’ la meccanica ed il “Fai da te” che sperimenta personalmente sulla sua barca.

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.