Gravi danni alla barca: ecco come procedere

In caso di incidente grave alla propria imbarcazione che comporti dei gravi danni e l’intervento dell’assicurazione kasko, ci sono delle procedure burocratiche e amministrative da mettere in atto da parte dell’armatore nonché delle precise prescrizioni che riguardano i lavori di ripristino che è bene conoscere. Ecco una guida completa al dopo incidente.

In genere gli armatori di una barca stipulano una polizza kasko per tutelarsi contro le eventuali avarie a cui possono andare incontro in navigazione o in porto, per colpa altrui ma anche per colpa propria: un incendio a bordo, un incaglio, un urto violento della chiglia sul fondale, un disalberamento, sono alcuni dei tipici sinistri marittimi che capitano ai diportisti. In caso di incidente, se assicurati, ci si rivolge alla compagnia assicuratrice per rientrare dei danni, pratica non sempre lineare, anzi il più delle volte lunga e impegnativa, ma comunque provvidenziale e prettamente burocratica.

Barca danneggiata

Denuncia di evento straordinario

Assicurazione a parte, in caso di incidente alla barca rimane da affrontare l’aspetto tecnico, ossia la riparazione effettiva di parti e componenti danneggiate per recuperare la navigabilità dello yacht. Il primo passo da compiere per l’armatore prima di procedere materialmente ai lavori è la presentazione presso l’Autorità Marittima competente di una Denuncia di Evento Straordinario nelle modalità e tempi prescritti, procedura amministrativa richiesta in ogni caso anche dalla compagnia assicurativa. Tale denuncia attiva, a sua volta, l’intervento di un Organismo Notificato per gli accertamenti tecnici che hanno lo scopo sia di verificare l’entità del danno che di prescrivere le riparazioni da effettuare per ripristinare esclusivamente la galleggiabilità e la navigabilità in sicurezza dell’imbarcazione.

Una volta eseguito l’accertamento, l’armatore ne comunica l’esito tramite dell’Autorità Marittima che ufficializza le prescrizioni stesse, trasformandole in un’ordinanza dello Stato. Quest’ultimo perseguendo la salvaguardia della vita umana in mare impone all’armatore di rispettarle nei lavori di riparazione, altrimenti la barca non può tornare a navigare. Un deterrente a possibili scorciatoie di armatori in malafede che vogliono solo incassare il premio assicurativo con riparazioni approssimative o inesistenti.

 Lavori barca

Lavori di ripristino: le regole da rispettare

Tutti gli Organismi Notificati concludono la lista delle prescrizioni con una dicitura precisa: “Si richiede la rimozione delle zone danneggiate e il ripristino degli elementi strutturali conformemente alle geometrie originali, in accordo alle normative in vigore applicabili e alle prescrizioni del costruttore ”. Cosa significa esattamente? Innanzitutto per riparare le avarie dell’imbarcazione dovranno essere rimosse tutte le parti e le componenti danneggiate, deformate e non più integre a bordo. Queste ultime vanno quindi sostituite integralmente in modo che la barca torni a essere esattamente come era uscita dal cantiere. Tale ripristino inoltre deve rispettare le dimensioni e le forme originali della barca. Infine deve rispettare certe normative, condizioni e ambienti di lavoro precisi, nonché procedure professionali messe in opera da personale qualificato.

Per esempio, per lavorare correttamente le resine poliesteri e quelle epossidiche vanno rispettati dei rigorosi parametri ambientali di temperatura e umidità, ma anche altre prescrizioni tecniche che riguardano il corretto rapporto in peso tra resina e vetro nelle varie stratificazioni. Regole ancora più severe vanno rispettate in caso di scafo metallico (acciaio o lega leggera): materiali approvati, operatori patentati e procedimenti di saldatura omologati.

Attrezzature coperta

Piani originali della barca: ricerca impossibile

Fin qui la riparazione dal punto di vista tecnico non è un problema purché avvenga nel rispetto della normativa. Più complesso tuttavia potrebbe essere per l’armatore eseguire i lavori rispettando le prescrizioni del costruttore della barca. Perché? Le imbarcazioni si suddividono in due gruppi. Quelle costruite prima del 1998 e quindi prive della Marcatura CE e quelle costruite dopo il 1998, quindi dotate di Marcatura CE. Per le prime l’immissione in commercio era subordinata all’omologazione del prototipo da parte del Rina, che allora operava in esclusiva. Copia dei piani costruttivi dovrebbero trovarsi presso gli archivi dell’ente a Genova, ma l’effettiva loro accessibilità, a richiesta di un armatore, è molto aleatoria. I piani dovrebbero trovarsi anche negli archivi del cantiere costruttore, ma pochi sono i cantieri nautici dell’epoca ancora operativi. In altre parole reperire i piani originali costruttivi di una barca costruita prima del 1998 è un’impresa quasi impossibile.

Per le barche costruite dopo il 1998, quindi dotate di Marcatura CE, l’immissione in commercio è subordinata alle procedure previste dalla Direttiva 94/25/CE che contemplano l’Esame CE del Tipo da parte di un Organismo Notificato e il rilascio di una successiva Dichiarazione di Conformità a firma del fabbricante della barca. Copia dei piani costruttivi si trova quindi obbligatoriamente presso gli archivi dell’Organismo Notificato, mentre un’altra copia dei piani si trova presso il cantiere costruttore. Tuttavia l’Organismo Notificato è vincolato a un obbligo di riservatezza, a favore del cantiere costruttore e nei confronti di terzi, per cui non può rilasciare copia dei suddetti piani né altre informazioni sensibili  a terzi, come appunto si configura essere l’armatore di una barca da riparare. Spesso però anche il costruttore non concede di prassi copia dei piani costruttivi o altre informazioni sensibili a un armatore per permettergli di fare riparare la propria barca. Quindi anche il reperimento dei piani originali costruttivi delle barche costruite dopo il 1998 non è assolutamente semplice.

Assicurazione kasko

Cautele strategiche in fase di acquisto

Come procedere quindi in mancanza dei piani originali della barca danneggiata? C’è un’unica possibilità: fare riparare la barca da un cantiere che in qualche modo abbia l’accesso alle informazioni tecniche contenute nei piani costruttivi, che abbia un rapporto privilegiato con il costruttore o che dipenda dall’importatore in Italia o dal concessionario di zona del costruttore.

Per evitare queste rogne quando si compra una barca nuova sarebbe bene chiedere al venditore l’elenco dei centri autorizzati di assistenza e verificarne non solo l’esistenza ma soprattutto la qualità dei lavori eseguiti. Nel caso invece dell’acquisto di una barca usata, occorre assolutamente informarsi se il costruttore esiste ancora. In caso contrario desistere e cercare un’altra barca meno a rischio.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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