Nata nel 2016 da un’idea di tre giovani imprenditori, la WBS-Waste Boat Service con sede a Olbia si occupa di “ripulire” il mare dai rifiuti prodotti da navi, imbarcazioni da diporto e natanti ormeggiati in rada o in campi boe nel Nord della Sardegna.
La gestione dei rifiuti è un tema sempre più sensibile che ha a che fare con l’ambiente e la sua sostenibilità, ma anche con l’economia e la civiltà di un determinato territorio. Porti e marina non sono esclusi da questo problema, così come i diportisti che ogni anno devono smaltire diverse centinaia di chili di immondizia accumulata durante crociere, trasferimenti, soste in rada e negli scali lungo costa. Secondo un rapporto di Legambiente del 2016 che riporta i dati relativi dei rifiuti galleggianti monitorati da Goletta Verde tra il 2014 e il 2015, il 95 per cento dei rifiuti in mare è costituito da plastica e il restante 5 per cento da altri rifiuti.
Finora tuttavia non sono mai stati disponibili statistiche specifiche sul flusso di rifiuti provenienti dalle imbarcazioni ormeggiate in rada né informazioni relative alla durata media del soggiorno delle stesse o alle modalità di gestione del garbage.
Rifiuti in mare: cosa dice la normativa italiana
Sul tema dei rifiuti lo stesso Codice della Navigazione parla chiaro: “Nei porti è vietato gettare materiali di qualsiasi specie, così come è vietato tenere rifiuti accumulati a bordo delle navi e dei galleggianti, nonché di gettarli negli ambiti terrestri o acquei del porto in mare aperto ad una distanza inferiore a quella stabilita dal comandante del porto”. Si ricorda che la normativa di riferimento per quanto concerne la disciplina dei rifiuti prodotti in mare e nei porti dalle imbarcazioni è il Decreto Legislativo 24 giugno 2003 n. 182 “Attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del carico”. La norma si applica alle navi, compresi i pescherecci e le imbarcazioni da diporto, a prescindere dalla loro bandiera, che fanno scalo o che operano in un porto dello Stato, ad esclusione delle navi militari da guerra e ausiliarie o di altre navi possedute o gestite dallo Stato, se impiegate solo per servizi statali a fini non commerciali e ai porti dello Stato dove fanno scalo le navi.
Il D.Lgs. 182/2003 prevede che la gestione dei rifiuti delle Navi debba essere fatta da coloro che gestiscono le strutture per la portualità turistica, compresi i Campi Boe, siano essi privati o pubblici. I rifiuti assimilabili agli urbani che sono non pericolosi e destinati al recupero sono anche detti “garbage”.
Tre imprenditori e un servizio di qualità
Spetta dunque anche a chi va per mare gestire in modo corretto i rifiuti prodotti a bordo e smaltirli secondo la legge. Ora ad aiutare i diportisti c’è una nuova società che si chiama WBS-Waste Boat Service che si occupa di “ripulire” il mare dai rifiuti prodotti da navi, imbarcazioni da diporto e natanti ormeggiati in rada o nei campi boe. La start up, nata da un idea di tre giovani imprenditori, Paola Obino, Davide Melca e Alessandro Deperu, è attiva dal 2016 e offre un servizio al turismo nautico che si occupa della raccolta, trasporto, trasbordo, gestione del deposito temporaneo e conferimento a impianti di smaltimento e recupero autorizzato del “garbage”, ovvero di tutti quei rifiuti non pericolosi assimilabili agli urbani.
Smaltire i rifiuti di bordo? Arrivano i battelli WBS
Con sede a Olbia, Sardegna, la WBS opera durante la stagione estiva (da giugno a settembre) nell’area che va dalle acque della marina di Puntaldia fino all’arcipelago di La Maddalena. Come avviene esattamente la raccolta dei rifiuti? Tutte le mattine viene attivato un sistema di “giri organizzati” che copre le rade di Golfo di Marinella, Golfo di Cugnana, Portisco, Porto Rotondo, Capriccioli, Cala di Volpe, Romazzino, Golfo del Pevero e Porto Cervo, ma anche attraverso un servizio “a chiamata”. Nel primo caso la raccolta avviene mediante il passaggio dei battelli “WBS” presso le imbarcazioni oppure prenotando sul sito o attraverso il call center. Il servizio a chiamata è invece attivo 24 ore su 24 e viene effettuato entro due ore dalla chiamata o dietro appuntamento.
“Questo è il secondo anno di operatività per la WBS – spiega Davide Melca – e siamo molto contenti delle crescita che la nostra azienda sta registrando: significa che c’è una forte richiesta di questo tipo di servizi e che stiamo lavorando bene. Nel corso della stagione 2016 abbiamo raccolto rifiuti che altrimenti sarebbero stati scaricati abusivamente o sulle spiagge o nei moli influendo in maniera negativa sull’economia locale poiché è il comune in quel caso a occuparsene, facendo ricadere queste spese di gestione sul cittadino. Il picco della raccolta lo scorso anno si è registrato tra il 21 e il 23 agosto, con quasi 4 tonnellate tra carta e cartone, vetro, plastica, metallo, rifiuti biodegradabili di cucina e mensa, oli e grassi commestibili e rifiuti urbani non differenziati”.
Monitoraggio dei rifiuti: un sistema di tracciabilità
La WBS ha anche implementato un sistema interno di tracciabilità dei rifiuti che consente invece di creare un primo database per il monitoraggio del flusso dei rifiuti durante il periodo estivo: le etichette a barcode univoco apposte sui singoli sacchetti permettono infatti in qualsiasi istante di risalire al produttore del rifiuto garantendone comunque la privacy. “In questo modo speriamo di contribuire positivamente al monitoraggio dei rifiuti prodotti dalle imbarcazioni, di disincentivarne la dispersione in mare o sulle spiagge e di ridurre così il costo sociale rappresentato dalla necessità di promuovere campagne di recupero dei rifiuti abbandonati”, osserva Alessandro Deperu, responsabile della logistica in mare e socio fondatore. Info: www.wasteboatservice.com