Energy Observer, il catamarano a emissioni zero

Il celebre Enza New Zealand, il leggendario catamarano che nel 1994 si aggiudicò il prestigioso Trofeo Jules Verne, è stato trasformato in un avveniristico multiscafo alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili battezzato Energy Observer che compirà ancora una volta il giro del mondo, questa volta per una missione ambientalista: dimostrare che una transizione energetica per l’uomo è possibile.

Nell’Italia di questa estate 2017 messa in ginocchio dalla siccità parlare di fonti rinnovabili è quanto mai attuale. Un tema peraltro, quello della ricerca di energia pulita ed ecosostenibile, che riguarda il nostro intero pianeta e sul quale ogni progetto scientifico rappresenta sempre una buona notizia. È il caso per esempio del primo catamarano al mondo completamente alimentato da energie rinnovabili. Si chiama Energy Observer, è lungo 31 metri e largo 12,80, e è dotato di un impianto di alimentazione che comprende 130 metri quadrati di pannelli solari, due pale eoliche verticali e un sofisticato impianto che dissala l’acqua, trasformandola in idrogeno attraverso un processo di elettrolisi.

Energy Observer

Enza, dal giro dei record alla missione “green”

Salpato il 14 aprile 2017 da Saint Malò (Francia), l’Energy Observer è attualmente impegnato in un giro del mondo della durata di 6 anni che lo porterà a toccare 50 Paesi e 101 porti. L’obiettivo della missione è quello di diffondere ai quattro angoli del pianeta un’idea di alimentazione energetica che non entri in conflitto con la natura. Protagonista di questa impresa “green” è in realtà una barca d’eccezione: si tratta infatti dell’ex Enza New Zeland, il leggendario catamarano che nel 1994 si aggiudicò il prestigioso Trofeo Jules Verne, orgoglio di tutti i velisti, circumnavigando il globo in poco più di 74 giorni.

Al timone, all’epoca, insieme al navigatore d’acciaio Robin Knox-Johnston c’era il mitico Sir Peter Blake, neozelandese, l’ambientalista prestato alla vela ucciso nel 2001 sul Delta del Rio durante una spedizione sui mutamenti climatici in Amazzonia.

Equipaggio Energy Observer

Un velista e un esploratore al comando di Energy Observer

A distanza di oltre vent’anni, più grande e con una nuova livrea futuristica, il catamarano Enza, ribattezzato Energy Observer, riparte per una grande impresa, meno sportiva ma altrettanto nobile. Alla guida del multiscafo ci sono due avventurieri uniti dalla passione per il mare: il capitano Victorien Erussard, velista professionista e vincitore di grandi regate oceaniche, e il capo spedizione Jérôme Delafosse, esploratore, documentarista, esperto subacqueo e appassionato di squali.

Pannelli solari a bordo

Idrogeno, il sogno di tutte le energie

Il progetto dell’Energy Observer è stato ideato dall’istituto di ricerca Cea-Liten, in collaborazione con la Fondazione dell’ambientalista francese Nicolas Hulot e l’Unesco. Come funzionerà in pratica questa barca autosufficiente? Una volta desalinizzata con un processo di osmosi inversa, l’acqua verrà decomposta in idrogeno e ossigeno attraverso un elettrolizzatore. Poi l’ossigeno sarà rilasciato nell’aria, mentre l’idrogeno verrà immagazzinato ad alta pressione (350 bar) in serbatoi da 62 kg (per dare un’idea delle proporzioni, con 1 kg di idrogeno si percorrono 100 km in auto). L’idrogeno alimenterà quindi una pila a combustibile che produrrà per metà calore da riutilizzare negli impianti e nei servizi del catamarano e per metà energia riservata ai due motori a propulsione elettrica.

Rendering Energy Observer

La Energy Observer come la “Calipso” di Jacques Cousteau

“L’Energy Observer sarà il simbolo di una transizione energetica possibile – ha assicurato Victorien Erussard – esploreremo gli oceani senza lasciare tracce inquinanti dietro di noi. Le soste nei porti saranno l’occasione per diffondere un messaggio positivo sulle energie rinnovabili nella lotta al riscaldamento climatico“. ”Non useremo gas neppure per cucinare – aggiunge Jérôme Delafosse – al posto della bombola avremo piastre in vetroceramica”. Insomma imparare a produrre idrogeno senza combustibili fossili e a basso costo: questa la sfida che anima i cinquanta componenti della squadra a lavoro sull’Energy Observer e che permetterà a questa nuova “Calipso del XXI secolo” di fare il giro del mondo utilizzando l’acqua di mare come fonte principale di stoccaggio e produzione di energia.

Dopo essere partita nei mesi d’aprile da Saint Malò la spedizione dell’Energy Observer si trova attualmente in oceano Atlantico da dove passando per il canale di Panama entrerà in Pacifico e poi ancora toccherà i porti di Asia e Oceania, fino all’Africa e al Medio Oriente. Tante miglia percorse solo grazie alla natura e all’ingegno dell’uomo che deve trovare il modo di fare pace con il pianeta.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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