Sempre più appassionati decidono di prenotare crociere a vela e charter a bordo di caicchi, barche tradizionali nate in Turchia che oltre a grandi spazi, comfort e qualità marine, offrono il fascino di navigare come si faceva un tempo.
Negli ultimi anni una delle tipologie di vacanza in barca a vela tra le più diffuse è il charter in caicco. Tra le mete più gettonate di queste barche c’è la Turchia naturalmente, dove hanno avuto origine questi velieri, ma anche Grecia, Croazia, Tunisia, Spagna e la stessa Italia. Perché queste imbarcazioni hanno così tanto successo? Sicuramente per le qualità marine, tra cui la buona tenuta di mare, il pescaggio limitato che consente di accedere ad ancoraggi prossimi alla costa, ma soprattutto ad essere apprezzati sono i grandi volumi in coperta e nei locali interni che hanno favorito nel tempo la loro progressiva trasformazione da barche da lavoro a imbarcazioni adibite al turismo.
In Italia un operatore charter su quattro propone, accanto a cabinati e multiscafi, la crociera in caicco. Dove si possono noleggiare queste barche d’epoca? Nelle baie dell’Arcipelago Toscano, lungo la costiera amalfitana, sulle coste sarde, alle isole Pontine, alle Eolie e alle Egadi. Vediamo allora quali sono i punti di forza di queste imbarcazioni e perché ancora oggi piacciono tanto a chi va in crociera.
Spazio a volontà e fascino della tradizione
Lunghi tra 15 e i 30 metri, i caicchi possono accogliere dalle 4 alle 8 cabine, offrono toilette capienti, grandi quadrati, hanno anche l’angolo bar e poi dispongono di ampie zone prendisole in coperta, per non parlare dei pozzetti, vere terrazze all’aperto, che possono ospitare comodamente dalle 4 alle 16 persone. Imbarcano senza problemi anche attrezzature per le immersioni, la pesca e gli sport acquatici e oltre al comandante, in genere l’equipaggio comprende uno o due marinai, hostess e il cuoco di bordo che si occupa della cambusa e della cucina.
Quella in caicco è dunque una crociera molto più comoda rispetto ai cabinati a vela moderni, unita al fascino di navigare su una barca in legno dalle linee classiche, con cime in canapa e scalette in corda. Un’esperienza di navigazione che può essere più spartana, se si sale a bordo di barche più datate e meno ricercate, ma anche piuttosto lussuosa per caicchi restaurati a puntino.
Da barca da lavoro a hotel galleggiante di lusso
In origine i caicchi si diffusero a partire dal XVIII secolo nel Mediterraneo orientale, in particolare in Turchia, nel Mar Egeo e nel Mar Nero come imbarcazioni costiere adibite alla pesca e al trasporto di merci dotate di uno o due alberi e molto spaziose. Insomma erano barche da lavoro. A osservarli bene del resto i caicchi ricordano i grandi pescherecci liguri e siciliani utilizzati per il piccolo cabotaggio fino agli Anni 50 delle quali conservano le stesse caratteristiche: buona tenuta di mare, grandi spazi utilizzabili sia sopra che sotto coperta e linee classiche.
In Turchia il caicco è ancora il re del mare
I primi caicchi vennero varati a Bozburun, nella regione turca del Marmaris, un piccolo porto situato nel Golfo di Yeþilova e famoso ancora oggi per la pesca delle spugne. Le linee d’acqua originali del caicco, con poppa e prora slanciate e relativo armo a vela latina con bompresso, riprendevano infatti quelle dei cosiddetti “tirhandil”, scafi non più lunghi di 18-19 metri utilizzati dai pescatori locali per raccogliere e stivare i poriferi marini. Attualmente in Turchia la tradizione cantieristica di queste imbarcazioni è ancora viva nelle aree di Bodrum, Marmaris, Bozborun, Fetiye, Gogek, Antalya e Tuzla.
Naturalmente per andare incontro alle esigenze crocieristiche anche del velista neofita, i caicchi con il tempo hanno finito per mettere da parte attrezzature e manovre veliche e privilegiare i potenti entrobordo diesel, magari alzando a riva il solo fiocco in condizioni di mare formato per stabilizzare lo scafo.
Insomma il caicco è un veliero ancora attuale e salirci a bordo è sempre un’esperienza affascinante che fa sentire un po’ vecchi lupi di mare.