Ore drammatiche per un diportista britannico che lo scorso 22 maggio è stato sorpreso a bordo del suo yacht di 10 metri Helena da una burrasca al largo della Cornovaglia e ha disalberato. Distante oltre 500 miglia dalla costa, è stato salvato da una petroliera dirottata sul posto dalla Guardia Costiera inglese.
Una tranquilla navigazione in solitario al largo della Cornovaglia si è trasformata in un incubo per un velista britannico protagonista di una delle più grandi operazioni di recupero in oceano degli ultimi anni. Lo yacht a vela di circa 10 metri, di nome Helena e registrato a Vancuver (Canada), ma battente bandiera inglese, nel tardo pomeriggio dello scorso venerdì 22 maggio è stato colpo da una feroce burrasca, evento peraltro non raro lungo quel tratto di oceano in questa stagione dell’anno. Tra i venti a oltre 60 nodi e le onde di 4 metri la piccola barca a vela ha finito col disalberare. A bordo c’era solo lo skipper che nell’incidente non ha riportato lesioni o traumi, ma si è trovato ad affrontare una brutta emergenza con la barca divenuta ingovernabile e il mare che continuava a montare.
All’uomo, circondato ormai dall’oscurità della notte, non è rimasto che attivare il proprio Epirb per lanciare l’Sos e attivare i soccorsi. Cosa non facile però, visto che con la barca si trovava a 513 miglia nautiche a Sud Ovest di Lizard Point, in Cornovaglia, una distanza davvero notevole, ben al di là dell’area di azione degli elicotteri di salvataggio Hercules, che ha messo alla prova l’autorità marittima britannica e quella francese. Il segnale Gps del suo Epirb è stato intercettato poco dopo la mezzanotte dalla Guardia Costiera britannica che si è subito attivata per portare soccorso all’uomo nel più breve tempo possibile.
Troppo lontano dalla costa per gli elecotteri
Contattato anche il vicino Centro di Coordinamento per il Salvataggio Marittimo francese, da un rapido monitoraggio della zona oceanica è emerso che erano due le navi commerciali più vicine allo yacht Helena: a circa 22 ore di distanza la prima e a circa 27 ore di navigazione la seconda. Subito è scattato il coordinamento per deviare la nave più vicina verso la posizione dello yacht, con lo skipper che intanto continuava a tenersi in contatto via radio con i soccorritori. L’operazione di soccorso ha coinvolto la HM Coastguard presso il suo quartiere generale di Southampton, un aereo di pattuglia marittimo francese, il team della RAF e le due navi.
Salvo grazie all’Epirb e al sistema Ais
Dopo circa 20 ore dall’allarme la petroliera Seaways Reymar, lunga 229 metri e larga 32 metri che viaggiava da Milford Haven agli Stati Uniti, è riuscita a raggiungere lo yacht in difficoltà e lo skipper sempre più esausto. Con una prova di grande marineria il comandante e l’equipaggio della petroliera sono riusciti a recuperare il velista e portarlo a bordo della nave, mentre la barca a vela è stata abbandonata alla deriva. La petroliera ha poi continuato il suo viaggio verso Houston, negli Stati Uniti dove si prevede che arriverà il prossimo 6 giugno. Oltre al segnale satellitare Epirb con cui è riuscito a mandare l’allarme, lo skipper britannico è stato salvato anche dal dispositivo Ais (Sistema di Identificazione Automatica) che aveva a bordo e che ha guidato la nave verso la sua posizione.
Ricordiamo che il Regno Unito gestisce un servizio di ricerca e salvataggio basato su elicotteri che copre un’area di circa 2 milioni di miglia quadrate che si estende dalla Norvegia, nel Mare del Nord, al Golfo di Biscaglia. Tra il 2015 e il 2019 circa 4.500 diportisti sono stati salvati dal servizio HM Coastguard.