Uno yacht in crociera affonda in Corsica, salvo l’equipaggio

Il motor yacht Regis, un Aicon 72 SL di 22 metri preso a noleggio e condotto da un comandante italiano, è affondato nella mattinata del 3 agosto dopo avere urtato gli scogli di fronte all’isola di Cavallo in Corsica.

 Scogli, secche e bassi fondali sono uno dei pericoli maggiori per chi va in barca a vela. L’incaglio tra rocce e scogli è sempre pericoloso per uno yacht perché nell’urto si possono aprire falle nello scafo. In genere è un sinistro raro ed è dovuto a un’avaria al timone o al motore o ancora a un errore di navigazione o a un colpo di sonno del timoniere. Non tutti gli incidenti di questo tipo sono sempre gravi e a volte con un po’ di sangue freddo e la giusta preparazione si possono limitare i danni o quanto meno portare in salvo l’equipaggio.

Come è capitato al Regis, un motor yacht sportivo che è affondato recentemente in Corsica dopo essere andato a scogli. Era la tarda mattinata del 3 agosto quando l’imbarcazione, un Aicon 72 SL di 22 metri utilizzato per un charter e affidato a un comandante italiano, con altre 11 persone a bordo, più un altro membro dell’equipaggio stava attraversando le Bocche di Bonifacio dopo avere lasciato gli ormeggi dalla Costa Smeralda.

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Un tratto di mare famoso per gli scogli sommersi

L’area tra l’isola di Cavallo e Lavezzi è famosa per le scogliere semi sommerse e non contrassegnate. Il Regis ha colpito proprio una di queste di fronte a Cala Zerri con l’elica del propulsore. Nell’urto, probabilmente avvenuto a una discreta velocità, il cavalletto di supporto dell’elica si è divelto e una parte della poppa si è completamente staccata dallo scafo che ha cominciato a imbarcare molta acqua. In pochi minuti il Regis ha iniziato ad appopparsi, proprio per il peso dell’acqua che ormai stava invadendo lo scafo.

Il comandante dello yacht ha avuto appena il tempo di dare l’allarme e mettere tutti i membri dell’equipaggio in sicurezza, facendo sbarcare gli ospiti con il tender e grazie all’utilizzo delle zattere di salvataggio. Una motovedetta della Capitaneria giunta immediatamente sul luogo dell’incidente ha quindi trasportato i naufraghi per fortuna senza nessun ferito fino al porto dell’Isola di Cavallo.

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In pochi minuti la poppa si è poggiata sul fondale

La poppa dello yacht si è poi appoggiata sul fondale, in un punto in cui la profondità è di 18 metri, lasciando fuori dall’acqua soltanto la prua. Scongiurato il pericolo di grave inquinamento, salvo un’iridescenza visibile a pelo d’acqua, nelle ore successive è stato però impossibile recuperare il relitto, a causa delle condizioni meteorologiche avverse e del forte vento di Maestrale che sferzava quel tratto di mare.

C’è ora da investigare sulle cause dell’incidente e sulle eventuali responsabilità del comandante, ma soprattutto da agire per la bonifica dell’area del naufragio dello yacht in uno dei tratti di mare più belli del Mediterraneo.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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