Riuscireste a vivere per una settimana completamente da soli su un isolotto sperduto dell’oceano nella ex casa di un guardiano di un faro a guardare film? È questo il curioso concorso proposto dal Goteborg Film Festival per esaminare l’impatto dell’isolamento sul’uomo.
“Niente telefono. nessun libro, zero amici. Niente famiglia. Nessun contatto con il mondo. Solo tu e un faro. E 60 film in anteprima da vedere in luogo remoto, selvaggio e romantico”. È questo l’annuncio di un concorso piuttosto inedito e singolare proposto dal Göteborg Film Festival, la più importante rassegna cinematografica di Scandinavia.
In questo periodo condizionato dall’emergenza sanitaria globale in cui è fondamentale cambiare le proprie abitudini e adottare comportamenti giudiziosi che prevedono il minor numero di contatti con altri esseri umani stando alla larga da ambienti affollati, il Festival di Göteborg risponde al virus proponendo una sfida per esaminare l’impatto dell’isolamento sull’uomo e il ruolo che la visione di un film in solitudine ha su di esso.
Nella ex casa del faro ristrutturata, ma isolata
La missione per chi riuscirà a vincere il concorso è quella di rimanere per una settimana intera isolati da tutto e tutti su un faro dell’isola Hamneskär, situata al largo della costa occidentale svedese e guardare i 60 film in anteprima partecipanti alla prossima edizione della rassegna cinematografica svedese. Più che una vera e propria isola, Hamneskär è in realtà un cumulo di scogli, circondati da macchie sparute di vegetazione strinata dal vento e dalle intemperie, con un faro nel mezzo riconvertito in hotel comodo e accogliente per combattere il gelo. Hamneskär può essere raggiunta esclusivamente in gommone o in elicottero, se il tempo è buono dal paesino da 1.400 abitanti circa di Marstrand, frazione del comune di Kungälv, nella contea di Västra Götaland, o da Göteborg, la seconda città più popolosa della Svezia dopo Stoccolma e la quinta del Nord Europa.
La ex casa del maestro del faro del XIX secolo dell’isola rocciosa è una struttura in ferro dipinta di uno sgargiante rosso costruita nel 1868, automatizzata nel 1964 e poi caduta definitivamente in disuso nel decennio tra il 1977 e il 1987, per poi essere stata convertita in un hotel di lusso dal’agenzia di design svedese Stylt.
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Bisogna essere pronti all’isolamento
Il candidato di questa esperienza culturale e sociologica all’interno di un faro verrà scelto dopo un colloquio diretto realizzato in videocollegamento. Tra i requisiti richiesti c’è quello di essere amanti del cinema, accettare di registrare un video-blog giornaliero ed essere emotivamente e psicologicamente in grado di trascorrere una settimana in questo tipo di isolamento. “Con l’esplosione degli schermi e le immagini in movimento che possono essere viste ovunque e in ogni tipologia di situazione, vogliamo proporre una riflessione non solo sul cinema e su chi lo fa ma anche su come lo fruiamo in questa nuova epoca. Chi verrà scelto per questa impresa affascinante, ma non così emotivamente semplice da sostenere, dovrà accettare di abbandonare tutto, ma siamo sicuri per trovare molto”, ha spiegato il direttore della rassegna Jonas Holmberg.
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