L’ex Club Méditerranée, il maxi veliero di 72 metri con il quale il navigatore Alain Colas partecipò alla Ostar del 1976 è stato gravemente danneggiato da un incendio mentre era alla fonda in una baia della Malesia. Salvi i sette uomini dell’equipaggio.
La carriera di Club Méditerranée, il veliero a 4 alberi di 72 metri con il quale il grande navigatore francese Alain Colas partecipò alla Ostar del 1976, è stata sempre un saliscendi tra prestigiose regate, navigazioni oceaniche, record, ma anche restauri, abbandoni e brutti incidenti. Come l’incendio che nella notte tra il 17 e il 18 febbraio scorso lo ha distrutto e affondato. Attualmente la barca si chiama “Pochea” e appartiene all’imprenditore francese Xavier Niel.
Al momento dell’incidente il veliero si trovava alla fonda nella baia di Pulau Singa, in Malesia, quando un incendio si è sviluppato nei locali di poppa: accorsi subito, i vigili del fuoco hanno tratto in salvo le sette persone di equipaggio e sono riusciti a domare le fiamme ma il giorno dopo, il 19 febbraio, a causa dei danni riportati lo yacht è affondato.
Club Méditerranée: una storia di successi e incidenti
Incendio a parte è curiosa la storia di Club Méditerranée. Venne concepito nel 1972 dalla mente di Alain Colas per partecipare alla Ostar. Lo skipper francese voleva infatti una barca a vela gigante di 72 metri a quattro alberi, con oltre 1.000 metri quadrati di vele. Per disegnarla si rivolse all’architetto navale Michel Bigouin, già progettista dei Pen Duick IV e V. Lo scafo in acciaio, di 240 tonnellate, venne costruito dall’arsenale di Tolone, e finanziato dall’imprenditore Gilbert Trigano, proprietario del famoso circuito di strutture turistiche Club Méditerranée che poi divenne lo sponsor ufficiale della barca.
Durante la sua costruzione Colas subì anche un grave incidente al piede sinistro. Nonostante i problemi fisici tuttavia la barca riuscì a essere varata e il 5 giugno del 1976 Colas si presentò al via della Ostar. La regata però fu un disastro: durante la navigazione le drizze della barca si spezzarono una dopo l’altra costringendo lo skipper a una sosta di 36 ore a Terranova e fu Eric Tabarly a vincere quell’edizione a bordo del Pen Duick VI.
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Club Méditerranée: dalle regate al charter di lusso
Dopo questa brutta avventura Club Méditerranée venne convertito per il charter, ma nel porto di Marsiglia subì un primo incendio. In seguito la barca partì per Tahiti, dove però venne abbandonata per 4 anni nel porto di Papeete. Nel 1978, quando Alan Colas scomparve in mare durante la Route du Rhum, Club Méditerranée fu acquistato da Bernard Tapie, imprenditore, attore e politico francese. Ribattezzato “Pochea”, fu impiegato per stabilire il primato della traversata atlantica, impresa che non riuscì anche se la barca registrò il record di percorrenza sulle 24 ore: 457 miglia. Negli anni successivi il veliero è stato utilizzato come yacht privato e per il charter di lusso. Dopo restauri vari nel 1988 ritentò con successo il record atlantico fermando il cronometro a 8 giorni, 3 ore e 29 minuti.
Dopodiché la nuova armatrice Mouna Ayoub lo ha trasformato definitivamente in uno yacht di lusso riducendo anche gli alberi per diminuire lo sbandamento e nel 2010 la proprietà della barca è passata all’attuale armatore Xavier Niel. Fino a questo ennesimo ultimo incidente per questa barca storica che ci auguriamo possa rinascere ancora una volta.
L’ultima corsa di Alain Colas, marinaio intellettuale e ribelle