Trovato il relitto della nave di James Cook, ma è polemica

Un team di archeologi australiani ha annunciato di avere individuato il relitto della nave del Capitano Cook, la mitica Endeavour. Ma gli americani sono scettici e scatta la polemica.

La polemica sul relitto della nave di Cook. I grandi protagonisti e gli avvenimenti della storia, quando avvolti dal mistero, continuano nel tempo a scatenare polemiche anche da parte di chi li studia a fondo. È il caso della celebre Endeavour, leggendaria nave del navigatore ed esploratore James Cook. Nei giorni scorsi un team di ricercatori australiani ha annunciato di avere trovato il relitto della nave che affondò al largo di Newport Harbor, nel Rhode Island, più di 200 anni fa.

La squadra di archeologi e tecnici subacquei diretta dall’Australian National Maritime Museum avrebbe individuato i resti dell’Endeavour dopo avere setacciato un’area di circa 5 chilometri quadrati. È questo, infatti, il punto strategico che corrisponderebbe al sito del naufragio. Qui si crede sia il veliero di Cook varato nel 1764n e deliberatamente affondato dagli inglesi durante la rivoluzione americana (nel 1778).

Nave Cook polemica

Una nave che ha fatto la storia dell’esplorazione

La polemica sul relitto della nave di Cook. “Dal 1999 indaghiamo su diversi relitti del 18mo secolo in un’area di 2 miglia quadrate in cui crediamo che l’Endeavour sia affondata – ha spiegato Kevin Sumption, direttore dell’Australian National Maritime.”Sulla base dei documenti d’archivio e delle testimonianze archeologiche siamo convinti che sia l’Endeavour. E sono soddisfatto che questo sia l’ultimo luogo di riposo di una delle navi più importanti della storia marittima australiana. È un momento storico importante, poiché il ruolo di questa nave nell’esplorazione, nell’astronomia e nella scienza riguarda non solo all’Australia, ma anche Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti”.

Leggi anche: Che bello sarebbe ritrovare il relitto dell’Endurance

“Non è certo che sia l’Endeavour”, dicono gli americani

Ma c’è chi frena l’entusiasmo per la scoperta. Si tratta del Rhode Island Marine Archeology Project, un istituto statunitense che rappresenta l’organizzazione principale nello studio a Newport Harbor e che ha sottolineato che è troppo presto per trarre questa conclusione. “Quello che vediamo sul sito del naufragio in studio è coerente con ciò che ci si potrebbe aspettare dall’Endeavour – afferma la dottoressa Abbass, direttore esecutivo del Rhode Island Marine Archaeology Project – ma non sono stati trovati dati indiscutibili per dimostrare che il sito è quella nave iconica, e ci sono molte domande senza risposta che potrebbero ribaltare tale identificazione”.

La polemica sul relitto della nave di Cook. In risposta alla polemica Kieran Hosty, manager dell’archeologia marittima del museo australiano ha fornito ulteriori dettagli a supporto della loro tesi: per esempio le dimensioni delle travi, costruite in Europa, e i fori di affondamento nella chiglia. Di fatto, solo il 15% circa della nave si è conservato fino ad oggi.

Nave Cook polemica

Il giallo sulla morte del Capitano Cook continua

Resta così ancora avvolto dalle nebbie il mistero di James Cook e della sua mitica nave. Uomo del Settecento, pioniere delle esplorazioni marittime che ha legato la sua carriera alle spedizioni per la Società Reale inglese. Ha attraversato l’oceano Pacifico, seguendo le coste orientali dell’Australia; ha scoperto in Nuova Zelanda (era il 1770) lo stretto che porta il suo nome; e nel 1777 le isole Cook e le odierne Hawaii (nel 1778). Cook ebbe tuttavia una fine ingloriosa: gli uomini delle tribù locali infatti lo uccisero il 14 febbraio del 1779. E pare addirittura che abbiano fatto bollire le parti del suo corpo smembrate.

Se è vero che il relitto dell’Endeavour sia stato ritrovato ci si augura che gli archeologi australiani e statunitensi si mettano d’accordo per proteggerlo.

 

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.