SP80 e Syroco, due bolidi a vela a caccia del nuovo record di velocità

Due team in corsa per stabilire il nuovo record di velocità a vela. L’equipaggio dell’SP80 con un prototipo realizzato da Persico Marine e il Team Syroco con una barca che sembra un’astronave.

Tra i tanti record a vela quello del primato di velocità è uno dei più spettacolari, grazie anche alle futuristiche forme degli scafi utilizzati i quali più che barche sembrano vere e proprie astronavi. A cercare di battere il record assoluto di velocità in questi mesi ci sono due equipaggi. Da una parte ci sono i membri del team SP80 dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne che hanno affidato al cantiere italiano Persico la costruzione del prototipo SP80.

L’SP80 è una sorta di trimarano a forma di “Y” lungo 10 metri e largo 7 con forme slanciate, linee allungate e aggressive ottimizzate per garantire la stabilità della struttura e la tenuta sul mare. Il tutto spinto da un’ala da kitesurf di dimensioni comprese tra i 25 e i 40 metri quadrati per adattarsi alle diverse condizioni di vento. Un progetto che ha molto di italiano, infatti lo scafo centrale, tutto in carbonio, è stato costruito dalla Persico Marine, cantiere all’avanguardia nella costruzione di imbarcazioni da regata in materiale composito e che vanta, tra l’altro, la realizzazione degli Ac75 di Luna Rossa e diversi Imoca 60. Con questa avveniristica “Formula 1” del mare, l’SP80 vorrebbe infrangere la barriera degli 80 nodi e battere così il record mondiale di velocità a vela: quello dell’australiano Paul Larsen che nel 2012 su Vestas Sailrocket 2 ha raggiunto i 65,45 nodi.

Record velocità
Photo Credits: Team Syroco

Team Syroco: rigore svizzero e barca come un aereo

Stesso obiettivo di stabilire il nuovo record di velocità a vela hanno i francesi di Team Syroco che stanno costruendo un mezzo che avrà una fusoliera simile a quella di un aereo, con un’appendice a “T” rovesciata a poppa e anche questo trainato da un enorme ala da kite. L’appendice avrà il compito di fornire e al tempo stesso contrastare la spinta verticale. In fase di accelerazione il foil servirà a fare alzare la fusoliera dello scafo dall’acqua, ma poi contrasterà la spinta del kite per evitare che il mezzo finisca letteralmente per decollare dietro la vela.

Il confine tra volo e navigazione in pratica diventa sempre più sottile. Con la tecnologia foil a disposizione oggi è realistico pensare che i 65 nodi fatti registrare da Vestas nel 2012 siano destinati a cadere.

Chi tra l’SP80 e Team Syroco batterà per primo il muro degli 80 nodi? Presto per dirlo, ma è molto probabile che potrebbe accadere.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.