Nonostante gli yacht moderni siano pieni di strumenti elettronici, il tradizionale solcometro è ancora un prezioso compagno di bordo che permette di monitorare la velocità della barca e le miglia percorse. In questa guida ne ripercorriamo le origini e ne spieghiamo il funzionamento presentando le varie tipologie presenti sul mercato. Senza dimenticare alcuni preziosi consigli su come eseguirne la manutenzione ordinaria.
Le barche da diporto moderne sono ricche di strumentazioni elettroniche e digitali, il Gps su tutte, in grado di indicare con estrema esattezza la posizione istantanea e quindi la velocità dello scafo. Eppure ancora oggi il tradizionale il solcometro è un compagno prezioso di ogni diportista. Il suo quadrante è ancora in bella vista in pozzetto e resta ancora il principale riferimento di chi naviga per controllare le prestazioni della barca e le miglia percorse
Perché questo dispositivo che viene dal passato è ancora importante? E come si sono evoluti gli attuali modelli disponibili sul mercato nautico? Vediamolo insieme.
Le origini: solcometri a barchetta e a elica
Il primo solcometro utilizzato per calcolare la velocità a bordo delle navi è stato il modello a barchetta adottato a partire dal XVI secolo. Era un dispositivo artigianale costituito da una tavoletta triangolare di legno zavorrata da un lato e fissata ai vertici con una legatura a una sagola su cui erano eseguiti nodi a uguale distanza: ogni 50 piedi, ovvero ogni 14,43 metri. Una volta filata in mare a poppa, la tavoletta si disponeva in senso verticale e perpendicolare al lato della nave causando lo svolgimento della sagola con una velocità simile a quella dello scafo. Un addetto teneva la sagola in mano e contando i nodi che via via scorrevano stabiliva la velocità. Da qui ebbe origine il termine “nodo” utilizzato come unità di misura della velocità in mare.
Il solcometro utilizzato dai diportisti moderni è il diretto discendente di quello meccanico o a elica introdotto sui velieri a metà dell’800, evoluzione del primo solcometro a barchetta. In quella versione era un marchingegno complesso da usare ma piuttosto preciso nell’indicare la velocità media e quindi la distanza percorsa. Consisteva in una piccola elica di metallo collegata a una sagola a sua volta agganciata a un contatore cilindrico. Filata in acqua, la velocità di rotazione dell’elica, proporzionale a quella del veliero, era trasmessa alla sagola che torcendosi azionava degli ingranaggi a ruota all’interno del contatore che traduceva il numero dei giri in nodi.
Limiti e virtù dello strumento
Pur con le stesse funzioni i moderni solcometri sono molto più evoluti, sensibili e affidabili. Il problema del solcometro è che la velocità che indica il dispositivo è calcolata in relazione alla superficie del mare e non al fondale (come fa il Gps), ovvero alla distanza reale che percorre la barca. Per esempio se il solcometro indica 7 nodi, ma si sta navigando in presenza di una corrente contraria di 2 nodi, la velocità rispetto al fondo sarà di soli 5 nodi reali. Un altro limite al valore segnalato è dato dalla posizione del trasduttore sotto la carena che risente dei disturbi creati dalle appendici della barca, così come dal rollio e dal beccheggio.
Nonostante questi problemi tuttavia imbarcare un solcometro sui nostri yacht è ancora importante per una serie di ragioni. La prima è che in navigazione è sempre meglio non dipendere esclusivamente da apparecchiature sofisticate che potrebbero smettere di funzionare in qualsiasi momento. La seconda ragione è che il solcometro fra tutti quelli installati in pozzetto è ancora adesso lo strumento più sensibile e immediato per registrare ogni minima variazione della velocità della barca consentendo correzioni istantanee e regolazioni appropriate delle vele.
Infine il solcometro può essere interfacciato agli altri strumenti di nuova generazione presenti a bordo. Alcuni dispositivi utilizzano infatti i dati del solcometro per calcolare il vento reale sottraendo alla velocità del vento apparente, monitorata dal windex, quella dell’imbarcazione. Inoltre dalla differenza dei dati indicati da solcometro e Gps è possibile capire subito se si è in presenza di correnti che possono influenzare la rotta e il tempo di percorrenza.
I diversi tipi di solcometro moderno
Il mercato nautico propone diversi tipi di solcometro. Il più comune è il modello a elica. Il trasduttore, cioè la parte immersa, è costituito da un contenitore cilindrico con all’estremità esterna una rotella che per effetto dell’acqua gira in modo proporzionale alla velocità della barca o della corrente. Su una delle pale è inserito un magnete che a ogni giro invia un segnale a un dispositivo che traduce il movimento meccanico in impulsi elettrici indicando la velocità e la distanza percorsa. È un sistema semplice, affidabile e piuttosto economico.
Abbastanza diffusi sono anche i solcometri elettromagnetici. In questa versione la velocità dello scafo e la distanza percorsa vengono ricavate grazie all’analisi del flusso d’acqua che scorre in un campo magnetico generato da un solenoide racchiuso dentro lo strumento o tra due elettrodi posti esternamente allo scafo. Si tratta di strumenti molto preciso, sensibili e privi di parti meccaniche mobili, fattore che riduce i problemi legati alle incrostazioni. L’unica controindicazione è che risente del coefficiente di conducibilità del liquido in cui è immerso che varia in acque salmastre o dolci.
Il solcometro a ultrasuoni: più preciso ma costoso
La versione più evoluta del solcometro è il modello a che ultrasuoni usa l’effetto Doppler per determinare la velocità della barca rispetto al fondale. Si serve di sonde miniaturizzate ad alta frequenza, che lavorano generalmente a onde continue di 2 Megahertz, che inviano un segnale sonoro il quale viene riflesso dal fondo in modo diverso a seconda della velocità della barca. Il solcometro a ultrasuoni ha una buona precisione ma è sensibile alle interferenze e piuttosto costoso. Può risentire poi delle variazioni di forma del fondale, della variabilità della velocità del suono in acqua e della eccessiva profondità. In compenso è l’unico dei solcometri che fornisce la velocità effettiva rispetto al fondo e non alla superficie del mare.
Gli attuali solcometri riuniscono inoltre sempre più spesso diverse funzioni, come la misura della temperatura o della profondità dell’acqua per evitare di eseguire più fori alla carena e ottimizzare l’invio dei dati ai display.
Corretta collocazione e manutenzione
Dove installare il solcometro? La collocazione dello strumento sull’opera viva dello scafo è molto importante e condiziona i valori registrati durante la navigazione. In genere i solcometri vengono installati in passascafi situati sotto la linea di galleggiamento. Tali fori sullo scafo di solito sono realizzati dal cantiere, anche se non sempre nel modo più corretto. Il posto giusto per il solcometro infatti dovrebbe essere di fronte alla pinna di deriva per evitare le perturbazioni del flusso d’acqua e lungo l’asse longitudinale della carena.
Il corretto funzionamento del solcometro a elichetta dipende dalla manutenzione di quest’ultima componente. Restando sempre immersa infatti l’elica tende a sporcarsi e incrostarsi con i sedimenti marini come qualsiasi altra parte della carena. Questa parte del solcometro va quindi smontata e pulita con una certa regolarità, preferibilmente con la barca in secco, e meglio quando si applica l’antivegetativa per evitare che questo elemento venga sporcato con la vernice. Per pulire a fondo sia la ruota che l’asse sul quale gira si può immergere il traduttore in un recipiente con aceto per circa un’ora e quindi sfregare con uno spazzolino. Se il meccanismo presenta un gioco eccessivo o tracce di usura è meglio sostituire i componenti. L’elica deve muoversi liberamente infatti senza attriti o resistenze.
Il trasduttore può essere smontato per una rapida pulizia anche con la barca in acqua ma badando però di avere a portata di mano un tappo di chiusura della presa a male. Se effettuata rapidamente l’operazione causa solo un minimo ingresso d’acqua. Nel rimontare il trasduttore bisogna assicurarsi di rispettare il giusto verso di rotazione dell’elica rispetto all’asse longitudinale dello scafo. Per quanto riguarda il solcometro elettromagnetico la manutenzione va eseguita sugli elettrodi esterni che devono essere sempre puliti per assicurare un corretto funzionamento, mentre il solcometro a ultrasuoni non necessita di particolare manutenzione.